I VIZI DI ROMA PORTA A PORTA di Bruno Quaranta

I VIZI DI ROMA PORTA A PORTA I VIZI DI ROMA PORTA A PORTA SI può censire il caos Italia? Migliaia di «volontari» a cui facevano comodo un milione e mezzo di lire vi hanno provato in autunno cozzando contro fetidi odori, scherni, omertà. Sgangherate avventure da esorcizzare a tamburo battente: perché pensarci su è inutile, inquina l'umore, non serve neanche un po' a correggere la rotta. Un Anonimo rilevatore Romano è rinato «confessando» con felice piglio da croniqueur il suo viaggio nella bolgia capitolina. Trenta rapidissime pagine affidate a «Stampa Alternativa», collana «millelire» (come il prezzo), un'«idea» di Marcello Baraghini. Eroico il titolo, che evoca gloriosi diari scritti sul campo di battaglia, Gallia o Vietnam: Casa per casa. Ho fatto il censimento. E' affollata di nemici questa biopsia di città. Innanzitutto i variopinti moduli Istat, qua e là sciacquati negli inchiostri della burocrazia, prima che incomprensibili ridicoli (Mastronardi vi nuoterebbe a occhi chiusi, sfoderando racconti maiuscoli). E poi (in disordine sparso): Giove Pluvio (il «censimento» è caduto nel «novembre più piovoso degli ultimi venticinque anni»); i «coordinatori» dell'operazione, imbevuti di menefreghismo, megafoni di interrogativi allo sbadiglio («Allora, a che punto stai?»); i sotterranei dove sono (dove erano) custoditi i fogli da compilare (in lungotevere dei Pierleoni, ad esempio, squallidi corridoi «con alle pareti una lunga teoria di armadietti di legno o metallo...»). E infine loro, i regnicoli del trippaio romano: generone, nuovi ricchi, popolino, coloured, entraìneuses, spesso e volentieri restii a spalancare la carta d'identità. Nella palude definitiva, l'Anonimo Romano lotta assistito (e consolato) da una varietà di raffinati angeli: da Chandler (il signor Marlowe gli rammenta che il Caos può essere solo descritto) a Borges («Non sarei un suo vecchio lettore per non sapere che lo Schema Perfetto non si adegua a una realtà così multiforme, sommersa»), I Tipi che sfidano la pazienza o attirano la compassione del Rilevatore Mascherato abitano intorno alla Stazione Termini. Vecchine con un'aureola di gatti. «Libere professioniste» che appaiono in vestaglia e reggiseno a balconcino. Una pletora di giovani divorziate o separate «che stanno a casa troppe ore al giorno e si annoiano». Madri che tentano .di camuffare i figli tossicomani («Malati sono»). Ometti e donnette che «cercano di mantenere per scelta il proprio orizzonte mentale non oltre i 2 gradi e mezzo». Cavalieri dell'Ordine «Lei non sa chi sono io» (come il pennivendolo inalberato: «Sono laureato in giurisprudenza e sono un giornalista»). Funzionari statali ebbri di arroganza, che «calcano l'accento campano per farmi capire meglio l'Etica del lavoro» (dov'è finita l'alterezza ingenua, pudica di un De-Tappetti?). A chi rivolge grati pensieri l'Anonimo Romano? Ai portinai, sempre più rari, sempre più rimpianti: «A trovarne uno, il lavoro è ovviamente facilitato» (riflessione che appassionerebbe il commissario Maigret). Alle suore e ai frati che gli offrono «grosse tazze di caffellatte e l'indirizzo di un bel convento in cui passare un ritiro dal Mondo dopo queste operazioni censuarie». Al parrucchiere discepolo di «Quelli della notte» che gli regala un'oncia di buonumore: «Alla domanda "indicare l'attività principale od esclusiva" ha risposto senza esitazione esclusiva)). Scale, scale, scale e scale. La Roma dell'Anonimo Rilevatore è un carillon bacato che concede di malavoglia la libera uscita alle sue figurine. «Come nel medioevo - avvisa il rapporto le varie insulae stanno tornando a chiudersi in se stesse. Con certa gente non ci ho nemmeno parlato. Coi ricchi ho comunicato spesso soltanto tramite citofoni, telecamere, camerieri filippini... Fortezze sono certe case inespugnabili...». Sodoma, Gomorra, siparietti di Feydeau (i politici indovinati dall'Anonimo dietro l'uscio in pose inequivocabili), atmosfere thrilling, color via Poma (ma nell'appartamento muto sarebbe vano immaginare il cadavere di Liliana Balducci, alias il Pasticciaccio di via Merulana: condomini con i destini incrociati come quelli dell'ingegner Gadda sono polvere da tempo). Morale? Nessuna. La morale è morta, come già ebbe modo di diagnosticare il medico legale Longanesi quarantanni fa. La ruvida, affilata testimonianza dell'Anonimo ripone altrove, su sponde extraterrestri, la speranza di venire accolta. Perché un marziano, a Roma, prima o poi scenderà per spegnere la luce. Bruno Quaranta — ~i i

Persone citate: Borges, Feydeau, Gadda, Gallia, Liliana Balducci, Longanesi, Marcello Baraghini, Marlowe, Mastronardi, Pierleoni

Luoghi citati: Italia, Roma, Vietnam