De Lorenzo: sigarette più pericolose dello smog

De Lorenzo: sigarette più pericolose dello smog «Nelle città pochi rìschi alla salute» De Lorenzo: sigarette più pericolose dello smog Ma il ministro propone interventi per prevenire una nuova emergenza ROMA. «Non si può parlare di un allarme sanitario vero e proprio, nel senso che non abbiamo evidenze dirette che dimostrino l'esistenza di effetti sulla salute dei cittadini in relazione al livello di inquinamento dell'aria registrato, in generale, in Italia»: così si esprime il ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo, in una intervista alla rivista «L'Automobile», il mensile dell'Aci. Tuttavia, De Lorenzo afferma che nelle grandi città, in aree territorialmente limitate, «le misurazioni effettuate indicano il superamento degli standard stabiliti dalla Cee», non tali comunque «da far insorgere il dubbio che vi siano possibili effetti sulla salute». Il ministro della Sanità, dopo aver affermato che il superamento degli standard previsti è comunque «la spia di una tendenza negativa», ha negato che l'inquinamento da gas di scarico delle auto possa aumentare il tasso di mortalità, «ma piuttosto l'aumento di particolari malattie associate, per lo più, al sistema respiratorio». Alla domanda secondo cui i gas di scarico, per il Nobel della medicina Renato Dulbecco, non sarebbero cancerogeni e che, secondo Umberto Veronesi, direttore dell'Istituto Tumori di Milano, un pacchetto di sigarette arrecherebbe più danni, ai fini dell'insorgenza di tumori, che le emissioni di un anno intero in una città come Los Angeles, De Lorenzo ha così risposto: «Dulbecco e Veronesi hanno ragione nel rilevare che, per quanto riguarda il cancro al polmone, il fumo è la più importante causa responsabile. E' però anche vero che non è possibile dimostrare in modo diretto il ruolo dell'inquinamento atmosferico sulla salute pubblica, inquinamento che peraltro non dipende solo dagli autoveicoli, ma anche da altre fonti come il riscaldamento, i processi industriali ecc.». Il ministro della Sanità, auspicando una stretta collaborazione in materia con il ministero dell'Ambiente, ha concluso sostenendo che è però «assolutamente necessario trovare gli strumenti» per il rispetto ambientale, poiché bisogna «operare prima che si producano i danni e non aspettare di avere la certezza degli effetti negativi sulla salute per intervenire». Intanto si è concluso ieri a Courmayeur il convegno internazionale dell'Ili sull «Autoveicolo di domani per il rispetto dell'ambiente». Nei due giorni di lavori esperti europei, americani e giapponesi dei maggiori organismi e laboratori di ricerca e delle grandi Case automobilistiche e petrolifere mondiali, si sono confrontati sull'inquinamento atmosferico. Negli ultimi 10 anni le emissioni inquinanti da gas di scarico si sono ridotte di dieci volte e gli studi in atto prevedono un ulteriore abbattimento di tre, quattro volte, nei prossimi anni. Comunque, per il rappresentante dell'Enea «l'adozione della marmitta catalitica può offrire la possibilità di raggiungere gli standard d'inquinamento previsti dai Paesi europei», misura che deve però essere accompagnata dalla realizzazione di nuove benzine e da migliori infrastrutture urbanistiche, premessa - come ha detto il professore di urbanistica Francesco Karrer dell'Università La Sapienza di Roma - «per sfruttare al massimo le innovazioni tecnologiche applicate agli autoveicoli». Renzo Villa re

Persone citate: De Lorenzo, Dulbecco, Francesco De Lorenzo, Renato Dulbecco, Renzo Villa, Umberto Veronesi

Luoghi citati: Courmayeur, Italia, Los Angeles, Milano, Roma