Rifacciamo la Storia

Rifacciamo la Storia Intervista con Le Roy Ladurie Rifacciamo la Storia PWJCEIXM) nelle, passale, edizioni da Claude IjéviSùvuss, Norbert Elias, AranJ. Curevic, il vincitore 1992aelprcmioMminoIU- sil d'Aur per la saggistica straniera è lo storia» francese Emmanuel 1 a: Ihry Ixidurie. Prima di Natale è arrivata nelle lii>rcric Usuo ultimo lavoro, un poderoso volume della storia di Erancia llachcUc sull'Ancien Regime, da hugiXIllaljuigiXV, 1610-1770. Ma IjC ìioy Ixtdurie, esponente: dell'Ecok des Annales, la stima e la notorietà di adgode le ha raggiunte con i suoi numerosi saggi di microstoria dedicatisopmlltiUo all'Occitania. Tra gli altri: lldentuo, l'amore e hi morte nei Paesi d'Oc, Il (hrnevale dillomans: dalla Candelora al mercoledì delle Ceneri (1579-1580), I conladini di Linguadoca, Storia del clima a partire dall'anno Mille, Monlaillou villaggio occitano: dal 1294 al 1324 (ora riproposto nella llurlìizzoli). hi cerimonia di assegnazione del premio avrà luogo a Percolo (l kUne) la settimana prossima. PPARIGI RIMA della sua partenza per l'Italia, abbiamo incontrato Le Roy Ladurie alla Bibliothèque Nationale di cui è efficientissimo amministratore generale. Il suo studio, adiacente alSalon d'Honneur, trabocca di stucchi dorati e di libri a migliaia. Il punto di vista dell'osservatore esterno, in questo caso dello storico, può essere certe volte illuminante. Come valuta le ultime rivelazioni del nostro presidente Cossiga sul '48 in Italia, la democrazia cristiana in armi pronta ad attaccare i comunisti? Se è un fatto vero, come storico trovo interessante che Cossiga lo riveli. Ed è assolutamente plausibile: nel '47 a Marsiglia ci furono degli scioperi semi-insurrezionali, quasi una sorta di presa del potere da parte dei comunisti. Si capisce che gli italiani potessero aver paura di questo pericolo, che forse non era reale ma era storicamente nelle coscienze. E del fatto che in Italia nonostante le urgenze del presente si torni al '48, che cosa ne pensa? Da noi in Francia c'è Vichy, di cui ci si continua sempre ad occupare. Ma adesso anche qui, con le informazioni per ora non confermate giunte da Mosca, si parla dei finanziamenti che avrebbero avuto i partiti comunisti. Lo ripeto, come storico li trovo temi interessanti. Sono curioso di questo genere di cose. Lei è un ex comunista? Peccato di gioventù... sono stato comunista in un passato ormai remoto. Da quando avevo 19 anni ai 26, cioè dal '49 al '56. Il lasso di prescrizione, che è di trent'anni, è largamente trascorso. Non è un crìmine contro l'umanità, essere stato comunista. Ho anche scrìtto un libro nell'82 in proposito {ParisMontpellier: pc-psu: resoconto di un'esperienza personale, racconto autobiografico di una disillusione). Come vede oggi il comunismo? Non sono triste che sia caduto. Nel suo complesso è stato un fenomeno molto negativo. Una hoax, una mistificazione enorme, uno scherzo tragico. Una quantità incredibile di uomini trascinati in una farsa molto di cattivo gusto. Il mio è un giudizio quasi interamente negativo. Non si può non riconoscere che il comunismo sia all'orìgine di fenomeni di modernizzazione come l'urbanesimo o certi cambiamenti di costume. Ma a che prezzo. Che opinione ha del pds italiano? Mi pare uno sforzo lodevole quello di ridipingere le pareti della vecchia casa. Ma ritengo che sarà difficile per loro, anche se adesso sono socialisti democratici, vincere le diffidenze nei loro confronti. Tempo fa, i comunisti italiani erano molto antisraeliani. Adesso non so se sono ancora così, quello era probabilmente un resto del vecchio comunismo. Da noi in Francia penso che il comunismo sarà più lungo a morire, dui era di più che in Russia o in altri Paesi. Sono i francesi che hanno inventato il Terrore. Nicola II verrà canonizzato, mentre la memoria di Luigi XVI continuerà a rimanere sospetta. Questione di differenze culturali. Che previsioni fa, come conseguenze al crollo del comunismo? Sbaglio sempre quando faccio previsioni... ci saranno certamente conseguenze elettorali indotte dalla paura del comunismo. Nell'insieme la sinistra soffre per il disonore dell'idea comunista che inevitabilmente si riversa sul socialismo legittimo. Ritiene un pericolo reale il rinvigorirsi degli estremismi di destra? Non si può generalizzare. Niente del genere succede in Inghilterra e neppure nella Germania occidentale. Ma è certo che dove risorgono, in risposta ad esempio a problemi reali come l'immigrazione, sono moltro pericolosi. Ogni estremismo lo è. Pensa a quanto sta accadendo in questi giorni in Algeria? Quello dell'Algeria è un esempio tragico. Le prime elezioni democratiche sono antidemocratiche. La vittoria degli integralisti è una contraddizione interna. Per quel che riguarda il futuro, io sono in linea di massima ottimista. Ritengo che l'Europa si farà, mi auguro, anzi penso, che la si potrà estendere all'Est, anche se sarà un processo necessariamente lento. Ma per l'Islam, come per il problema demografico del Terzo Mondo, non posso essere che molto pessimista. E gli scontri tra le etnie? Non teme che finita l'era delle rivoluzioni stiamo entrando in un'epoca di affr ornamenti etnici? Il problema delle etnie ora come ora è grave solo in Jugoslavia e in Georgia. Altrove ci sono dei nazionalismi che crescono, ma a mio parere si può sperare che siano ragionevoli. Vede un'alternativa alla contrapposizione capitalismo/socialismo? Nei Paesi occidentali l'opposizione tra un liberalismo economico di destra e un'economia mista di sinistra continuerà a esistere. Ma nei Paesi dell'Est l'indebolimento dell'idea sociaUsta causato dal terribile shock che le è stato inferto, può implicare il rischio che venga a determinarsi un'opposizione come quella che ci fu in Inghilterra nel XIX secolo tra conservatori e liberali. Per il momento i socialisti sono eliminati dalla scena politica. Sul mestiere dello storico, come influiranno il precipitare delle trasformazioni di questi anni, la necessità di ri disegnare la storia? L'Ecole des Annales va considerata una felicissima deviazione dall'asse centrale della storia. Ma forse è vero che adesso, con quello che Pierre Nora chiama «il ritorno dell'avvenimento», bisogna tornare all'asse centrale. Ciò detto, la microstoria resta a mio avviso una disciplina molto importante, è storia esistenziale, come un microscopio con cui si osservano i piccoli insetti, organismi minuscoli da cui si possono trarre conclusioni generali. La macrostoria economica del mio maestro Braudel o del vostro Aldo De Maddalena e la macro-politica, oggi bisognerebbe farle a scala europea. Ma non è facile per via dei pregiudizi nazionali. Duroselle ha fatto un tentativo interessante che però, com'era inevitabile, non è piaciuto a tutti. I greci l'hanno attaccato. Anche perché la storia globale fatta collettivamente corre sempre il rischio di avere poca forza dimostrativa. Il punto di vista unico è più vigoroso. Ma poi, per la storia europea, come si fa a dire fino a dove bisogna farla arrivare? Fino a Vladivostok? E' difficile. Come vede la storia fatta dagli italiani? Per un certo periodo il comunismo come movimento culturale ha avuto un'influenza molto forte, ma è stato solo un periodo, poi si è indebolita. In Italia ci sono storici di primo piano. C'è una scuola paragonabile all'Ecole des Annales rappresentata in maniera molto originale da Carlo Ginzburg. Poi c'è Renzo De Felice, estremamente interessante con i suoi studi sul fascismo, per capire se fu tutto e solo negativo, se e in che misura fece parte di una certa modernizzazione. In linea generale l'Italia ha il vantaggio di non essere ossessionata dal senso di colpa a proposito della guerra, come sono ad esempio i tedeschi. Questo rende le cose più facili, e i lavori più interessanti. Gabriella Bosco I/o storia) francese Emmanuel IjC Roy Ixidurie vincitore del premio Nonino 92 Trovo interessanti le rivelazioni del vostro presidente Cossiga COMUNISMO Anch'io sono un ex: è un peccato di gioventù, una mistificazione ALGERIA Le prime elezioni democratiche sono state antidemocratiche j DOPO IL MURO j Dobbiamo superare ipregiudizi nazionali e raccontare i grandi eventi dell'Europa