Crack Lauro Carnevale esce di scena

Crack Lauro, Carnevale esce di scena Era il garante nella liquidazione della flotta napoletana. Saranno processati in sette Crack Lauro, Carnevale esce di scena Il giudice prosciolto dall'accusa di interesse privato NAPOLI NOSTRO SERVIZIO Corrado Carnevale esce di scena. Nell'inchiesta-stralcio sulla liquidazione della flotta Lauro, il presidente della prima sezione penale della Corte di cassazione non indosserà gli scomodi panni dell'imputato. Il giudice dell'udienza preliminare Sergio Visconti lo ha prosciolto infatti ieri a Napoli dall'accusa di interesse privato, disponendo il non luogo a procedere «per non aver commesso il fatto». Nel calderone dei procedimenti partiti dal crack di quel che fu l'impero del comandante Achille Lauro, Carnevale era finito nell'ottobre scorso. Nei suoi confronti, i sostituti procuratori Rosario Cantelmo, Nicola Quatrano e Federico Cafiero avevano avanzato una richiesta di rinvio a giudizio, rilevando irregolarità nel ruolo svolto durante la gestione commissariale della flotta. Un duro colpo per il magistrato «ammazzasentenze», così come lo definiscono i suoi nemici, quelli che lo accusano di aver rimesso in libertà, in nome di un garantismo formale, camorristi e mafiosi. Ma ora Carnevale può lasciarsi alle spalle le vicende napoletane, a meno di un ricorso in appello da parte dei pubblici ministeri, dopo che il giudice Visconti depositerà le motivazioni del proscioglimento. Nella storia infinita della «svendita» del patrimonio Lauro, il presidente della prima sezione della cassazione compare per la prima volta tre mesi fa: dopo un interrogatorio a Roma, gli viene notificato un avviso di garanzia. Nel mirino, ci sono gli anni tra l'86 e l'88, quando Carnevale ha ricoperto l'incarico di responsabile del Comitato di sorveglianza, l'organismo che avrebbe dovuto controllare il procedimento di liquidazione dei beni della flotta e tutelare gli interessi dei creditori. Che le cose non fossero state condotte in piena trasparenza, i magistrati napoletani lo avevano già appurato nell'aprile dello scorso anno, quando disposero il rinvio a giudizio del commissario straordinario della flotta, Flavio De Luca, e dei due imprenditori, Eugenio Buontempo e Salvatore Pianura, titolari della Starlauro, la società che si è aggiudicata all'asta i beni del «comandante». Quel passaggio avvenne a prezzi stracciati: l'inchiesta ha accertato che i due acquirenti non hanno mai sborsato una lira, intascando invece 4 miliardi con la vendita di altrettante navi. Il processo contro il commissario, i due soci compratori, e altri quattro imputati, accusati di reati che vanno dall'interesse privato all'abuso di ufficio e al peculato, comincerà il 28 gennaio prossimo. Ma dall'inchiesta principale era stata stralciata la posizione di Carnevale che, secondo i sostituti Cantelmo, Quatrano e Cafiero, avrebbe svolto in maniera «anomala» il suo compito di garante. Scrissero i tre magistrati: «Si realizzò un canale diretto tra gli acquirenti Buontempo e Pianura e il presidente del Comitato di sorveglianza». Il proscioglimento voluto dal giudice Visconti dà ragione al presidente della prima sezione della cassazione, che ha sempre sostenuto di aver svolto il suo ruolo nel pieno rispetto della legge. La stessa posizione assunta dal segretario del partito liberale Altissimo, all'epoca dei fatti responsabile del dicastero dell'Industria, per il quale ai primi di dicembre i magistrati napoletani hanno chiesto al Tribunale dei ministri l'autorizzazione a procedere per avere dato il benestare alla vendita di beni della flotta alla società «Fisim», ad un prezzo che avrebbe sottostimato il reale valore degli immobili. Mariella Cirillo Corrado Carnevale, giudice della prima sezione della Corte di Cassazione

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