Ora anche la nebbia corrode

Ora anche la nebbia corrode I controlli con i sensori effettuati dai tecnici dei laboratori Usi Ora anche la nebbia corrode «Acida» proprio nei giorni di non inquinamento La nebbia che avvolse Torino il 18, 19 e 20 gennaio era acida, cioè corrosiva. Era una specie di aceto diluito 10 volte. Questo a causa dei veleni presenti nella nube del 16 e 17, quando in città le centraline antinquinamento segnalarono l'allarme rosso. La nebbia che corrode è stata accertata dai tecnici del laboratorio anti-inquinamento dell'Usi, che vi hanno trovato le sostanze tossiche che nei giorni precedenti vagavano nell'atmosfera. I controlli sono stati effettuati alla diga del Pascolo, alla confluenza del Po con la Stura, dove si trova una centrale idroelettrica dell'Azienda energetica municipale. Qui si trova un «armadio» munito di sensori che «vedono» la nebbia, la quale viene aspirata e fatta condensare su fili di «teflon», un prodotto plastico. Le minigoccioline - diventate acqua nerastra -, sono poi analizzate. «L'indagine sulla nebbia - ha spiegato Paolo Natale responsabile del servizio antinquinamento - fa parte di una ricerca condotta dal Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) con l'Enel, che ha fornito le apparecchiature: la campagna terminerà a fine anno. Torino è una delle aree prescelte». Così si è scoperto che la nebbia del 20 gennaio aveva un Ph di 3,9, che è l'unità di misura dell'acidità, la quale diminuisce se aumenta la concentrazione. In pratica, come abbiamo detto, era simile ad un aceto diluito dieci volte. «Ecco un paragone - ha spiegato Edoardo Maina, del laboratorio chimico Usi -: è come ci versassero addosso una Coca Cola». Già la nebbia del 9 gennaio ebbe un Ph di 4,1. Col passare dei giorni e con l'aumento dell'inquinamento la concentrazione è salita. «Occorre precisa¬ re - ha detto Paolo Natale - che questi sono dati iniziali e parziali, che vanno verificati con ulteriori controlli e analisi. Però indicano che una parte dell'inquinamento atmosferico è stato assorbito dalla nebbia». Questa nebbia è simile alle piogge acide che hanno distrutto delle foreste in Germania ed hanno arrecato danni anche in Val d'Aosta, Toscana, Trentino. Una recente ricerca della Cee dice che il 15 per cento delle foreste mediterranee è rovinato da queste piogge. «La nebbia acida - afferma Gian Angelo Vaglio, docente di chimica inorganica - è come la pioggia acida che corrode i monumenti, avvelena il suolo, attacca i metalli. Contiene acido solforico (derivato dall'andidride solforosa) e ossidi di azoto. Sostanze presenti nell'inquinamento delle città. Giuliano DoHini

Persone citate: Edoardo Maina, Gian Angelo Vaglio, Paolo Natale

Luoghi citati: Germania, Torino, Toscana, Trentino, Val D'aosta