E' L'AMERICA? NO E' IL PARADISO

E' L'AMERICA? NO E' IL PARADISO E' L'AMERICA? NO E' IL PARADISO Le relazioni sul Nuovo Mondo ALTRO che America! Cristoforo Colombo era convinto di aver trovato il Paradiso Terrestre, non come metafora, ma come luogo reale e fisico, al di là dell'Oceano. E, sia pure in maniera più sfumata, un'opinione simile era condivisa da Amerigo Vespucci. Questa e altre curiosità riserva la lettura de Il Nuovo Mondo, un'antologia ragionata delle relazioni e dei rapporti dei grandi navigatori italiani del Cinquecento (a cura di Pino Cimò), corredata di una buona guida bibliografica per chi desideri, a cinquecento anni esatti dalla scoperta, approfondire e allargare i suoi orizzonti. «Questi sono indizi importanti dell'esistenza in quel posto del Paradiso Terrestre - scriveva Colombo - perché la località corrisponde all'opinione dei santi e dei sacri teologhi. Così pure io reputo che questi indizi siano attendibili perché io non ho mai letto né udito che una tale quantità di acqua dolce potesse essere così vicina e compenetrata con l'acqua salata». Colombo si trovava di fronte aU'Orinoco. che potrebbe essere uno dei quattro grandi fiumi che sgorgano dal Paradiso e di cui parlano le Sacre Scritture. Amerigo Vespucci, meno teologo e più concreto, ipotizza la prossimità del Paradiso Terrestre dalla «quantità degli uccelli, delle loro piume, colori e canti», e dal «soave odore delle erbe e dei fiori e del sapore dei frutti e delle radici». Questa convinzione però non impediva né all'uno né all'altro, come emerge dai loro scritti, di cominciare con tranquilla e serena coscienza la tratta degli schiavi, gli indios, definiti dal viaggiatore fiorentino «animali razionali», che «non hanno nessuna legge né alcuna religione». «Una volta giunti a Cadice - racconta - vendemmo i nostri schiavi: ne erano sopravvissuti 200; gli altri 32 erano morti in mezzo all'Oceano». Il nuovo mondo contiene fra l'altro ampi stralci di un'opera che è stata stampata in italiano una sola volta, nel 1965, la «Historia del Mondo Nuovo» di Girolamo Benzoni, un milanese di umili origini. L'Historia è una denuncia fortissima (scritta dopo il 1556) dei gravi e sistematici soprusi commessi dai conquistadores, e per questo manca dell'opera un'edizione spagnola. «Ci buttavamo sugli Indios giunti in riva al mare come lupi che razziavano agnelli e li facevamo schiavi - scrive Benzoni -. Con questo metodo ne catturammo più di cinquanta, in maggioranza donne con i loro bambini». E ancora: «Era uno spettacolo veramente straziante vedere come queste disgraziate creature si muovevano: nude, stanche, storpie; esauste per la fame, la malattia, la disperazione. Né c'era una ragazza che non fosse stata violentata dai predatori. A causa di tanta lussuria molti spagnoli cadevano ammalati». Come erano caduti, morti, molti indios prima di arrivare al punto di raccolta, dove «vengono marchiati in faccia e sulle braccia con un ferro infuocato con il segno d'una C», l'iniziale di Carlo V. Marco Tosarti Pino Cimò (a cura di) Il nuovo Mondo Mondadori, pp. 240. L. 50.000 , , e o

Persone citate: Amerigo Vespucci, Benzoni, Cadice, Cristoforo Colombo, Girolamo Benzoni, Mondo Mondadori, Paradiso, Pino Cimò

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