Cartoon alle stelle

Cartoon alle stelle Collezionisti scatenati alle aste internazionali, adesso la moda arriva in Italia Cartoon alle stelle Disegni da centinaia di milioni rwy MILANO ili RECENTOQUARANTA I milioni per un Paperino I del 1930. Duecento per JJun Topolino. Duecentocinquanta per Biancaneve. I cartoni non sono più «animati» soltanto sullo schermo. Si animano anche tra i collezionisti miliardari. Sotheby's e Christie's si mettono al passo, rastrellano pezzi e annunciano la prima asta dedicata ai cartoon disneyani (si terrà a Londra in aprile). La videocassetta di Fantasia ha superato il milione di copie solo in Italia. E la febbre da cartoon dilaga. A Londra (come scrive ì'Independent), fioriscono i negozi specializzati. Il più famoso è «Name That Toon», una galleria d'arte di Soho. Vende materiale per tutti i gusti e per tutte le tasche, dai primi Disney alle Turtles giapponesi. Una tartaruga mutante, munita di pizza, vale 140 mila lire. Un Mickey Mouse originale otto milioni e mezzo, una Pantera Rosa 500 mila lire. La rivista Antique collector ha dedicato un ampio servizio al neonato collezionismo dei rodovetri (è il nome tecnico dei fogli di celluloide, sottilissimi, usati per realizzare i cartoni animati). Molti critici americani si indignano per le alte quotazioni raggiunte. Altri parlano di una nuova frontiera della Pop Art. Rand Brenner della Warner Brothers sostiene che «i disegni dei cartoni animati sono un investimento serissimo, piaceranno sempre, perché ognuno di noi è stato bambino e si è nutrito di quelle avventure colorate». Giura che presto i pezzi più preziosi raggiungeranno il milione di dollari. Stephen Herbert del London Museum of the Moving Image la pensa diversamente: «Investirei i miei soldi in qualunque altra cosa, prima di pensare a un pezzo di celluloide». Forse non ha tutti i torti perché i rodovetrì sono tra le opere d'arte più diaboliche, più evanescenti. Col passare del tempo colori e disegni possono evaporare e scomparire. Il supporto di celluloide rischia di polverizzarsi. E l'investimento svanisce nel nulla come le nuvolette di Bip-Bip. Finora le major americane non si erano rese conto che i disegni usati per i film d'animazione avessero un mercato. Li consideravano solo un ingombro e li lasciavano marcire nei magazzini. Molti venivano addirittura cancellati e riciclati per risparmiare sulla celluloide. Follie, che oggi fanno accapponare la pelle ai collezionisti. Solo la Disney aveva riservato maggiori attenzioni al suo patrimonio «animato», proteggendo gli animaletti da uno sfruttamento eccessivo, regalando e diffondendo parecchi disegni tra i milioni di fan raggruppati in club. Da quando la febbre del collezionismo è cominciata a salire, le cose sono cambiate. Ogni secondo di film è fatto con una media di 24 disegni, che significano 86.400 l'ora. I vecchi cartoni animati rischiano di diventare una miniera d'oro per risolvere i problemi finanziari di Hollywood. Una sola avventura di Bugs Bunny vale più della Gioconda? Le cose non sono così semplici. Solo pochi rodovetrì sono d'«autore». La maggior parte erano realizzati e colorati in serie. E pochissimi rappresentano il protagonista per intero, al centro della scena, con uno sfondo interessante, una scenografia. Molti mostrano solo pezzi di celluloide con nuvolette, una mano, un piede, qualche frammento di movimento. In Italia il collezionismo di rodovetrì è solo all'inizio. E non stimola follie come in America o Inghilterra. Sergio Pignatone, collezionista e commerciante di Torino, sta preparando un'asta di materiale disneyano per il salone di Lucca. La prima gallerìa specializzata è già nata, a Milano. Si chiama l'Agrifoglio. In marzo (probabilmente) organizzerà con Alfio Bastiancich e Chiara Magri dell'Asifa (Associazione italiana cinema d'animazione) una collettiva dedicata ai giovani animatori italiani. «Sta nascendo un pubblico di appassionati - dice Isabella Montuoro, titolare dell'Agrifoglio - che compra rodovetrì e disegni originali. I prezzi oscillano tra le 70 e le 100 mila lire. I più belli arrivano al mezzo milione». Gli autori più venduti sono Bozzetto, Laganà, Cavandoli (quello del Mr. Linea reso popolare dalle pentole Lagostina), Manuli (il realizzatore delle mani volanti e del Nichetti animato in Volere Volare). «Ai festival specializzati - dice Guido Manuli - noi animatori abbiamo sempre venduto disegni. Ma non per fare business, faccio prima a regalarli. Finora ho buttato via la maggior parte dei miei disegni. Dopo averci sudato tanto sopra, non li volevo più vedere. Pochi minuti di film significano seimila tavole. O sei padrone del Duomo di Milano o quei pezzi di carta ti scacciano. Questione di spazio. Ma vedendo cosa accade alle aste in America, ora ci penserò due volte davanti alla pattumiera. Le cifre record? Sono follie. Ma c'è anche il pazzo che spende milioni per le mutande di Madonna. Forse è meglio avere un disegno unico di Fantasia: è quadro, un capolavoro». Bruno Ventavoii ■ Un'immagine di «Biancaneve» di Disney ( 1937). In alto Nichetti trasformato in cartoon da Mandi per «Volere volare»