Nostalgia senza sorprese per il «vecchio» western

RASSEGNERASSEGNE Nostalgia senza sorprese per il «vecchio» western IL successo di «Balla coi lupi» ha rilanciato l'attenzione per il più classico dei generi americani: il western. Il film di Kevin Costner (il suo primo lavoro come regista, dopo una brillante carriera d'attore), premiato con una pioggia di Oscar, ha riproposto l'opposizione irriducìbile che sottende i migliori western: quella tra la «civiltà» bianca e la «tradizione» indiana, quest'ultima destinata a soccombere di fronte alle spinte dei coloni in cerca di una nuova frontiera da superare per realizzare il proprio sogno. A lungo il western ha visto gli indiani come 1'impersonificazione del male, come una sacca di resistenza contro la spinta inarrestabile del progresso; successivamente, quando l'America conoscerà la sconfitta in Vietnam e la contestazione interna, la visuale è stata capovolta e gli indiani sono stati presentati come portatori di libertà e di saggezza travolti dall'imperialismo e dal colonialismo. La proposta di cicli sull'argomento è stata una caratteristica tipica dei cinefonim degli Anni 70, affollati da studenti alla ricerca di film che coniugassero spettacolo e sguardo critico sulla realtà. A quella rassegna si ispira il programma «Better Red Than Dead», in cartellone al Massimo 2 dal 17 al 29 gennaio. Per i pochi che non li avessero visti allora, o per chi serbasse qualche nostalgia non appagata dai frequenti passaggi televisivi, ecco alcuni dei western più noti sull'argomento: da «Ombre rosse» di Ford a «Soldato blu» di Nelson. Nessuna scoperta, nessun film raro: ma, forse, un velo di nostalgia per quello che è stato il modo di avvicinarsi al cinema vent'anni fa. [s. d. e]

Persone citate: Kevin Costner, Red Than Dead

Luoghi citati: America, Vietnam