Lo studente dà la pagella al professore
Lo studente dà la pagella al professore All'Università di Torino c'è chi può assegnare il voto ai docenti come proposto da Stefano Rodotà Lo studente dà la pagella al professore E una bottatrice per gli assenteisti Studenti investigatori con licenza di segnalare docenti universitari assenteisti. Un numero telefonico verde per denunciare abusi dei professori. Lo propongono, da Bologna, i giovani socialisti per difendere i coetanei dalla presunta arroganza e impunità di alcuni insegnanti. Da Firenze è il presidente del pds, Stefano Rodotà a lanciare, in un convegno, l'invito a dare la pagella ai prof fannulloni. Insomma, lo slogan «studenti di tutta Italia unitevi contro i docenti» sembra far presa. Solo demagogia e provocazione? Quali le reazioni nel mondo accademico torinese? Diffìcile avere un quadro preciso sul fenomeno assenteismo tra i docenti. Quelli a tempo pieno hanno l'obbligo di lavorare 350 ore l'anno, i colleghi a tempo parziale, cento ore in meno. Chi controlla? Nessuno. E' il singolo a segnare la «presenza» nell'apposito registro che, a fine anno, deve essere controfirmato dal preside. Sulla carta è tutto regolare. In realtà non sono eccezioni i casi di prof che dedicano i rita- gli di tempo all'attività didattica (lezioni, esami, lauree) preferendo quella editoriale, pubblicistica o nello studio privato. In mancanza da fonti ufficiali, per averne un'idea basta scorrere le «controguide» degli studenti che non esitano a far nome e cognome di docenti modello all'incontrario. Altro che pagelle con brutti voti al prof, talora gli levano la pelle. Non solo perché disertano le lezioni ma perché si comportano da despoti, non sanno spiegare, trattano male. Alla Scuola di amministrazione aziendale (Facoltà di Economia) gli studenti hanno deciso da tempo un'iniziativa analoga a quelle proposta da Rodotà: la pagella agli insegnanti. «Non solo sulla base delle presenze - spiega il vicerettore Oreste Galliano -. Nella scheda compilata anonimamente, lo studente giudica il singolo insegnante sulla base anche della disponibilità al dialogo, della chiarezza nello spiegare, dei testi adottati. Si può essere sempre presenti ma essere asini». Professore, perché non si fa così anche in al- tre Facoltà? «Io sono favorevole. Gli iscritti pagano le tasse, hanno diritto a farlo sapere se vengono trattati male». Va oltre un altro vicerettore, Olimpia Cambino (facoltà di Scienze). Propone la registrazione elettronica dei colleghi in entrata e uscita. «Nelle università straniere lo si fa e nessuno ha da ridire». Arriverà la bollatrice anche per i prof come previsto per i non docenti a partire da luglio? Parola agli studenti. «Per me spiega Michele Rosboch, consigliere d'amministrazione - va bene ogni iniziativa che faccia funzionare meglio l'università. A una condizione: che sia garantita la libertà a noi e ai docenti di fare il rispettivo lavoro». Che cosa vuol dire Rosboch? «Gli studenti, ad esempio, devono essere liberi di scegliere i corsi e i prof che preferiscono. Com'è possibile, per citare un caso, seguire un corso ad Economia con 3 mila iscritti e un solo docente?». Arrivano proteste in Rettorato per docenti fannulloni? «Poche e anonime - risponde il rettore Dianzani - per professori che avrebbero disertato la commissione d'esame. Io posso soltanto chiedere ai presidi di verificare. Il voto degli studenti ai professori? Si può fare ma quale validità può avere? A Medicina negli Anni Settanta i giovani "promuovevano" o "bocciavano" i loro docenti nei giornaletti di Facoltà. Ma finiva lì». Guido J. Paglia Il prof. Oreste Galliano: «SI al voto ma non solo per le presenze» Lo studente Michele Rosboch (a fianco) e a sinistra il rettore dell'università Mario Umberto Dianzani
Persone citate: Dianzani, Mario Umberto Dianzani, Michele Rosboch, Oreste Galliano, Rodotà, Rosboch, Stefano Rodotà
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