Cossiga: «Starò zitto se tace il pds»

Cossiga: «Starò zitto se tace il pds» La de teme una campagna elettorale influenzata dai discorsi a sorpresa del Presidente Cossiga: «Starò zitto se tace il pds» Gava: un segretario non può tacere ROMA. Cossiga insiste e la de non sa proprio come fare. «Tra le cose sulle quali chiederò al corpo elettorale di decidere, è di scegliere tra me e Occhetto, tra la mia buona fede e la mia correttezza e l'improntitudine dell'on. Occhetto» promette Francesco Cossiga dagli schermi del Tg2. Sbiancano i volti dei dirigenti democristiani perché un proclama del genere finisce per annullare la campagna elettorale che lo scudo-crociato aveva progettato, concentrando l'attenzione su un improponibile duello: Presidente della Repubblica contro segretario del maggiore partito di opposizione. Per Occhetto è un terno al lotto, perché può galvanizzare i suoi e chiamare a raccolta i delusi. Per la de è un serio rischio, perché ci sono i missini appostati che si danno da fare per intercettare i voti del «partito di Cossiga». E poiché il Cossiga che vuole intervenire nella campagna elettorale sembra non avere più un suo preciso partito di riferimento, alla fine tutto potrebbe risolversi in un duello d'altri tempi,; Fini-Occhetto, missini contro pds. Forlani e Andreotti speravano che il Presidente della Repubblica avesse deciso di misurare meglio i suoi interventi dopo aver rinunciato al «duello» con De Mita in tv. «Una trasmissione che per fortuna è stata evitata» aveva confessato' sollevato, lunedì sera, Giulio Andreotti al segretario del psdi,. Cariglia. «Ho telefonato a Forlani che si è detto d'accordo con le mie preoccupazioni» ha spiegato al Tg2 lo stesso Cossiga. Edi ha chiarito che ha chiamato: Forlani perché lui e De Mita non; si parlano più. E' stato Cossiga a rinunciare ad andare alla trasmissione di Biagi e ne ha spiegato meglio i motivi ieri-sera al Tgl delle 20. Poiché il confronto con De Mita avrebbe «rischiato di assumere i connotati di uno scontro e di uno spettacolo» Cossiga ha preferito «proporre al presidente della de di rinviare il dibattito, anche pagando di persona, subendo, cioè, poi un linciaggio». Per la verità, Cossiga doveva sapere sin dal momento in cui aveva accettato l'invito di Biagi che avrebbe affrontato un duello con De Mita. Il suo ripensamento è stato frutto delle ultimissime ore e, probabilmente, dei suadenti argomenti usati dai dirigenti democristiani che proprio ieri hanno imposto il rinvio della decisione finale sulla messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica. E, dietro mosse e contromosse dell'interminabile contesa tra Cossiga e la de, si intuisce la sopravvivenza di un sotterraneo legame, di un rapporto che non si spezza anche per uno stato di necessità. «Secondo me non vuole andare contro il suo partito - assicura Antonio Cariglia ■. Evitando il faccia a faccia con De Mita ha voluto evitare di mettere in difficoltà il partito da cui proviene. Mi pare difficile che uno che per tanti anni ha militato in un partito, poi, alla fine si senta di tradirne le origini». E secondo il segretario del psdi, anche le dichiarazioni di Cossiga contro Occhetto favoriscono la de, anche se «da un punto di vista oggettivo» lui le giudica «una interferenza». Se così fosse, Cossiga finirebbe col costringere la de a concentrare la sua campagna elettorale soprattutto contro il pds, mentre lo scudo-crociato preferirebbe prendersela anche con gli «oligarchi» della finanza e delle grandi imprese. L'imbarazzo in casa de è evidente. Se gli si chiede una opinione sul duello Cossiga-Iotti, Arnaldo Forlani risponde irritato: «Non ho seguito quella vicenda, non è una cosa seria. Io non mi occupo di cose non serie». Meno diplomatico, Antonio Gava dice quello che pensa dell'ultimatum di Cossiga ad Occhetto: «Se c'è uno che non può tacere in campagna elettorale è il segretario di un partito politico e, quindi, Occhetto». E si merita il plauso del pds che aggiunge però (Quercini) che «la de avrebbe dovuto fare molto di più per gli strappi operati sistematicamente dal Capo dello Stato». «Meglio tacere» è il sintetico commento di Occhetto. Ma, volenti o nolenti, i de sembrano condannati a star dietro al loro Presidente della Repubblica e ai toni da crociata anti-pds con i quali vuole impo- stare la campagna elettorale. Anche perché sarà difficile controllarlo quando gli altri terranno comizi in Italia e lui se ne starà quasi inintorrottamente all'estero in un turbinio di viaggi che lo porteranno dagli Usa a Londra, a Parigi, Bonn, Helsinki e via volando ed esternando col consueto seguito di giornalisti e telecamere. Il problema primario, per lui, rimane sempre la ri¬ chiesta del pds e di altri di metterlo in stato di accusa per attentato alla Costituzione e alto tradimento. E la de non si stanca di dirgli che è lei l'unico vero suo difensore. Glielo ha dimostrato anche ieri al Comitato per i procedimenti d'accusa decidendo di tirare ancora in lungo evitando una decisione finale. E a sera, al Tgl delle 20, Cossiga telefonava per rilasciare una di¬ chiarazione che correggeva in parte quella del Tg2 delle 13. «Se il pds imposterà la sua campagna elettorale sull'impeachmente, gli risponderò colpo su colpo, ma questo non significa che il Presidente della Repubblica voglia scendere in piazza e comportarsi alla stregua di un leader politico». In realtà, tutti gli avevano detto ieri che questo proprio non lo può fare. Per i socialisti il minacciato appello agli elettori è «improprio», per il pli è «discutibile». Per il pri è «una mancanza di limiti». Ieri i socialisti, un po' imbarazzati, hanno tenuto anche a precisare che non vogliono che il loro appoggio a Cossiga venga confuso con quello dei missini. Alberto Rapisarda Il psi: «Dalla parte di Cossiga ma non insieme ai missini» Cariglia «Evitando De Mita ha voluto salvare la de» Cossiga: «Risponderò colpo su colpo alle accuse del pds . ma non mi comporterò alla stregua di un leader politico» Il presidente della de Ciriaco De Mita e il leader del psdi Cariglia

Luoghi citati: Bonn, Helsinki, Italia, Londra, Parigi, Roma, Usa