La Stasi leggeva anche i temi delle elementari

La Stasi leggeva anche i temi delle elementari GERMANIA La scoperta di una parlamentare Spd: «Mia figlia, 10 anni, era considerata filo-occidentale» La Stasi leggeva anche i temi delle elementari Nuove rivelazioni dagli archivi dell'ex Ddr, spiati i bambini BONN NOSTRO SERVIZIO La Stasi spiava anche i bambini delle elementari. Potrebbe sembrare quasi una barzelletta, il potente servizio di spionaggio interno della ex Germania dell'Est che dedica le sue forze a studiare le filastrocche dei bambini per scoprire quelle filo-occidentali, invece è l'ultima novità nella lunga lista del dove e del come le orecchie dell'Apparato per la sicurezza dello Stato si protendevano per investigare fin nelle sfere più intime la vita dei cittadini. In tutte le scuole della Ddr il direttore aveva il compito di preparare un «dossier dei bambini in pericolo», cioè quei bambini che mostravano per esempio «comportamenti politicamente aggressivi» o comunque sembravano ricevere in famiglia inclinazioni che non concordavano con gli insegnamenti del socialismo reale. In tutte le classi, dalla prima elementare fino alla Maturità, si raccoglievano quindi migliaia di dati su altrettanti bambini. Solo gli asili e il nido, pare, non venivano presi in considerazione. L'onore della scoperta è toccato questa volta ad una parlamentare Spd della Germania Est, Angelika Barbe. La parlamentare ha raccontato a Stero che leggendo il dossier della polizia su di lei ha trovato numerosi riferimenti a sua figlia Henriette, oggi tredicenne, ai tempi in cui faceva le elementari e le medie. Henriette era «fòrtemente filo-occidentale», mentre in genere tali comportamenti «non sono riscontrabili in bambini della sua età». L'ultimo rapporto della maestra alla polizia segreta è recentissimo, il 22 giugno del 1989, pochi mesi prima che crollasse il Muro. Non è ancora chiaro quanti fossero i nomi iscritti nei «dossier dei bambini in pericolo», ma probabilmente centinaia di migliaia. Le informazioni al direttore della scuola le fornivano gli stessi insegnanti che dovevano compilare dei formulari evidenziando le «particolarità» di quei bambini, che potenzialmente erano «politicamente insicuri». Accanto al dossier la Stasi aveva anche elaborato un catalogo di misure per «riprendere in pugno i bambini». Ma le informazioni sui bambini non erano soltanto per recuperare il gregge delle pecorelle smarrite. Compito dell'insegnante della piccola Henriette, per esempio, era anche «raccogliere informazioni su persone che avevano contatti con Angelika Barbe, amici, visite, eccetera». Con questo episodio si apre un ennesimo capitolo sulle attività di una polizia segreta che raccoglieva informazioni in modo maniacale. Dai microfoni nei confessionali, alla raccolta di boccette impregnate degli «odori» dei dissidenti, ai bambini delle elementari, la febbre di «sapere tutto di tutti» della Stasi sembra non conoscere limiti. E tutto veniva naturalmente archiviato con precisione teutonica, di tutto c'è una testimonianza scritta, puntigliosa e precisa. A volta questi dossier rasentano il ridicolo, come quando i poveri funzionari della Stasi si lambiccavano il cervello cercando di scoprire terribili messaggi sovversivi in ogni poesia. Chi l'ha vissuto di persona non deve però aver riso molto. E oggi tutto viene a galla. Dal 1° gennaio di quest'anno ogni cittadino ha diritto ad entrare al numero 14 della Behrenstrasse, nella parte Est di Berlino. Lì sono raccolti i 220 chilometri di dossier della Stasi. Ognuno può consultare il suo dossier. È magari - è successo - scoprire che il coniuge l'ha spiato per 20 anni. Francesca Predasi

Persone citate: Angelika Barbe, Francesca Predasi, Stero

Luoghi citati: Berlino, Ddr, Germania, Germania Dell'est, Germania Est