L'Inter vola la fiducia a Suarez

L'Inter vota la fiducia a Suarez LA SVOLTA Il nuovo tecnico ha guidato ieri alla Pinetina il primo allenamento dei nerazzurri in vista della difficile trasferta di Foggia L'Inter vota la fiducia a Suarez Zenga tende la mano: per noi è la soluzione ideale APPIANO DAL NOSTRO INVIATO E' l'interrogativo del giorno. Come giocherà l'Inter di Suarez? «Secondo le teorie propugnate da Rocco - risponde sorridendo il tecnico spagnolo -, Se i nostri avversari attaccheranno, noi ci difenderemo; se loro si difenderanno ci regoleremo di conseguenza. Scherzi a parte, vale sempre un antico concetto: fare un gol più dei nostri avversari. Ma in questo momento l'importante è ritrovare soprattutto il gruppo, l'intesa. Anche perché ci aspetta un avversario difficilissimo come il Foggia. I pugliesi in campo sono dappertutto. A tratti sembra persino che giochino in dodici...». Il primo giorno di Luisito Suarez alla Pinetina, un angolo dei suoi ricordi migliori, si è consumato in mille domande che non hanno avuto risposta. Le hanno fatte i giornalisti ma anche lo stesso tecnico ne ha rivolte parecchie ai suoi giocatori. Chiacchierando con loro, nel segreto dello spogliatoio, ha cercato di carpire, se non proprio di capire, gli umori della squadra, i problemi che si porta dietro. Poi nel tardo pomeriggio ha indossato la tuta ed ha guidato l'allenamento, ritornando nel clima che gli è più congeniale. Da oggi basta con le parole. Suarez comincerà a studiare la formazione lasciando gli interessati in pieno dubbio. C'è attesa per verificare cosa cambierà in vista di Foggia. Ci si chiede se ritornerà di moda Battistini dopo un girone d'andata che l'ex viola ha definito «il peggiore della mia carriera». Proprio lui che con l'arrivo del concittadino Orrico pensava di diventare un punto fisso della squadra. Ora è in ballottaggio con Bergomi per fare il libero, considerata anche la batosta di due giornate di squalifica toccata a Ferri. Anche perché Montanari, a differenza di Ciocci e Bianchi, non recupera. Suarez terrà titolari e riserve sulle spine ma ha già mostrato il viso duro alla squadra quando ha ricordato che «tutti devono rimboccarsi le maniche, non so¬ no qui per una gita turistica in un luogo "storico" per il calcio nerazzurro. Ripartiamo da zero ma prima devo sapere dove posso attingere. Anche perché c'è poco da programmare, abbiamo i prossimi mercoledì impegnatissimi: Cremonese, Olympique e Juventus ci aspettano nell'ordine. A Foggia ci tocca un test che più difficile non poteva essere: una squadra veloce, unica nel suo genere in Italia. Per fare bene, ripeto, dovrà esserci un gruppo unito, altrimenti i bei discorsi o le tattiche non produranno alcun cambiamento». Praticamente è il discorso che ha fatto Lothar Matthaeus quando ha ricordato ai giornalisti che un campione non vince da solo la partita. «Non ci riuscivano Pelé o Maradona, neppure Suarez ai suoi tempi, immaginarsi il sottoscritto in un campionato diffìcile come quello italiano. Lasciamo stare il passato, è come un libro chiuso. La storia con Orrico è fmita ma voglio precisare che non sono mai stato contro di lui, ho percorso la stessa strada. Come ci ha detto Sua- rez, dobbiamo andare in campo per vincere, a cominciare da Foggia. Ci aspettano anche la zona Uefa e la Coppa Italia anche se avremo un avversario difficile come la Juventus. Nell'andata a Torino abbiamo perso ma siamo stati all'altezza dei bianconeri. Non abbiamo paura della Juventus». I giocatori, ovviamente, hanno fatto a gara nell'elogiare il nuovo tecnico mentre capitan Bergomi provvedeva a precisare una sua dichiarazione secondo la quale avrebbe voluto Marini in panchina con Beppe Baresi come vice: «E' stata male interpretata una mia battuta e pertanto non smentisco nulla perché io quella cosa non l'ho detta». Sono sempre ragazzi anche se guadagnano da grandi. Stando a Berti sono stati sei mesi sprecati, ora l'Inter deve tornare a respirare l'aria delle vette. L'anziano, Baresi, ha confidato che Suarez ha chiesto «un pizzico di più d'unità, basta con le incomprensioni e certi atteggiamenti». Come a dire che fra i nerazzurri c'è stata davvero guerra fra i vari clan. Ma Zenga insorge: «Macché attrito fra noi e i tedeschi! Sono cose inesistenti. In realtà siamo stati traditi dai risultati. Suarez per noi rappresenta la soluzione ideale: l'ho conosciuto come avversario, guidava una grande Under 21 spagnola, così forte da battere quella di Vicini, che è stata forse la migliore rappresentativa di tutti i tempi». Giorgio Gandotfi La prima immagine di Suarez durante l'allenamento che ieri gli interisti hanno svolto ad Appiano Gentile Il neo tecnico nerazzurro ha parlato a lungo con tutti spiegando le proprie teorie

Luoghi citati: Appiano Gentile, Foggia, Italia, Torino