«Caro Biagi, con De Mita no...» di Francesco Cevasco

«Caro Biagi, con De Mita no...» «Caro Biagi, con De Mita no...» // Presidente non va al «faccia a faccia» MILANO;* Scena: ore 19,35. Enzo Biagi annuncia ai telespettatori che alla prima puntata della sua «Storia» non ci saranno Francesco Cossiga e Ciriaco De Mita. E dice che è colpa del primo. Prescena: ore 17,15. Il Presidente della Repubblica annuncia che, «d'accordo» con il presidente della de, non parteciperà, per ragioni di opportunità politica. Retroscena: ore 17,30. Biagi e De Mita si parlano al telefono. E De Mita sbugiarda Cossiga: «Io ero e sono pronto. E' lui che non vuole. Perché? Non lo so». Stesso orario: De Mita è in viaggio verso gli studi della «Deal film» da cui si sarebbe collegato con Rai-Milano e con Quirinale-Roma. Riceve la telefonata, non da Cossiga direttamente: «Lasciamo perdere». «A quel punto - confida a qualche amico -, dopo il no di Francesco che ci vado a fare?». Retroscena del retroscena: a Sualcuno il faccia a faccia tra i ue non piaceva proprio. Quel qualcuno non poteva certo proporre a Biagi di farlo saltare. Ma è riuscito a convincere Cossiga di quanto fosse «inopportuno» data la gravità della situazione politica. «Non mi risulta - commenta Biagi nella sua stanza nùmero 238 alla Rai di Milano - che nelle ultime ore sia riscoppiata la guerra del Golfo». Sta scrivendo quello che leggerà in diretta tv. E' imbufalito, un paio di pastiglie di «Tavor» lo aiutano a non perdere la calma. E, poco dopo, inaugura lo studio bianco della sua nuova trasmissione «Una Storia». Si siede alla scrivania e attacca: «Buonasera. Per la prima volta vengo davanti a voi con un profondo senso di disagio. Alle 17,15 di oggi il presidente Cossiga mi ha fatto sapere dal ministro Ortona, suo capo ufficio stampa, che dovevamo rinviare questo programma. La decisione, mi ha detto, era stata presa in pieno accordo con l'onorevole De Mita che dà me successivamente interpellato, invece si è dichiarato pienamente disponibile per questa serata». Sottolinea: «In poche parole è Cossiga che ha disdet¬ to l'appuntamento pregando De Mita di dichiararsi consenziente». Poi, pacato, rifa la storia del primo non-programma con audience da record trasmesso in tv: «Ho chiesto al Presidente della Repubblica di partecipare all'intervista a due con De Mita. M'ha risposto "ben volentieri". Gli ho mandato domande scritte. Si è discusso persino di abbigliamento». Retroscena: Cossiga ha chiesto consiglio su come doveva vestirsi. E anche di togliere dalla scheda di presentazione il riferimento a moglie e figli. Accettato, com'è stato accettato, di precisare bene l'hobby di radioamatore del Presidente (sigla IOFC4). Ancora conferme finché, dice Biagi, «all'improvviso il Quirinale confessava con un comunicato di aver ritenuto opportuno rinunciare all'incontro televisivo per non creare nuovi problemi invece che risolverli. Tutto questo sarebbe accaduto dopo aver esaminato, ovviamente con De Mita, la delicata situazione politica e istituzionale che, evidentemente, deve èssere precipitata dopo i pasti». Biagi non ci crede. Lo dice nei corridoi della Rai: «E' ora che certi politici la smettano di far pipì in testa ai giornalisti quando poi si comportano così...». E lo ripete in tv: «Mi pare impossibile che due persone che avevano difficoltà a guardarsi sul teleschermo si siano incontrate per discutere pacatamente della situazione italiana dopo che una delle due (De Mita, ndr) dichiarava che era disposta a far visita all'altra (Cossiga, ndr) solo dopo il ricovero in clinica». Possibile retroscena: ci sarebbero di mezzo anche Forlani e Gava ad aver sconsigliato all'uno e/o all'altro di mettersi a faccia a faccia con un Biagi pronto a pizzicarli con domande feroci tipo: «Voi vi definite oltre che democratici anche cristiani, ma non ho mai visto gente tanto tenace nei rancori: perché?»; «De Mita, ma che idee si devono fare gli elettori di una de che si sbrana con tanta allegria?». Era previsto anche un «De Mita, lei ha detto che è disposto ad andare a trovare Cossiga se fosse malato (la prima versione, poi corretta a richiesta, era: appena lo ricovereranno in clinica), non potrebbe anticipare?». Anziché interrogare Cossiga e De Mita, Biagi, alla fine fa quattro chiacchiere con i direttori del Corriere, Stille; della Stampa, Mieli; del Giornale, Montanelli; del Messaggero, Pendine Ili; del Tgl, Vespa (che in primo tempo non voleva starci). Per riassumerli in una parola: «stupore». Trovata di Montanelli: «Dovresti mandargli dei fiori a Cossiga: ti ha fatto artefice di un grande evento: un'esternazione mancata!». Scalfari, direttore di Repubblica non è stato sentito per buon gusto: ce l'ha talmente su con Cossiga... Al quattordicesimo minuto Biagi stacca: il suo amico Giancarlo Aneri se lo porta via a brindare col «Ferrari» e il suo braccio destro Franco Iseppi: «Complimenti, miglior non-programma mai è stato fatto». Francesco Cevasco Ciriaco Mita (a sinistra): «lo ero pronto alla trasmissione con il Presidente». A destra Bruno Vespa, direttore del Tgl ITU ii'n'ui

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