Cecov aggiornato ma senza elettrodomestici

Cecov aggiornato ma senza elettrodomestici «Il giardino dei ciliegi» sarà un film diretto da Aglioti, ex scenografo di Pedini, con Susan Strasberg Cecov aggiornato ma senza elettrodomestici Nel cast internazionale anche la Berenson e Barbara De Rossi ROMA DALLA REDAZIONI La villa a Piediluco è di quelle solide, vecchie, decadenti con terrazze degradanti verso il lago, a valle, e una piccola veranda ricolma di piante. Non ci sono ciliegi né giardino ma pini e aceri in un parco, anzi il solo ciliegio che si vede, come segno di Cecov, è un ciliegio bonsai in una delle camere da letto disordinatamente Primo Novecento. In questa villa, un tempo patrimonio della famiglia Franchetti, oggi proprietà della Provincia ma destinata a diventare la sede di una scuola per dirigenti d'azienda, Antonello Aglioti, per anni alter-ego di Meme Pedini nel senso che gran parte dei loro spettacoli teatrali erano firmati in due, Pedini come regista e Aglioti come scenografo, gira «Il giardino dei ciliegi». E' il suo primo film, frutto della sua prima regia teatrale, trasformato ades¬ so in opera cinematografica dalla sceneggiatura di Bernardino Zapponi, uno dei grandi autori nostri, da Fellini a Risi. Ambientazione contemporanea e italiana, senza elettrodomestici, però, e senza dialetti, in un tempo e in un luogo sospeso dove, ancora una volta, si ripete la storia della bella e decaduta signora che deve cedere la sua proprietà all'arricchito figlio del fattore, perché i tempi sono cambiati, gli alberi vanno abbattuti e il parco tagliato in tanti pezzi. Internazionale e assai chic il cast messo insieme direttamente da Aglioti, cercando e convincendo gli attori uno per uno. Susan Strasberg, mitica Figlia dell'ancora più mitico padre, spesso in Italia dove ha aperto una succursale dell'Actor's Studio, avvolta in una vestaglia di macramè rosa cipria, è Ljuba ovvero Livia, la proprietaria della villa; Dado Ruspali, in veste da camera di velluto e aria sfatta, è suo fratello; Marisa Berenson, sempre troppo elegante qualunque cosa indossi, è l'amica del cuore che insegna tedesco; Gabriele Gori è l'intraprendente giovane fattore; Barbara De Rossi, è la figlia adottiva; Valentina Forte la figlia; Lino Capolicchio il precettore tormentato dai pensieri; Cristiana Borghi la cameriera, «il lavoro fatto su Cecov, spiega Aglioti, è stato quello di rendere esplicito il sottotesto: estrarre la sensualità che corre in tutti i personaggi ma che, per epoca e stile l'autore aveva repressa, e portarla alla luce perché il gioco di attrazioni e repulsioni fosse più chiaro». Un esempio per tutti: Marisa Berenson, l'austera amica tedesca della padrona di casa, nella scena della festa smetterà la maschera di donna dalle buone maniere per trasformarsi in una sensuale adescatrice, pronta ad amoreggiare con chiunque l'avvicini, in un rito vendicativo e liberatorio. Tutti parlano molto della bel¬ lezza della sceneggiatura, dell'attualità del lavoro, della società che cambia e cancella riti e stili di grandissima fascinazione, con stupida foga di livellamento. Antonello Aglioti, invece, parla soprattutto della miopia dei produttori italiani incapaci di rischiare su un prodotto che non sia garantito dalla banalità. E racconta di come il produttore Giuseppe Bertolucci, dopo oltre un anno di attesa, alla fine, si sia tirato indietro lasciandolo solo; di come lui sia partito lo stesso con l'articolo 28, un finanziamento di Luciano Martino che ne ha venduti i diritti a Raiuno, l'aiuto della provincia di Terni che gli ha prestato gratuitamente la villa e ha provveduto a trovargli alcune sponsorizzazioni; del perché l'Istituto Luce non ha ancora mantenuto la promessa di distribuirglielo e del quanto speri in un arrivo all'ultimo momento dei soldi di un accordo governativo italo-francese.

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