«Un rigore? Lo tirerò» di Fabio Vergnano

«Un rigore? Lo tirerò» «Un rigore? Lo tirerò» //fantasista juventino, sereno manda un messaggio agli ultras TORINO. Forse la telenovela è davvero finita. Baggio non conferma e non nega, ma basta guardarlo in faccia per capire che la sindrome fiorentina è stata debellata. Poteva essere una settimana di straordinaria tensione, invece questi sono giorni di ordinaria attesa, come capita a tutti i giocatori alla vigilia di una partita importante per la squadra, non per se stessi. E così Baggio per la prima volta pensa alla partita di Firenze soltanto come ad una tappa fondamentale nella corsa allo scudetto. L'anno scorso si rintanava come una belva ferita, oggi ha persino voglia di scherzarci su. Non resta che attendere la risposta del campo, anche se la sensazione è che questa volta non si esporrà al ridicolo. Ma proprio perché vuole evitare spiacevoli equivoci sceglie la strada del silenzio. Martedì un quotidiano fiorentino ha cercato lo «scoop» con titoli ad effetto. Baggio non ha gradito, così si è rimangiato la parola data. Niente confessioni. L'ha capito da solo, non è stato necessario l'intervento di Boniperti. Poche battute bastano per liquidare l'argomento: «Per questa settimana non parlo. Meglio stare zitto, altrimenti viene fuori un bel pastrocchio come l'anno scorso. Ai giornali di Firenze non c'è verso di farla capire, però. Dico due frasi e loro boom, la sparano grossa». Lo stuzzicano con la storia dei rigori. Se la Juve ne avrà uno, lui lo batterà? La risposta è prima di tutto una larga risata, poi bisbiglia un «sì» che in un baleno fa il giro del vecchio Comunale. «Ha detto sì» commenta la gente con aria compiaciuta e sembra di ritrovarsi nello spot pubblicitario dove c'è quel tizio che deve giudicare la maturazione degli ananas. Un Baggio sicuro delle proprie forze, insomma, ed altrettanto convinto che contro la Fiorentina la Juve si giochi una consistente fetta di scudetto. Infatti spiega con parole che non possono essere fraintese: «Domenica ci vogliono i due punti. Altrimenti il discorso scudetto potrebbe anche chiudersi in anticipo». Oggi Trapattoni verificherà in partita le condizioni di Reuter e De Agostini, entrambi candidati al rientro. Se il terzino non dovesse farcela, il Trap ha pronta la soluzione di riserva con Marocchi, che già contro il Verona è stato utilizzato sulla fascia sinistra. Soltanto necessità o piuttosto il segnale di una trasformazione imprevedibile? Marocchi non sembra, allarmato: «Ho giocato in diverse parti del campo. Significa che so fare tante cose. Finora è stata un'esigenza dettata da problemi di formazione, ma in futuro chissà...». Giocatore intelligente, Marocchi non indietreggia di fronte a nuove prospettive: «Perché no, potrei anche fare il terzino. Non dipende tanto da me, quanto dal tipo di squadra che vorrà fare Trapattoni. Domenica ho faticato per un tempo, poi sono entrato di più nel vivo del gioco. Bisognerà vedere se anche in futuro sarò all'altezza della situazione. Io credo che per diventare giocatori indispensabili conti poco la posizione. Non esiste una scala di valori determinata dal numero che porti sulla schiena. Io sono un giocatore di quantità, è normale che la gente si diverta più con Baggio che con me». E' ottimista anche per Firenze: «La solidità è la nostra caratteristica. Non si va più all'avventura. Con Trapattoni non subiamo, ma imponiamo noi il gioco». Fabio Vergnano

Luoghi citati: Firenze, Torino