Miracolo a Brescia, la giunta è fatta

Miracolo a Brescia, la giunta è fatta Scongiurate le nuove elezioni anticipate: decisivo il voto in extremis di Maria Fida Moro Miracolo a Brescia, la giunta è fatta La de cede il sindaco alpsi BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO Miracolo o quasi: da ieri sera Brescia non rischia più nuove elezioni anticipate ed ha un nuovo sindaco. Non l'indipendente de Mauro Piemonte, ma il capolista psi Gianni Panella. E' stato eletto con 26 voti: i 13 de, i 5 psi, il liberale, i tre repubblicani, i due Pensionati, Maria Fida Moro che si è staccata da Rifondazione, Mario Abba che ha lasciato il pds. Anche se annunciata, smentita, riannunciata ancora, pare questa la novità di Brescia. Come Piero Borghini a Milano, un altro pezzo di pds se ne va a Brescia: e per votare il primo sindaco non de della città. Giornata confusa, quella di ieri. Consiglio comunale convocato alle quattro del pomeriggio, ma inizia quasi tre ore dopo. Sindaco e giunta eletti a sera, un quarto d'ora dopo le nove. Panella, 43 anni, ragioniere, faccia da bravo ragazzo, ex segretario della Camera del Lavoro, era il capolista psi. Sa di guidare una giunta a termine, dopo le politiche di aprile qui è prevista una verifica. Una soluzione votata per evitare nuove elezioni per i bresciani. E una figuraccia per i partiti. Fino alle nove di sera, però, Brescia è stata sempre più vicina alle elezioni anticipate. Domenica de e psi avevano proposto come sindaco l'oncologo Piemonte, scienziato arruolato alla politica: ma il professore non poteva contare che su 21 voti. Ieri mattina era il panico, e la de, da sempre alla guida di Brescia, fino alle ultime elezioni e al trionfo della Lega lombarda sempre primo partito della città, si è arresa: per ottenere i voti dei repubblicani e dell'ex pds Abba ha dovuto sacrificare Piemonte: «Ritiro la mia candidatura con molta tristezza», ha ammesso. Alle nove ha preso la parola il repubblicano Sergio Savoldi. «Noi non chiediamo niente, non vogliamo posti in giunta o assessorati - ha detto chiaro - Non votiamo per questa giunta che non ci piace, ma diamo il voto per evitare alla città un'altra umiliazione e nuove paralisi». E' una giunta - spiegherà poi - che non ha «alla guida una balena bianca agonizzante, con tutto il rispetto per il professor Piemonte. La guida un pesciolino, con tutto il rispetto per Gianni Panella, che non è bianco». Da Roma, Giorgio La Malfa ha benedetto l'idea. E dopo Savoldi è toccata a Mario Abba. Intervento difficile, il suo. Sofferto. Commosso. «Dopo 20 anni mi trovo a dover scegliere in modo diverso dal mio partito, il pds». Si è interrotto più volte, aveva gli occhi sempre più lucidi. Alla fine, dopo il suo «sì» a questa giunta guidata quantomeno dall'ex segretario della Camera del lavoro e non più da un de, l'ha consolato affettuosamente Paolo Corsini, il professore uni¬ versitario che del pds era capolista. Si sapeva che Abba era lì, pronto ad andarsene, deluso dal pds che da Roma ha deciso l'opposizione dura. L'ha fatto. Alle nove e un quarto, con questi 26 voti a favore e gli altri 23 contro (mancava un leghista) Gianni Panella si è ritrovato sindaco. Tra i socialisti bresciani, aiutato dal deputato e tesoriere Vincenzo Balzamo, in questi ultimi giorni dell'agonia rischiata è quello che ha trattato di più e meglio. Quando ha ringraziato i consiglieri che lo hanno votato, era commosso pure lui. Da oggi, in una Brescia sempre più toccata da licenziamenti e fallimenti di aziende, lo attende un compito rischioso. L'elezione di Panella è stata contestata da missini e leghisti. «Un papocchio che durerà appena tre mesi, dopo le elezioni politiche si riapre questo circo», dice il segretario nazionale e consigliere missino Gianfranco Fini. Francesco Tabladini, capogruppo della Lega lombarda, aderisce e aggiunge: «Che vergogna, signori». Ma le nuove elezioni anticipate sono state evitate, il miracolo della politica - nella Brescia che fu di Papa Paolo VI - è riuscito. Appena eletto Panella, socialisti e de hnno chiamato Craxi e Forlani. E' finito un incubo. Brescia, nella prossima campagna elettorale, non darà fastidio. Giovanni Cerniti I repubblicani «Diamo il voto ma non vogliamo assessorati» Qui accanto, Maria Fida Moro consigliere comunale a Brescia (eletta nelle liste di Rifondazione,, da cui poi si è staccata) Nella foto grande, il neosindaco Gianni Panella (psi) con Bettino Craxi