Un museo per le vittime di Stalin; schede colorate, che bello spreco

Un museo per le vittime di Stalin; schede colorate, che bello spreco LETTERE AL GIORNALE Un museo per le vittime di Stalin; schede colorate, che bello spreco Ricordiamo anche gli altri orrori A 50 anni dalla conferenza di Wannsee che decise l'attuazione dell'Olocausto, è stato inaugurato in Germania un museo che dovrà perpetuare la memoria del genocidio degli ebrei. E' un'iniziativa pienamente approvabile, essendo destinata a far ricordare alle generazioni future gli orrori dello sterminio razziale progettato e realizzato dal regime nazista. Mi chiedo tuttavia perché analoghe iniziative non vengano assunte per ricordare altri orrori ed altre vittime: mi riferisco ai crimini commessi dal regime comunista sovietico ai tempi di Stalin. Se l'intenzione è quella di mettere in guardia le generazioni future affinché certi episodi atroci non abbiano a ripetersi, allora la memoria di quanto è avvenuto in Europa air incirca dal 1920 al 1950 deve essere globale, deve cioè comprendere sia i crimini del nazismo che quelli dello stalinismo. Una memoria parziale non può essere accettata nè compresa dall'uomo razionale e rischia inoltre di perpetuare una artificiosa discriminazione fra «buoni» e «cattivi» che ormai si è dimostrata priva di ogni fondamento storico. Vittorio Olivero, Torino Per Benvenuto un ruolo inutile Su La Stampa il 18 gennaio scorso Mario Deaglio dice «Facciamo l'esame a Benvenuto» per stabilire se è in grado di risolvere il problema dell'evasione fiscale. A mio parere né il ministro, né i sottosegretari e soprattutto gli esperti alti dirigenti del ministero hanno bisogno di Benvenuto che, pur essendo intelligente e capace lavorato- re, non è un tecnico, come giustamente afferma Deaglio. Ed allora perché gonfiare ancora il peso dei politici nelle amministrazioni dello Stato, creando la figura inutile del Segretario Generale? Non è lecito sospettare che si tratti di un falso scopo per inserire nel ministero un'ulteriore «radice» socialista nella eventualità che col prossimo governo il socialista Formica venga sostituito? Mario Castiglioni, Roma Il mercato della droga fiorisce indisturbato La diffusione crescente di droghe illegali rappresenta un gravissimo danno per la società, oltre che per la salute degli individui che ne fanno uso intenso. Le politiche finora perseguite non hanno prodotto alcuna inversione di tendenza ed anzi hanno favorito lo sviluppo di poderose organizzazioni criminali che mettono ormai in pericolo le stesse istituzioni democratiche. Appare quindi urgente pensare a politiche diverse che tengano conto dei legittimi interessi dei cittadini che non si drogano. Per ammissione delle autorità, le attuali politiche di repressione non riescono a intercettare più del dieci per cento dei flussi di mercato, pari alla percentuale di scarto di un normale processo produttivo. Per il resto, il mercato fiorisce privo di controllo su produzione, confezione, distribuzione e prezzo al consumo. Un mercato a tutti gli effetti «libero» che consente immensi trasferimenti di denaro alle organizzazioni criminali. Questo denaro sporco da riciclare induce i trafficanti ad invadere settori legali della produzione di beni e di servizi, diffondendovi pratiche criminali e di concorrenza sleale. Introdurre gradualmente sul mercato, in modo differenziato, una regolamentazione ed un controllo pubblico effettivi produrrebbe alcune sicure conseguenze: a) l'abbattimento degli immensi profitti delle organizzazioni criminali, riducendo la loro capacità di corrompere e di minacciare le nostre istituzioni e di riciclare in attività economiche legali; b) la ridu¬ zione dei prezzi al consumo con la conseguente diminuzione della microcriminalità; c) la riduzione degli investimenti repressivi con la possibilità di incrementare le spese per qualificare il recupero dei tossicodipendenti. Questi argomenti stentano ad essere accolti dagli operatori economici. Di fronte alla questione del mercato delle droghe, istintivamente, per disattenzione o per timore di apparire schierati sulle posizioni degli antiproibizionisti, la comunità economica «non vede, non sente e non parla». Eppure dovrebbe essere la prima a reagire, visto che la diffusione della criminalità incide ormai di¬ rettamente e in misura crescente su di lei. Con finalità di studi, ricerche e iniziative pubbliche perché prevalga nella comunità economica la consapevolezza dell'urgenza di una nuova politica di regolamentazione e di controllo delle droghe, è stato costituito nei giorni scorsi per iniziativa di alcuni imprenditori, dirigenti e consulenti, con sede a Milano (via Boccaccio 34, tel. (02) 4800.0221, il Red (Comunità economica per la regolamentazione delle droghe). Antonio Contardo Toni Muzi Falconi Fernando Sanna Milano Votazioni in technicolor Con notevole celerità anche il Senato ha approvato la proposta di legge - già passata alla Camera - di introdurre per le elezioni il simbolo di lista a colori sia per la Camera che per il Senato. Il costo dell'introduzione della scheda a colori è stato calcolato in circa un miliardo e seicento milioni: prevedendo una pari spesa per il Senato possiamo calcolare in tre miliardi circa il costo globale dell'operazione. Date le condizioni diffìcili in cui versiamo, affiora, con grande amarezza, la domanda: ne vale la pena? prof. Salvatore Catalano Barzanò (Como) Come giudicare i giudici Nulla da eccepire quando il giudice opera nell'ambito della legge e del diritto. La sua autonomia deve, però, cessare quando sbaglia. Lo sbaglio di un giudice, anche se si tratta di semplice faciloneria e non di dolo, è sempre un fatto grave, e si deve rispondere con sanzioni severe o severissime. Il giu¬ dice deve essere intelligente, logico, giusto, imparziale, onesto e per questo ci deve essere qualcuno che lo controlli e che 10 premii o lo punisca secondo 11 suo operato. Ci sono giudici che hanno queste caratteristiche e giudici che non le hanno. Perciò il giudice deve essere sottoposto al controllo e alla disciplina, come al controllo e alla disciplina è sottoposto lo spazzino, il controllore di biglietti, il poliziotto, il lavoratore e l'impiegato di qualsiasi disciplina. Quando un giudice arriva al punto di mettere in libertà un imputato di gravi delitti perché la sentenza non ha superato l'ultimo appello o peggio ancora per cavilli giuridici, non dovrebbe rimanere al suo posto. Le forze dell'ordine, a rischio della propria vita e in ogni momento, giorno notte, di giorno festivo con bello e con cattivo tempo concorrono a consegnare al giudice il malavitoso. Il giudice si comporti allo stesso modo per la sicurezza e la pace del popolo. Giovanni Russo Pontedassio (Imperia) Ciao a tutti dall'Ucraina Io mi chiamo Zoia e ho 25 anni, sono di Cernovtsi (Ucraina) e studio medicina generale (l'ultimo corso). Mi piacerebbe conoscere la lingua italiana. Adesso, io frequento i corsi di lingua italiana, perché amo molto questa lingua e anche amo molto l'Italia. Oltre all'italiano (un po') conosco l'inglese e il francese. Scrivo al vostro giornale perché vorrei corrispondere con i ragazzi e con le ragazze italiani. Ciao! Zoia. Zoia Sabancie va Via Russehaia 52/5 274003 Cernovtsi Ucraina