Simpson, addio perfida Albione

Simpson, addio perfida Albione i documenti segreti dell'amore scandaloso fra Edoardo Vili e Wallis Simpson, addio perfida Albione Fuga in Francia nella notte, timori e rimpianti wrj LONDRA 1/ ENGONO finalmente alni la luce le carte segrete ■ sulla storia d'amore di JJ Wallis Simpson con Edoardo Vili e svelano la vicenda della sua fuga nel Sud della Francia, alla vigilia dell'abdicazione del re. I documenti sottolineano la paura della signora americana che i «cavallereschi» inglesi infierissero sul loro sovrano proprio nel momento della disgrazia e il timore di un esilio alla stregua di «Personaggio pubblico numero uno». Wallis Simpson fu costretta a lasciare la Gran Bretagna e a trasferirsi a Cannes, non appena l'opinione pubblica inglese all'oscuro dello scandalo per il silenzio dei giornali - cominciò a rendersi conto della crisi costituzionale. Le lettere che raccontano il travaglio della donna sono state conservate per ben 55 anni - insieme con altri tesori - nella soffitta della villa di Belton House, nel Lincolnshire, che è la casa di famiglia dei Brownlow. Lord Peregrine Brownlow, morto nel 1978, era non solo uno degli amici più intimi di Edoardo Vili, ma ne era anche il funzionaro di corte. Una cena tristissima Alla fine del 1936, il re invitò Brownlow a Fort Belvedere, vicino a Windsor, perché andasse a prendere Wallis Simpson. Nel suo diario, alla data 3 dicembre, Brownlow scrive di una telefonata altamente drammatica: «Voglio che tu porti Wallis all'estero stanotte stessa. Al telefono non posso dirti di più. Puoi venire a Fort alle 7 precise, con la tua auto e con bagaglio per 10 giorni? Non dire a nessuno, per nessun motivo, di tutto questo, nemmeno a Kitty (la moglie di Brownlow, ndr)». Al suo arrivo, quella notte, Brownlow si vide consegnare «un pacchetto, che conteneva i biglietti per un battello e le prenotazioni per le cabine, il tutto a nome Harrison». Racconta il funzionario di corte: «I documenti dell'auto erano intestati a lei - mentre avrebbero dovuto essere a nome mio o dello stesso Harrison. Si trattò di un piccolo ma spiacevole errore e provocò molti altri intoppi, sgradevoli e inopportuni, che si sarebbero potuti evitare». «Andammo a cena, una cena che ricorderò sempre come uno dei momenti più tristi di tutta questa disgraziata vicenda. Wallis era molto depressa, mentre il re, in preda al nervosismo, accendeva una sigaretta dopo l'altra». Saliti in auto, «il re mi strinse la mano e poi si sporse in avanti per toccarle la mano. Aveva gli occhi lucidi e le guance rigate di pianto, la sua voce tremava quando disse: "Ovunque arriviate stanotte, non importa a che ora, chiamatemi. Dio ti benedica, cara"». Ma all'alba, sbarcati a Dieppe da Newhaven, i fuggiaschi non riuscirono a trovare un hotel. Così proseguirono per Rouen, dopo aver telefonato per prenotare quattro camere singole: per la Simpson, per Brownlow, per l'autista e per la guardia del corpo che li accompagnava. Il diario ricorda che, «all'incirca alle 5,50 del mattino, andammo a dormire. Wallis si chiuse dentro. Mi ridestai alle 8,30 e alle 9,45 tentai di svegliare Wallis, bussando alla sua porta. Dopo cinque o sei tentativi andati a vuoto, piuttosto allarmato, chiamai la "femme de chambre", ma questa mi raccontò che la camera era vuota! Alla fine, dato che era assolutamente necessario muoversi, si alzò e fu pronta per le 11 ». Lord Brownlow conservò la ricevuta del Grand Hotel de la Poste, le cui prenotazioni erano state fatte a nome dei signori Harrison. Faceva 364 franchi. E a quel punto del loro viaggio in Francia, Lord Brownlow capì che avrebbe avuto la responsabilità di proteggere non solo Wallis Simpson ma anche «tutti i suoi gioielli». «Dato che il resto del viaggio si svolse di notte e visto che le nostre partenze dagli hotel erano spesso improvvise, quella grande e vistosa valigia porta-abiti di gioielli fin troppo famosi era un compagno di viaggio davvero ingombrante». Il 18 dicembre, appena arrivati a Lou Viei, Cannes, Wallis Simpson scrìsse una commovente4 lettera a Brownlow. Lo ringraziava non solo per l'aiuto prestatole durante il viaggio, ma anche per il rammarico sincero che aveva più volte espresso per il trattamento riservato a Edoardo. «Caro Perry, non riuscirò mai a esprimerle tutta la mia gratitudine per ciò che lei ha fatto. Continuare mi farebbe solo piangere e quindi sono sicura che capirà. L'attacco senza pietà nei miei confronti continua - tanto dai giornali americani quanto da quelli inglesi - e sono molto stanca, ma ciò che più mi addolora è vedere l'Inghilterra avventarsi su chi ha sempre fatto così tanto per il Paese. «Non riesco a credere che in un Paese che è considerato il più cavalleresco al mondo si possa colpire un uomo quando è già a terra. «Solo il tempo o la storia faranno giustizia. Ho deciso di stare qui per sempre, nonostante questi orribili piatti decorati e i cucchiaini rossi. E' impensabile riuscire a spostarsi senza che i giornali lo vengano a sapere e perciò devo restare qui. «Non riesco a immaginare che cosa ne sarebbe di me se ponessi fine al mio esilio. Che vita potrà avere un "Personaggio pubblico numero uno"? «La vita dei Rogers (proprietari della villa in cui la Simpson si rifugiò, ndr) è ormai rovinata e dubito che chiunque dei loro amici li cerchi ancora. Spero che lei non debba avere un destino troppo triste a Londra. Non c'è altro da aggiungere, se non i miei ringraziamenti. Wallis». Negli anni che seguirono Lord Brownlow pagò a caro prezzo il suo coinvolgimento nella vicenda di Edoardo e di Wallis Simpson. Una serie di lettere rivela come sia il deputato della sua circoscrizione, Harry Cruickshank, sia il vescovo di Lincoln lo consigliarono di non andare al matrimonio dei Windsor, che si svolse nel 1937. Il matrimonio proibita;^ Dice una lettera del vescovo: «Posso immaginare perché lei desideri essere presente al matrimonio. Ma sono convinto che se lei ci andasse, la sua posizione nel lincolnshire diventerebbe molto diffìcile». Alla fine, Lord Brownlow decise di non andare al matrimonio. Ma ci sono molti altri tesori nella casa dei Brownlow, tra cui un inedito poema in latino di Samuel Johnson. I distici elegiaci portano il titolo: Non cito petit mina, qui primum timet, (Non cade presto in rovina, chi per primo teme). Ma ci sono anche alcune lettere di Longfellow e un racconto dell'incoronazione di Giacomo I. Adesso, l'attuale Lord Brownlow vuole vendere i documenti del suo antenato, nonostante alcuni membri della famiglia siano riluttanti. Il prezzo è di 225 mila sterline (quasi mezzo miliardo di lire), Il municipio del lincolnshire vorrebbe comprarli e ha già raccolto 125 mila sterline. Richard Brootts Copyright «Obsorvere per l'Italia «La Stampa» «La cavalleresca Gran Bretagna come può colpire un uomo a terra?» «Starò per sempre qui, nonostante questi orribili piatti decorati» Edoardo Vili e Wallis Simpson nel giorno del loro matrimonio. Il re abdicò nel dicembre del 1936. i due si sposarono pochi mesi dopo