Carcere lungo per i boss

Carcere lungo per i boss Carcere lungo per i boss ICarnazza condannati a 23 e 24 anni Per i trafficanti di eroina e cocaina le condanne rasentano e a volte superano quelle previste per l'omicidio volontario. Una conferma è arrivata ieri in seconda sezione del tribunale con la sentenza che ha concluso il processo contro il clan dei Carnazza. I giudici hanno inflitto rispettivamente 24 e 23 anni di carcere ad Alfonso Carnazza e allo zio Francesco, ritenuti i promotori dell'organizzazione criminale che ha spacciato ingenti quantità di eroina e cocaina in città e nella zona da Chiari a Venaria. Pene più miti agli altri imputati perché partecipanti all'associazione: Giuseppe Carnazza, figlio di Francesco, ha avuto 10 anni e mezzo di carcere e 80 milioni di multa; medesima condanna per Giuseppa Rimmaudo, convivente di Alfonso; e 14 anni e 9 mesi di carcere, 11 milioni di multa per Giuseppe Longo, il contatto milanese della banda, unico latitante. La sentenza è stata emessa ieri sera alle 19 dopo sette ore di camera di consiglio, dal presidente Malchiodi, in un'aula affollata di parenti e amici del clan. Volti duri, ira, ma nessuna intemperanza alla lettura del verdetto. I Carnazza erano i vecchi nemici della banda Miano per il controllo dello spaccio di droga in città. Nel settembre '84 Giovanni Carnazza, fratello di Franceso, era stato ucciso da Salvatore Parisi, il killer dei ca- tanesi che dopo l'arresto decise di collaborare con gli inquirenti confessando 22 omicidi e trascinando nel pentimento capi e luogotenenti del clan dei catanesi. L'omicidio di Giovanni non aveva fermato la scalata della potente cosca famigliare che si era presto riorganizzata e al momento della cattura, nel dicembre '90, controllava un enorme giro di stupefacenti. A mettere nei guai gli imputati sono state decine e decine di telefonate intercettate. Contro i Carnazza, difesi dagli avvocati Dal Fiume, Lauro, Lozzi e Macchia, ha testimoniano anche il pentito Salvatore Parisi. «So con certezza - ha raccontato il killer - che in quegli anni Alfonso Carnazza spacciava droga. Prima è stato nostro cliente, poi si è rivolto al clan concorrente dei Santapaola. Ho sentito dire che anche lo zio Francesco faceva parte dell'organizzazione che smerciava eroina». Contro Alfonso Carnazza ha testimoniato il pentito Parisi Francesco Cam azza considerato una «mente» della organizzazione

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