L'assalto di Cossiga a Gava e pds di Alberto Rapisarda

L'assalto di Cossiga a Gava e pds Nuovo intervento del Capo dello Stato. Forlani: «L'importante è non farsi avvelenare» L'assalto di Cossiga a Gava e pds E in Rai c'è chi vuol farlo tacere in campagna elettorale ROMA. Cossiga deborda e travolge, tra pesanti ironie o accuse frontali, Gava («non l'ho mai accusato di essere boss e figlio di boss»), Occhetto («è uno zombie con i baffi»), La Malfa («sputa nel piatto dove ha mangiato») e Altissimo («frequento cattive compagnie? Ma se vado spesso a cena a casa sua»). E' una giornata tempestosa per le istituzioni e foriera di sicuri uragani. Il Presidente della Repubblica ha garantito che terrà comizi e scenderà nelle piazze per ribattere agli attacchi del pds «colpo su colpo». «La campagna elettorale si avvelena solo per chi vuole avvelenarsi, non certo per me» aveva detto un Forlani furibondo, ma ancora speranzoso, verso l'ora di pranzo. A sera, stremato, il segretario della de alzava bandiera bianca. «L'unica cosa da fare è chiudersi in un riserbo assoluto» comunicava ai suoi collaboratori dopo aver rilevato, incredulo: «Se l'è presa anche con Gava!». Ma all'improvviso, in tarda serata, un'altra notizia rendeva ancora più pesante l'atmosfera. In un incontro «top secret» tra la commissione bicamerale e i vertici della Rai sulla campagna elettorale, si era parlato anche delle «esternazioni» di Cossiga. «Nessuna decisione è stata presa», aveva assicurato il presidente della commissione Andrea Borri, de. «Del resto, una regoalmentazione della materia non spetta a noi». Ma il democristiano Golfari dava un'altra versione. Alla riunione sarebbe emersa la convinzione di contenere «in questo particolare e difficile momento» gli interventi del presidente Cossiga in modo da non turbare la campagna elettorale. Altra tempesta in arrivo. Che aggiunta all'attacco contro Gava non prometteva nulla di buono. Con il capogruppo de, infatti, Cossiga è stato, se possibile, ancor più duro che con Occhetto. Capo d'accusa ufficiale: aver difeso il diritto del segretario del pds di parlare liberamente in campagna elettorale. Ma il contenzioso tra Cossiga e l'uomo più potente della de è più antico. Sono stato capito male, ha spiegato il Presidente della Repubblica in occasione della commemorazione di Franco Piga alla quale era intervenuto (Forlani non c'era andato). «Io non ho mai intimato al pds né allo zombie con i baffi, cioè al quel poveretto dell'on. Occhetto, di non parlare, perché questo sarebbe autoritario, rappresenterebbe un atto di prepotenza camorrista e io non sono mai stato né sono mai stato chiamato boss, né di Sassari, né di Chiaromonti, né di Castellammare di Stabia (il paese di Gava, ndr). E non sono né sono stato mai chiamato, seppure ingiustamente, figlio di boss». Cossiga aveva chiesto a Gava di rettificare le dichiarazioni rese l'altro ieri al TG2. Ma la rettifica non è arrivata. E il Presidente ha picchiato duro. Gava si è guadagnato la serenità e la pace conquistandosi «la be¬ nevolenza dell'ex pei» e ora «nessuno più ciancia contro di lui e afferma che non accetterà la richiesta di unità, come fu risposto, nella lotta contro la criminalità organizzata, finché egli fosse ministro dell'Interno; nessuno lo chiama più camorrista e amico dei camorristi, nessuno insinua che così come si è lasciato ammazzare Moro, a differenza di questo egli con altri suoi amici abbia trattato con le Brigate rosse, tramite la camorra, per salvare un suo amico; nessuno insinuerà sulla parte oscura, falsità anche questa, avuta da suo padre nel salotto buono di casa Morlino». (Il riferimento è alle voci che volevano il padre di Gava non contrario al piano Solo). Poi è passato ad Occhetto, il quale «farebbe meglio, secondo l'invito rivoltogli dagli operai della Fiat, ad andare a zappare e a raccogliere le margherite. Ma siccome mi piacciono la terra e le margherite mi fa un po' schifo il pensare che la terra possa essere violata e le margherite colte dalle manacce degli zombiees con i baffi». Questa volta la scena era un ospedale romano dove sono ricoverati i due nordafricani quasi ammazzati da una banda di razzisti. Cossiga ha scherzato con i cronisti al seguito a proposito dell'accusa dì Occhetto a Craxi, di aver comperato la scissione del pds. «Scusate ma debbo andare a prendere i denari da Craxi, non vorrei che mi faceste perdere il finanziamento». Entrando nell'ospedale aveva premesso: «Sono stato sette volte in anestesia totale e qualcuno vorrebbe farmene un'altra oggi, fino al giorno delle elezioni». Nessun dubbio. Cossiga non starà zitto a nessuna condizione. C'è, invece, la certezza che il Presidente della Repubblica alzerà sempre più i toni per trovare udienza sui mezzi di informazione e far passare i suoi messaggi, sommergendo col suo clamore qualsiasi altra voce in campagna elettorale. Se «questi quattro ragazzoni» del pds mi attaccheranno su Gladio, Piano Solo, P2, golpismo «io difenderò il mio ufficio colpo su colpo alla tv, sui giornali, nelle piazze in modo tale da recargli il massimo danno e il minimo vantaggio». L'obbiettivo è di «liberare il popolo italiano e una parte dei politici, dalle intimidazioni dei piccoli comunisti». Scontato l'attacco a La Malfa, il quale ieri ha annunciato che per il pri Cossiga ha superato ogni limite e che, a questo punto, i repubblicani sarebbero pronti anche a chiederne le dimissioni (non la messa in stato di accusa) se non mancassero che pochi mesi alla scadenza del mandato presidenziale. Ma potrebbero anche ripensarci. Meno scontata la punzecchiatura al liberale Renato Altissi- mo, uno dei primi iscritti al «partito del presidente». La sua colpa è stata aver giudicato negativamente il fatto che Cossiga frequenti il missino Fini. «La compagnia di cui mi circondo più di frequente è la sua» gli ha risposto acido Cossiga. Cossiga continuerà anche se il fronte a lui favorevole comincia a sfaldarsi? «Lasciami sciogliere le Camere, è cosa di pochi giorni» ha confidato ieri a un suo amico. Andreotti ha comunicato ieri sera che si presenterà giovedì 30, nel pomeriggio, alla Camera e al Senato per comunicare che il governo chiude. Alberto Rapisarda 1 M II Presidente Cossiga: «Se il pds attacca, rispondo colpo su colpo» Occhetto (sopra): «Premeditazione contro il nostro partito»

Luoghi citati: Castellammare Di Stabia, Roma, Sassari