Ma gli italiani leggevano altri di Oreste Del Buono

Ma gli italiani leggevano altri Ma gli italiani leggevano altri I ARO direttore, accusato 1 di «mancanza di stile e I discrezione intellettua1 i le», nonché di non esservi I mi fatto carico dell'obbligo del «far play» nella recensione del volume / bestseller del ventennio curato da Gigliola De Donato e Vanna Gazzola Stacchini, preciso che nessun fair play può imporre di approvare quel che è inapprovabile. Se il libro si fosse intitolato Alcuni bestseller di regime non avrei avuto granché da obiettare, solo qualche omissione o inesattezza, ma I bestseller del ventennio significa proprio i libri più venduti e letti del ventennio fascista, ovvero anche quelli afascisti e antifascisti. Se questo non si realizza all'interno del volume vuol dire che si è seguita una determinata tesi, e dovevo, quindi, informarne gli eventuali acquirenti di I bestseller del ventennio. Nulla di male, dato che lo ammettono le stesse curatrici nella nota a pag. 1 : «La nostra scelta ha voluto essere esemplare, ma non poteva certo essere esaustiva, data la vastità del materiale narrativo esaminato. Essa si è incentrata fondamentalmente sulla determinazione del rapporto tra fascismo e letteratura di massa; pertanto i campioni di lettura presi in considerazione corrispondono alla fondamentale scansione: letteratura di propaganda, di consenso, di trasgressione. Restano di conseguenza fuori non solo il vasto settore della letteratura per l'infanzia e la gioventù, ma anche la letteratura per la scuola e generi fondamentali come il giallo, l'umoristico, ecc.». Non è certo piccola lacuna, parlando di libro di massa. Restano fuori tutti gli autori russi, francesi, inglesi, ungheresi, americani che, tradotti, costituivano buona parte delle letture preferite dagli italiani, secondo quel fenomeno che ha fatto scrivere ad Antonio Gramsci in carcere che, a volte, un popolo può adottare la narrativa di un altro Paese e dichiarare ad Alberto Moravia che al momento del suo esordio i classici della narrativa italiana erano stranieri. Tutti gli stranieri, invece, esclusi, come ininfluenti sul mercato del libro di massa nell'antologia I bestseller del ventennio. Eccezioni: Delly e la Baronessa Orczy. Sì, si leggeva Moravia ma Gli indifferenti, ammette Gigliola De Donato, quando uscì presso una piccola casa editrice non fu proprio un bestseller, lo diventò solo post rem. La casa editrice Alpes, però, non fu proprio una piccola casa editrice e Moravia ha sempre parlato di un autentico successo de Gli indifferenti. Lui aveva 21 anni, il libro scritto a 17 era stato pubblicato a pagamento (5000 lire del 1929): la prima edizione venne esaurita in poche settimane; ne seguirono altre quattro, sinché il proprietario e presidente dell'Alpes, Arnaldo Mussolini, fratello del duce, non disse in pubblico: «Vorremmo sapere se la gioventù italiana deve leggere i libri di Dekobra, inventore di facili avventure decadenti, di Remarque, distruttore della grandezza della guerra, e di Moravia, negatore di ogni valore umano». Così Gli indifferenti passò alla casa editrice non piccola Cerbaccio da poco rilevata da Enrico Dal l'Oglio che ne stampò subito 5000 copie. Ma ormai Moravia era inviso e osteggiato dal regi me, il che frenò il successo economico del romanzo. E Nessuno torna indietro, pure non figurante tra I bestseller del venten nio, di Alba de Cespedes, ven dette in edizione Mondadori 150.000 copie in cinque anni e, sebbene discusso, dette origine a un film di Alessandro Blasetti nel '43. Non voglio insistere, ma la biobibliografia de I bestsellerdei ventennio è, a volte, patetica, perché non solo omette alla voce «Milli Dandolo» il suo ro manzo più importante, Croce e delizia edito da Mondadori ne gli Omnibus, ma alla voce «Giorgio Pini» registra, addirittura, la resa: «Non si hanno no tizie biografiche». Di Giorgio Pini finisce per occuparsi qual siasi biografia mussoliniana re datta dopo il '45. Fu, infatti, re dattore capo del «Popolo d'Italia», il giornale di proprietà del duce, dal '36 al '43, ovvero dal consenso al dissenso, e, come facente funzione di direttore (in assenza del direttore Vito Mussolini in villeggiatura), licenziò il 26 luglio '43 l'ultimo numero del foglio del regime con il tito lo su tutta la pagina: «Nell'ora solenne che incombe sui destini della Patria / Badoglio è nomi nato Capo del Governo / Dimostrazioni patriottiche in tutta Italia / Viva l'Italia» e il com mento sulla sorte di Mussolini «Con animo romano, ora, egl affronta l'esigenza del momen to, ispirato dal suo insuperabile amor di patria...». Amen. Oreste del Buono wm W Ladede£ di I «( La copertina della prima edizione del romanzo di .Uberto Moravia «(,'li indifferenti»

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