Al Cremlino due giorni di suspense

Al Cremlino due giorni di suspense Si moltiplicano le voci: malore, cura antialcol, ma anche spietata lotta per il potere Al Cremlino due giorni di suspense «Eltsin èfuori Mosca, lavora ai problemi interni» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Boris Eltsin sta male? Questo interrogativo ha fatto tremare ieri la Borsa dei cambi di Tokyo, dove il dollaro è bruscamente saltato in avanti rispetto al marco, ed ha sollevato nuove, inquietanti domande sul futuro della Russia e dell'ex Urss. I primi dubbi sono stati diffusi dal ministro degli Esteri giapponese Michio Watanabe, che avrebbe dovuto incontrare Eltsin ieri, e che invece è stato informato che l'appuntamento era stato «annullato». I portavoce hanno tentato di tranquillizzare i giornalisti, riuscendo però solo a moltiplicare le preoccupazioni. «Sono emerse circostanze che hanno richiesto la sua partenza da Mosca», ha detto l'addetto stampa Pavel Voschanov. Poco dopo Vladimir Petrovskij, «capo organizzatore» della Conferenza sul Medio Oriente che si apre oggi a Mosca, ha annunciato che il Presidente non sarà presente alla cerimonia di apertura, e non incontrerà le delegazioni giunte ieri da ogni parte del mondo. «Il protocollo non lo richiede», ha detto il ministro degli Esteri Kozyrev, giustificando l'assenza di Eltsin con l'eccessivo carico di impegni: «Si sta concentrando sulla politica interna e sulla preparazione del suo viaggio in Inghilterra, Stati Uniti e Canada». Voschanov ha del resto categoricamente smentito le voci di malesseri, affermando che «il Presidente è in forma eccellente». Ma è davvero così? Un quotidiano giapponese ha parlato di «disturbi cardiaci», mentre le solite «voci di dentro» di «una cura disintossicante». Di certo si sa solo che Eltsin ha lasciato il Cremlino e si trova attualmente nella sua residenza fuori Mosca, ma certo le sue ripetute assenze dalla scena politica danno da pensare. Eltsin ha «mancato» l'apertura del Parlamento russo nel settembre scorso, e questo mese è sparito almeno tre volte: la prima il due gennaio, giorno della liberalizzazione dei prezzi, la seconda dieci giorni fa, quando ha annullato senza alcuna spiegazione l'incontro con il presidente del Comitato olimpico internazionale Samaranch, la terza ora. Quali i motivi di queste periodiche «eclissi»? «Non sono politici», ha detto un portavoce, e gli si può credere, visto l'interesse con cui a Mosca attendevano l'inviato giapponese e l'apertura della Conferenza di pace, primo foro internazionale in cui la Russia verrà riconosciuta come «erede» dell'Urss. Molti credono ai problemi di salute, tanto più che Eltsin ha una lunga storia di disturbi cardiaci alle spalle. E tuttavia Kozyrev ha confermato che il Presidente partirà giovedì per una «tre giorni» massacrante in cui visiterà Londra, New York, Washington e Ottawa. Può un malato di cuore, dopo un ennesimo di- sturbo, permettersi un • tale sforzo? Sembra improbabile. Resta la terza ipotesi, quelle che deriva dalla nomea di bevitore che segue Eltsin da anni. La tesi del malessere fisico è indirettamente confermata dalla sorda lotta di potere esplosa tra i suoi più stretti collaboratori. Se davvero le condi¬ zioni di salute del Presidente fossero precarie, la rissa in corso alle sue spalle risulterebbe più che naturale. Il suo successore legale è il vice Presidente Aleksandr Rutskoj, ex comunista e ex eroe dell'Afghanistan, mal visto dai «giovani falchi» della squadra di Eltsin. Quattro giorni fa la «Nezavi- simaja gazeta» ha pubblicato un documento riservato messo a punto da un fantomatico centro di ricerca «RF - politica» e arrivato sul tavolo dello stesso Eltsin, contenente la denuncia di un complotto per fermare le riforme e rovesciare il Presidente. Sul banco degli accusati sono finiti Rutskoj, un'impro¬ babile organizzazione comunista clandestina, il Movimento per le riforme di Jakovlev e Shevardnadze, e due degli uomini chiave dello staff presidenziale: il capo della segreteria Iljushin e quello dell'amministrazione Petrov. Dopo una piccola ricerca siamo riusciti a scoprire gli autori del documento. Dmitrij Jurev, direttore di «RF - politica», ci ha detto che il «centro» lavora in stretto contatto con alcuni membri del governo di Eltsin, senza nominarli. Chi ha commissionato il documento? «Non è stata una nostra iniziativa, ma difficilmente troverà un politico che ammetta di averlo ordinato», ha detto Jurev, aggiungendo però che la relazione è opera di persone «che simpatizzano con Burbulis». Ghennadij Burbulis è il vice presidente del Consiglio, è il segretario di Stato'di Eltsin, che se lo porta dietro dai tempi di Sverdlovsk, ed è considerato come «l'eminenza grigia» della sua politica. «Il documento non è frutto delle sue mani - ha sottolineato Jurev - ma credo che le sue posizioni non si discostino significativamente da quelle presentate nella relazione». Valutare queste rivelazioni è difficile, ma un quesito sorge spontaneo: la lotta per la successione è già iniziata? Fabio Squillante Un altro giallo su Eltsin: assente per due giorni, non parteciperà all'apertura della conferenza sul Medio Oriente à&J