Monica è sempre primadonna

Monica è sempre primadonna A Melbourne la Seles batte la Fernandez: 13° successo nel Grande Slam Monica è sempre primadonna Con la racchetta e con i cappellini MELBOURNE. Neanche un sole implacabile ha costretto Monica Seles a rallentare l'impressionante velocità di gioco con la quale si è liberata in due sole partite di Mary Jo Fernandez nella finale degli Open d'Australia. Alla quarta vittoria consecutiva nelle prove dello Slam alle quali ha partecipato, Monica continua ad alimentare il record di precocità: 19 finali consecutive (13 vinte) costituiscono il suo fantastico bottino. Al momento Monica, sconfitta negli ultimi quindici mesi solo 6 volte (2 dalla Graf e dalla Navratilova, 1 dalla Sabatini e dalla Capriati), sembra in grado di esprimere una velocità al di fuori della portata delle avversarie, che possono avvicinarla solo quando è in giornata negativa, o forse sull'erba. Il tennis di attacco a tutto campo della jugoslava (di minoranza etnica magiara) sembra infatti poco adatto ai veloci e bassi rimbalzi dell'erba, ragione tecnica che sembrò più realistica del motivo ufficiale ai tempi della mancata partecipazione al torneo di Wimbledon: «Ma quest'anno giocherò sicuramente in Inghilterra. Quello che è successo mi ha disturbato per metà anno». La partita di finale con Mary Jo Fernandez si può condensare nell'analisi delle opportunità di vincere i giochi. La Seles ne ha collezionate 20 trasformandone 12 mentre la statunitense di origini dominicane ne ha totalizzate 15 trasformandone 5. Ciò si è verificato soprattutto poiché è stata sempre lei a comandare il gioco, aggressiva fino all'eccesso a cominciare dalla ribattuta. Sicuramente Monica non è condizionata dalla paura di esibirsi, come ha dimostrato anche il cappellino a fiori in stile neovittoriano indossato nella conferenza stampa. Anzi pare perfettamente a proprio agio nelle situazioni che per molti altri rappresentano la parte peggiore della popolarità. Vuole essere una campionessa in tutte le manifestazioni, sollecitata da una mania di perfezionismo che si esprime sul campo nel gioco totalmente aggressivo e fuori anche nella ricercatezza del maquillage. D'altronde il suo ideale è Suzanne Lenglen, campionessa del passato, tennista e danzatrice particolarmente apprezzata per i leggerissimi movi- menti sul campo: «Ho visto delle fotografie che la ritraggono in azioni così composte e allo stesso tempo così acrobatiche». Nei confronti di Monica, la Fernandez non ha potutp che confermare la scarsa attitudine nelle fasi determinanti della gara, una mentalità attendista che si può modificare per esigenze tattiche ma che non può essere stravolta al punto da esprimere capacità offensive sufficienti a mettere in difficoltà la scatenata Seles. «E' molto difficile giocare contro Monica perché non ti dà tempo. Ho avuto un saldo positivo ne- gli attacchi ma non è facile attaccarla» il condensato della partita secondo Mary Jo che ha annunciato senza convinzione progetti tattici diversi per il futuro. Ma probabilmente per batter la Seles ci sarebbe voluta un'altra giocatrice. Roberto Lombardi Finali. Sing. femm.: Seles-Fernandez 6-2, 6-3; doppio masc: Woodforde/Woodbridge (Aus)Jones/Leach (Usa) 6-4, 6-3, 6-4; doppio misto: Woodforde/Provis (Aus)-Sanchez V. (Spa)/Woodbridge (Aus) 6-3,4-6, 11-9. Moda neovittoriana per la Seles

Luoghi citati: Australia, Inghilterra, Melbourne, Usa