«Ho preso troppe botte Voglio fare io il capo» di Gio. Bia.

«Ho preso troppe botte Voglio fare io il capo» «Ho preso troppe botte Voglio fare io il capo» ROMA. Sembrano cronache di altri tempi i racconti dei bambini nomadi trasformati in schiavi dai loro genitori. Con le testimonianze rese alla polizia hanno descritto la vita nel campo della Magliana vecchia come quella in un vero e proprio lager. Ecco la testimonianza di Marcella, 10 anni: «Ci portano a rubare al mattino presto, verso le 7,30 o le 8. Ci radunano al centro del campo e poi ci caricano in macchina, fino alla fermata del trenino che porta alla stazione Termini. Da lì prendiamo gli autobus, il 27 o il 170. Noi cominciamo a rubare e andiamo avanti per tutta la mattinata. Dopo qualche borseggio consegniamo i soldi ad uno dei grandi che aspetta in un bar vicino alla stazione. Ma bisogna stare attenti, se i soldi non sono abbastanza veniamo picchiati. Per questo a volte ci riuniamo prima e vediamo quanto abbiamo fatto, perché a chi ha rubato poco dà qualcosa chi ha rubato di più, in modo da evitargli le botte. Ci picchiano, ma stanno attenti a non farci troppo male perché se ci rompono un braccio non possiamo tornare a lavorare». I genitori di Marcella sono fra i sedici zingari arrestati ieri mattina all'alba. Ed ecco la testimonianza di Baio, 9 anni: «Io rubo negli autobus, oppure insieme agli altri per strada: a via del Tritone, intorno al Colosseo o alla stazione. Usiamo il metodo di circondare un signore, di chiedergli l'elemosina facendo chiasso e dandogli qualche spinta, e nel frattempo uno di noi, con le mani coperte dai cartoni, gli infila una mano in tasca e gli ruba il portafoglio. Ma io non vedo l'ora di crescere e di fare quello che controlla tutto da lontano e aspetta che gli portino i soldi, perché mi sono stufato di prendere le botte se non rubo abbastanza». Già, perché «i grandi» controllano ogni mossa dei piccoli schiavi, non li abbandonano un momento. Dopo aver raccolto le testimonianze dei bambini, i poliziotti hanno fatto decine di ap- Eostamenti e di pedinamenti, anno filmato e fotografato la giornata dei ragazzini nei minimi particolari, immortalando anche i «controllori». La giornata comincia molto presto, perché prima di Òj»ere portati in città i bambini Vengano impiegati per i lavori pacanti al campo. Ci sono fotograffe che ritraggono i ragazzini'intenti a scaricare e accatastare la legna, lavare le pentole, prendere l'acqua alle fontanelle, spingere grandi macchine che non partono perché c'è un guasto al motore. Poi, dopo il raduno al centro del campo, vengono condotti in città. Spesso sono le mamme quelle a cui viene dato l'incarico di accompagnare i bambini e di supervisionare il loro «lavoro». A riscuotere, invece, sono quasi sempre gli uomini. In una delle fotografie se ne vede uno a bordo di una Maserati biturbo nuova di zecca, pronto ad incassare la refurtiva. Si guadagna molto, infatti, a vivere sulle spalle dei baby-ladri. Ecco il racconto di un altro zingarello: «Noi più piccoli veniamo spediti per la strada, quelli più grandi, invece, vengono mandati a rubare negli appartamenti. I più bravi di noi riescono anche a fare 10 o 11 borseggi in mezza giornata, l'incasso varia da quanto si trova nei portafogli. A volte va bene e capita anche il turista straniero con addosso qualche milione». Calcolando che ogni giorno vengono sguinzagliati per Roma decine di bambini, e che ognuno di loro riesce a mettere insieme comùnque qualche «centone», il conto del guadagno a fine giornata è presto fatto. I più bravi e più grandi sono oggetto di un' autentica compra-vendita nel mercato tra nomadi. Le richieste maggiori sono per le ragazze adolescenti, dai 14 anni in su, perché oltre ad essere quasi sempre ottime borseggiatila e topi d'appartamento, servono anche per il matrimonio. In una delle perquisizioni., effettuate nella borgata di Tor Bèlla Monaca nell'ambito di queste indagini, è stato trovato un contratto matrimoniale che riguardava una ragazza quindicenne venduta al prezzo di 38 milioni di lire. La cifra, in questo tipo di commercio, varia proprio in base all'abilità nei furti. Il «lavoro» dei bambini nel centro di Roma finisce verso le tre del pomeriggio; a quell'ora gli zingarelli vengono di nuovo raccolti e ricondotti nel campobase, dove ricominciano con le «fatiche di casa». Se sono stati bravi tutto fila liscio, altrimenti scattano le punizioni, non solo corporali: si può anche restare senza mangiare o essere costretti a dormire fuori dalla roulotte. I gestori di questa impresa di piccoli schiavi hanno imparato ad usare i bambini anche prima del momento in cui vengono spediti a rubare. Sempre ieri, in un mercato nella zona di San Giovanni, i vigili urbani hanno trovato un bambino di 3 anni, nudo e coperto di zecche, che chiedeva l'elemosina sorvegliato da un sedicente nonno di 45 anni. Anche lui è stato sottratto all'accompagnatore e ricoverato in un istituto. [gio. bia.]

Persone citate: Baio, Magliana

Luoghi citati: Roma