D'Alema ai neoriformisti pds di Francesco Cevasco

D'Alema ai neoriformisti pds D'Alema ai neoriformisti pds «Caro Corbani, il psi vuole le annessioni in stile Serbia» MILANO. «Il problema non è prendere prowedimenti disciplinari. La questione è un'altra: sconfiggere la de e combattere il psi che ha in testa annessioni stile Grande Serbia». Poche parole, nel chiuso della sede milanese del pds, per liquidare il neonato «Movimento di Unità riformista per la costituente socialista-liberale». Il numero due del pds, Massimo D'Alema, ieri, di fronte allo stato maggiore lombardo del partito, ha preferito parlare di Nilde lotti, capolista alle prossime elezioni politiche e di candidati, piuttosto che dell'ultima picconatina al suo partito. Eppure, da ventiquattr'ore, qualcosa è cambiato nel pds. Da una costola dei miglioristi è nata una formazione politica che, senza uscire ufficialmente dal partito, propone una politica nuova: lavoriamo per l'alternativa di sinistra con una certezza (che oggi il pds non ha): è il psi di Bettino Craxi il primo interlocutore. Benvenuti, naturalmente, anche verdi e cattolici. Suo malgrado, il regista dell'operazione è identificato in Luigi Corbani, pdiessino, ex vicesindaco della vecchia giunta milanese di sinistra, migliorista che «vale» 41 mila preferenze. Ma quanto «pesa» la neonata «Unità riformista»? I conti sono complicati. In Lombardia il pds vale un milione di voti. Di questi, il 25 per cento viene dall'«area riformista migliorista». E un quinto di quest'area sarebbe schierata con il neonato movimento. Più parecchi socialisti, più una spruzzata di verdi e di cattolici. Nessuno sarà invitato, alle prossime elezioni politiche, a «voltar gabbana». Ma tutti saranno invitati a dare la preferenza a chi «ci sta» con «Unità riformista». Spiegarlo non è stato semplice, ieri mattina, per i promotori del movimento. Si sono presentati con un «Manifesto» di 42 righe e con una Usta di 47 promotori: gente non troppo nota, ma con una caratteristica in comune: hanno già un «buon posto», nel lavoro e nella politica, e non hanno niente da guadagnare da questa avventura. Hanno detto, più o meno tutti: «Lavoriamo per un grande partito di sinistra e riformista». Tra i tanti, anche il neosindaco di Milano Piero Borghini, appena uscito dal pds: «Nello sconfortante panorama della sinistra, questo è- un modo, non per disgregare, ma per unire le forze di progresso. Dobbiamo uscire dall'incertezza prima che la storia ci madi a casa». Poche ore dopo D'Alema entra nella sede del pds milanese. Ci sono i segretari della Lombardia che (in undici su dodici) hanno già chiesto, implicitamente, la testa di Corbani. Lui, D'Alema, non dà peso a queste beghe: è qui per mettere a punto le liste elettorali. La voce dell'ortodossia è quella della segretaria provinciale Barbara PoUastrini. Ecco che cosa pensa di «Unità riformista»: «Un'operazione-traghetto verso il psi. Una manovra subalterna ai socialisti». Domanda: Corbani rimane nel pds? Risposta: «Ne discuteremo». E Roberto Vitali, segretario regionale: «Una scelta grave, sbagliata, di rottura soprattutto verso il pds». Tocca a Roberto Cappellini, segretario cittadino: «Chi ha compiuto questa scelta deve trarre le conseguenze del suo operato che è contro gli atti costitutivi del pds». E da Roma tuona Franco Bassanini, ministro ombra per l'Interno e candidato a Milano alle prossime elezioni: «Il socialismo-liberale è una cosa seria: non può essere lasciato nelle mani di Corbani». Replica Sergio Scalpelli, consigliere nazionale del pds: «Unità riformista è un tentativo per uscire dalle divisioni e dall'impotenza attuali della sinistra». Più facile trovare altri consensi nel psi. Bobo Craxi, segretario del psi milanese, non aderisce ufficialmente a «Unità riformista», ma si dice «d'accordo con il progetto politico». Luigi Vertemati, europarlamentare, e Ugo Finetti, vicepresidente della Regione, firmano il «Manifesto». C'è persino il leader della «Lega nuova» (gli scissionisti dalla «Lega lombarda») ad ascoltare la professione di riformismo. Commenta: «E' il momento dei grandi cartelli trasversali. Ben venga tutto ciò che vuol cambiare le istituzioni conservando democrazia e libertà». Francesco Cevasco Massimo D'Alema

Luoghi citati: Lombardia, Milano, Roma, Serbia