Giù le mani dal baseball americano

Giù le mani dal baseball americano Stop al Giappone Giù le mani dal baseball americano NEW YORK. Gli Stati Uniti hanno reagito con sdegno all' ultimo «affronto» giapponese: l'offerta di cento milioni di dollari per acquistare una squadra di baseball. L'offerta, fatta dai proprietari della Nintendo, ha toccato un punto debole degli americani, che considerano il baseball come una religione nazionale. Molti commentatori hanno parlato di «sacrilegio». «Passi per l'acquisto delle isole Hawaii, degli studi cinematografici di Hollywood, dei grattacieli di New York. Passi per le accuse di pigrizia e ignoranza ai nostri lavoratori. Ma il baseball non si tocca», è stato commentato. La squadra in questione, i Mariners di Seattle, è stata posta in vendita dal proprietario, Jeff Smulyan, che sta affogando nei debiti. I tifosi sono in subbuglio perché la squadra, senza un finanziatore, sarà costretta a emigrare in un altro Stato americano. Ma l'unica offerta finora giunta, i 100 milioni di un consorzio di industriali guidato dai giapponesi, è ritenuta troppo scandalosa per essere perfino discussa. Fai Vincent, presidente del baseball americano, ha già detto no, facendo osservare che la federazione è contraria all'acquisto delle squadre da parte di stranieri. La freddezza della reazione ha lasciato perplesso Minora Arakawa, genero del fondatore della Nintendo, che vive a Seattle da 15 anni. Qualcuno ha fatto notare che mentre l'attuale presidente Smulyan vive nell'Indiana, il giapponese è un residente di Seattle. E mentre l'americano si è indebitato a suo tempo per acquistare la squadra, Arakawa ha pronti i soldi in contanti. Ma il timore che l'offerta possa diventare un «cavallo di Troia» per la conquista nipponica del baseball americano, una cittadella considerata finora inviolabile, rende molto difficile l'accettazione. La parola finale spetta ai proprietari delle squadre di baseball. La partita è cominciata.

Persone citate: Arakawa, Jeff Smulyan, Smulyan

Luoghi citati: Giappone, Hawaii, Hollywood, Indiana, New York, Seattle, Stati Uniti