Ondata di scioperi su Bonn di Emanuele Novazio

Ondata di scioperi su Bonn Ondata di scioperi su Bonn / metallurgici incrociano le braccia BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I metallurgici tedeschi hanno avviato la scorsa notte una prova di forza che, quasi certamente, sfocerà nel primo serio conflitto sociale da otto anni, mentre si aggrava la situazione nelle banche: nelle fabbriche del bacino della Ruhr, della Bassa Sassonia e della regione di Brema è cominciato con il turno di mezzanotte il referendum che dovrà decidere lo sciopero di oltre 135 mila lavoratori affiliati alla potente «IG Metall». Ci vorranno quattro o cinque giorni per conoscere un risultato che le previsioni danno per scontato, anche se l'astensione dal lavoro scatterà soltanto se almeno il 75 per cento degli operai esprimeranno un parere favorevole. Il referendum fa seguito alla rottura delle trattative per un contratto che è diventato il punto di riferimento dell'intera sta- gione dei rinnovi. Mercoledì scorso le parti si sono lasciate sulle rispettive posizioni: i sindacati con richieste di aumenti del 10,5%, gli imprenditori con offerte del 5,7%, anche se dietro la rigidità di queste cifre sembrava esserci una certa disponibilità al compromesso, con 1 IG Metall disposta a scendere fino al 6,5 per cento. Lo scontro si annuncia duro anche per il rilievo politico che le trattative hanno assunto, do¬ po gli appelli e i moniti del governo e di ambienti economici, secondo i quali aumenti salariali superiori al quattro o cinque per cento potrebbero aggravare l'inflazione. I segnali sono stati netti: alla vigilia del referendum, l'IG Metall ha organizzato una grossa manifestazione a Duisburg, uno dei centri più importanti della siderurgia tedesca per la presenza di tre grandi gruppi, Thyssen, Mannesmann e Krupp. E in un dibattito alla televisione, il presidente della centrale sindacale, Franz Steinkuehler, ha alzato il tono del confronto, giustificando la richiesta del 10,5 per cento con tre ragioni soprattutto: l'inflazione, al 4,2 per cento negli ultimi mesi del '91, l'aumento della produttività degli operai tedeschi (più due per cento l'anno scorso) e «la necessità di una migliore distribuzione della ricchezza, dal momento che le imprese navigano nella liquidità grazie al lavoro degli operai». Secondo Steinkuehler, i benefici dei gruppi siderurgici tedeschi sono aumentati del 200 per cento fra il 1980 e il 1989, mentre i salari degli operai nello stesso periodo sono aumentati soltanto del 24% in termini reali. Gli industriali ribattono che ogni aumento superiore al 6% provocherebbe tagli all'occupazione in un momento preoccupante: all'Ovest i disoccupati sono oltre un milione e settecentomila, ma si prevede un nuovo incremento, dal 5,7 al 6%, della forza lavoro complessiva; all'Est, dove dal 30 al 50% degli occupati perderà il posto per la ristutturazione nell'industria, i disoccupati potrebbero salire quest'anno dal 10 al 15%. Aumenti salariali troppo elevati, secondo l'associazione degli imprenditori, metterebbero inoltre in pericolo il futuro dell'industria tedesca «in patria»: molte aziende si trasferirebbero all'estero, accentuando una tendenza cominciata dopo l'unificazione. Nel 1990 la sola industria metallurgica ha investito otto miliardi di marchi in Paesi stranieri, creando 15.000 posti di lavoro, mentre nello stesso periodo diecimila posti sono stati soppressi in Germania. La settimana sarà calda anche sul fronte della banche, dopo l'interruzione delle trattative per il rinnovo del contratto. Giovedì sarà deciso il referendum sullo sciopero, mentre continuano e si intensificano gli «scioperi di avvertimento» dei 430 mila addetti, che chiedono aumenti medi del 10,5% di fronte a offerte del 5%. I sindacati sostengono di poter scendere fino al sei-sette per cento, ma gli imprenditori sono solidali con la direttiva del ministro dell'Economia Moellemann: aumenti non superiori al quattro per cento. Emanuele Novazio Helmut Schlesinger presidente della Bundesbank teme che gli aumenti salariali possano far correre i prezzi

Persone citate: Brema, Franz Steinkuehler, Helmut Schlesinger, Krupp, Moellemann, Thyssen

Luoghi citati: Bassa Sassonia, Bonn, Germania, Ruhr