Enti di Stato? Nessuna paura arriva Seppia, uomo di cultura
Enti di Stato? Nessuna paura arriva Seppia, uomo di cultura NOMI E COGNOMI Enti di Stato? Nessuna paura arriva Seppia, uomo di cultura L senatore Enzo Berlanda veglierà dunque da presidente della Consob sul nostro sciagurato mercato finanziario. Come criticare questa nomina decisa dal governo in articulo mortis insieme a decine di altre? La competenza del senatore Berlanda è indiscutibile: autorevole presidente della Commissione Finanze del Senato, nella «vita civile» fa il dottore commercialista e dirige uno studio nel quale lavorano diciotto persone. Il suo predecessore Bruno Pazzi, quando per la familiarità con Giulio Àndreotti fu chiamato a far parte della Commissione, gestiva a Roma il cinema-teatro Brancaccio. Preoccupa, semmai, che interpellato da «la Repubblica» sulle ragioni della sua scelta, il senatore abbia risposto: «E' stato determinante il parere di Piazza del Gesù», che per chi non lo sapesse è l'indirizzo della democrazia cristiana. Quando dovrà affrontare il suo primo caso di insider trading, che potrebbe coinvolgere - caso non infrequente personaggi prossimi al suo partito, il presidente Berlanda che cosa farà? Andrà a chiedere «il parere di Piazza del Gesù»? Ma dubitare di Berlanda prima di averlo visto all'opera non ci piace, come odiamo discutere la nomina di Giorgio Benvenuto a segretario generale del ministero delle Finanze. Nel nuovo ruolo, l'ex sindacalista farà di certo opera mirabile, con le sue doti d'in- 1 dacE 1 min telligenza e passione civile. Ma perché a quel posto è stato designato lui e non altri dotati di analoghe qualità? La ragione è la stessa che ha indotto il governo a nominare l'onorevole Mauro Seppia, socialista e presidente della Commissione Cultura della Camera, alla carica di presidente dell'Inadel, l'Istituto nazionale di assistenza ai dipendenti degli enti locali. Ignoriamo i titoli dell'onorevole Seppia, ma non dubitiamo che il presidente di un'importante Commissione parlamentare possa occuparsi efficacemente dei casi previdenziali degli impiegati di Comuni e Province. Anche nella cospicua infornata di nuovi ambasciatori nominati su proposta del ministro degli Esteri Gianni De Michelis ci sono uomini di prim'ordine. Per esempio, il consigliere Gianni Castella neta, capo servizio-stampa del ministro, che abbiamo visto all'opera, preziosa in ogni latitudine. In graduatoria Castellaneta ha scavalcato 90 colleghi per assumere la carica di ambasciatore a Teheran. Il consigliere Ludovico Or¬ iana, capo servizio-stampa del Presidente della Repubblica, giunse al Quirinale da Washington, dove aveva assaporato i fasti della diplomazia. Ha servito con competenza e stile un presidente quantomeno difficile. E infatti è precocemente incanutito, proprio come capitò a Cossiga durante il rapimento di Moro. E' stato nominato ambasciatore a Lisbona, scavalcando almeno 76 colleghi. L'articolo 97 della Costituzione prevede, come ha ricordato il professor Gianfranco Miglio, il reclutamento dei funzionari «mediante concorso». E in democrazia vige il concetto delle «pari opportunità» per i cittadini. Ma di fatto, invece, il ceto politico e gli uomini ad esso contigui sono «più uguali» degli altri. E' vero che la circolazione delle élites non può far male alla democrazia, ma il ricambio sarebbe preferibile dall'interno all'esterno, dall'amministrazione verso la politica. Invece capita sempre più spesso il contrario. Tanto che il professor Sabino Cassese si è chiesto: «Come deve sentirsi un giovane funzionario pubblico italiano a leggere le notizie di questi giorni ? Quali incentivi a progredire nella carriera potrà trarre dalla notizia che i vertici dell'apparato in cui lavora sono scelti fuori dal corpo amministrativo a cui appartiene ?» Si rassicuri il professor Cassese. Ormai i giovani chiedono: «Papà, come si fa a entrare in politica?». Alberto Staterà »raj
Luoghi citati: Lisbona, Nomi, Roma, Teheran, Washington
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