Rampe Usa per gli Scudi di Saddam

Rampe Usa per gli Scud di Saddam IRAQ i§ Il New Yori^ime^rivela che Washington passò informazioni riservate a Baghdad Rampe Usa per gli Scud di Saddam Un testimone: «La Cia le spedì prima del Golfo» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Neutrali? Beh, sì. Ma in un modo del tutto particolare. Durante la lunga guerra tra Iran e Iraq, gli Stati Uniti fornirono armi in abbondanza a tutte e due le parti, favorendo un prolungamento del conflitto, trascinatosi per 8 anni con effetti devastanti, poco meno di un milione di morti. Rivelazioni pubblicate ieri dal «New York Times» dimostrano che l'amministrazione di Ronald Reagan, dopo aver aperto, attraverso Israele, un robusto canale di rifornimento di armi all'Iran, iniziò a spedire armi e informazioni riservate in Iraq due anni prima di quanto si era ritenuto finora, cioè dall'82. Con effetti paradossali. Non solo il rafforzamento militare di Saddam Hussein, come già venne messo in evidenza in passato. Ma, soprattutto, per fare un caso concreto, i missili sovietici Scud, che, scagliati dall'Iraq, piovvero su Israele e poi uccisero 28 soldati americani, venivano lanciati da piattaforme mobili made in Usa. Alcuni aspetti di questa storia sono destinati a sollevare polemiche che possono avere effetti a lunga portata. Innanzitutto, l'amministrazione Reagan omise di informare le competenti commissioni di Camera e Senato della sua decisione di passare all'Iraq informazioni segrete. Allo stesso modo, la Cia nascose al Congresso di aver direttamente autorizzato le aziende costruttrici a vendere le armi. E, fatto che riporta la questione a termini di stretta attualità, l'uomo che selezionava i rapporti e le informazioni dell'Intelligence da «regalare» all'Iraq era proprio Robert Gates, attuale direttore della Cia. Poco dopo la prima ondata di missili Scud su Israele, un certo Richard Fuicz si presentò agli investigatori federali e raccontò una storia. Nel settembre dell"87, Fuicz, che allora faceva affari con alcuni Paesi del Medio Oriente, si trovò a passare per una fabbrica di camion, la Terex Corporation, una sussidiaria della Kcs, di Westport, Connecticut. La sua attenzione venne attratta da strani camion che in quel mo¬ mento passavano sulla linea di montaggio. Erano pitturati con i colori del deserto e, nella parte posteriore, avevano strani prolungamenti, costituiti da piattaforme d'acciaio. «Cos'è quella roba?», chiese. «Sono lanciamissili per l'Iraq», gli risposte tranquillamente Art Rowe, il direttore della fabbrica. Era una faccenda illegale, pensò Fuicz. Più tardi, Randolph Lenz, presidente della Terex, che era stato presente a quello scambio, gli fece notare che «quello era lavoro per il nostro governo». Non poteva «dire di più». Di più disse, invece, in seguito, David Langevin, vicepresidente. «Guardi che lei non ha capito - spiegò a Fuicz -. Questa roba ci è stata chiesta dalla Cia». Di quei camion ne furono spediti 225 e i caccia americani, durante la guerra del Golfo, fecero una fatica del diavolo a scovarli per distruggerli. Paolo Passarmi li ditutore iracheno Saddam Hussein. Secondo il New York Times le rampe degli Scud sarebbero state un «regalo» di Reagan

Persone citate: David Langevin, Randolph Lenz, Reagan, Robert Gates, Ronald Reagan, Rowe, Saddam Hussein