I Grandi confinati in quattro righe

I Grandi confinati in quattro righe I Grandi confinati in quattro righe La stampa americana snobba vertice e allarmismi WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE In clamoroso contrasto con i giornali italiani, quelli americani non hanno attribuito alcuna particolare importanza al vertice del «Gruppo dei 7» che s'è tenuto nei pressi di New York. Nessun titolo o richiamo sulle prime pagine. Il «New York Times» pubblica uno smilzo articoletto a pagina 6, affogato dalla pubblicità di una casa di moda e con il riposante titolo. «17 dicono che gli ostacoli alla crescita stanno dissolvendosi». Il «Washington Post», nella metà bassa di pagina 22, informa che «I ministri del G-7 si impegnano a favorire lo sviluppo». Per tradizione, gli americani non danno grande importanza alle grandi istituzioni multinazionali, che considerano farraginose, prevalentemente rappresentative e impotenti a decidere. Anche l'annuale riunione del Fondo Monetario Internazionale, grande passione della stampa europea e italiana, di rado viene gratificata di copertura. Quando, nell'87, il governo Craxi decise di abbandonare «clamorosa¬ mente» il vertice dei 7 a Parigi, per protesta contro un trattamento dell'Italia come «Paese di seconda categoria», i giornali americani informarono brevemente e pacatamente i lettori che, nella capitale francese, si era riunito «il gruppo dei 6». Punto. Può piacere o non piacere, ma è così. Negli articoli apparsi ieri sul vertice G-7, i due quotidiani informano che il ministro del Tesoro americano, Nicholas Brady, ha espresso grande soddisfazione perché la riunione aveva avuto «notevole successo»: «appianate molte delle differenze preesistenti», «espresso un generale e inequivoco impegno a stimolare lo sviluppo». Certo, informa il «New York Times», non si è ancora ottenuto dalla Germania l'impegno ad abbassare i tassi di sconto, ma «il comunicato suggerisce che le attuali politiche del governo di Bonn possono portare a un abbassamento in un certo tempo». Il «Washington Post» attribuisce grande importanza alla decisione tedesca di eliminare la soprattassa straordinaria sul reddito del 7,5%, istituita per aiutare la Germania dell'Est. Tranquillizzanti informazioni di regime? Meglio scordarselo. I giornali americani sono meno proni al potere politico di quelli di molti altri Paesi, anzi non lo sono quasi per niente. Aggiotag- S'o macro-economico per stimore psicologicamente la ripresa? Non è plausibile. Il pubblico americano, anche il più ignorante, ha una cultura economica mediamente superiore a quella di ogni altro Paese. Nel bene e nel male, i soldi sono importanti. Non si scherza con i dollari. Lo dimostra, d'altra parte, l'autoflagellazione generalizzata sulla recessione in corso, 0 «declinismo» imperversante, che ha fatto titolare all'«Economist» di questa settimana «Sani il paranoico». Dall'inchiesta emerge che, nonostante il rallentamento della crescita, gli Stati Uniti hanno raddoppiato le esportazioni in cinque anni (solo un quarto in più per gli altri Paesi industrializzati), mentre le imprese sono più produttive del doppio di quelle giapponesi, guidando il mercato mondiale su quasi tutti i fronti, in particolare i più innovativi. Non per fare paragoni impropri, ma per offrire un termine di confronto, il tasso di disoccupazione Usa è alto, 7% circa, ma quello italiano è superiore del 50%. E' vero che il deficit federale è enorme, ma rappresenta il 2,7% del pil, mentre quello italiano il 10,1%. Paolo Passarmi

Persone citate: Craxi, Nicholas Brady

Luoghi citati: Bonn, Germania, Germania Dell'est, Italia, New York, Parigi, Stati Uniti, Usa, Washington