Alcol e droga da combattere di Piero Casucci
Alcol e droga da combattere Crescono gli incidenti stradali Alcol e droga da combattere Anche senza i drammatici incidenti avvenuti in queste settimane per la nebbia vi erano segni palesi di un peggioramento della sicurezza stradale in Italia. Tra gennaio e giugno 1991, secondo le ultime statistiche disponibili, sono avvenuti 81.921 sinistri contro 80.405 nello stesso periodo '90 con 113.486 feriti (108.918) e 3398 morti (3056). L'aumento è sensibile e trova conferma nei dati relativi agli incidenti accaduti in autostrada e riferiti dall'Aiscat (Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori). A tutto il mese di settembre 1991 vi è stato un incremento del 3,5% dei sinistri (24.058 contro 23.006) e del 4,1% di quelli mortali. Allarmanti le cifre relative al mese di settembre, periodo in cui è stato registrato un aumento del 47,6% degli incidenti mortali rispetto al corrispondente periodo del 1990. L'Aiscat sostiene però che «sarebbe imprudente trarre dal pur preoccupante scenario prospettato dai dati conclusioni prive di verifica». Tuttavia le statistiche sugli incidenti - è stato fatto presente più volte - non rispondono al vero perché incomplete e lacunose. Mediamente il numero dei morti è superiore del 1015% a quello denunciato. La situazione non è critica in termini assoluti se consideriamo che il 92% della mobilità delle persone in Italia avviene su strada (il 7% in ferrovia e 1' 1 % per via aerea). Più giusto forse parlare di cauto pessimismo. Inquietante è semmai il fatto che il 90% degli incidenti mortali sia dovuto al comportamento dei guidatori. Nessuna statistica, purtroppo, è in grado di dirci quanto esso sia influenzato dall'aggressività, dalla sconsideratezza, dall'uso incontrollato di psicofarmaci, dalla droga, dall'alcol. Alcol c droga sono indubbiamente alla base degli incidenti del sabato sera, due nemici che non sarà facile debellare perché minacciano di fare sempre nuovi proseliti. Un giovamento potrà essere tratto dall'entrata in vigore del nuovo Codice stradale che giunge a noi, però, dopo interminabili conflitti di competenze fra i dicasteri interessati (Lavori Pubblici, Trasporti, Interno) ma non sarà impresa da poco vincere l'insofferenza alla disciplina di cui, non soltanto per colpa loro, gli automobilisti italiani danno prova. Infinite le violazioni ai limiti di velocità in autostrada, scarsissimo il numero di coloro (il 10%, si calcola) che indossano le cinture, senza contare lo stato di usura o di decrepitezza di una grande quantità di veicoli in circolazione. In Inghilterra, il Paese più sensibile al problema degli incidenti stradali, l'obbligo di usare le cinture si accompagna al convincimento della loro utilità. Notevolissimi i vantaggi che ne sono stati tratti, ma non è detto che la circolazione automobilistica in Gran Bretagna sia tutta rose e fiori perché la guida in stato di ebbrezza alcolica è un tema ricorrente, angoscioso. Tuttavia è questo il Paese ove sono stati raggiunti risultati di grande rilievo in fatto di sicurezza stradale. Nel secondo trimestre del 1991 è stata registrata una diminuzione sensibile (-18%) nel numero dei morti, il risultato migliore - relativo a un trimestre - dal 1948 ad oggi secondo il ministero dei Trasporti britannico. Ma al senso di responsabilità degli automobilisti, pur in un Paese in cui vige un limite di velocità particolarmente ridotto in autostrada (112 km/h), concorre anche un impianto dissuasivo e repressivo massiccio in un contesto di grande responsabilità a livello legislativo. Il tema più recente posto all'ordine del giorno in quel Paese, in tema di sicurezza, riguarda la protezione dei bambini trasportati a bordo. Si stima che un dispositivo idoneo farebbe diminuire del 75% il rischio che perdano la vita o rimangano seriamente feriti in caso di incidente. Piero Casucci
Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Italia
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