Contro la giunta di Algeri debutto il terrore di Tito Sansa

Contro la giunta di Algeri debutto il terrore maghreb BHi Richiamato l'ambasciatore a Parigi: la Francia trama coi mullah per conservare vantaggi economici Contro la giunta di Algeri debutto il terrore Un soldato ucciso in un agguato, attentato a una caserma ALGERI DAL NOSTRO INVIATO L'Algeria ha avuto una impennata di orgoglio nazionale trent'anni dopo l'indipendenza dal dominio francese, che ricorre nel luglio di quest'anno. Adirato col governo dell'Iran, che ha aizzato i fondamentalisti del fronte islamico di salvezza (fis) e «scatenato una campagna di stampa di rara virulenza contro l'Algeria» il ministro degli Esteri Lakhdar Brahimi ha richiamato il proprio ambasciatore a Teheran e invitato l'ambasciatore iraniano ad abbandonare immediatamente il Paese. Nello stesso tempo, turbato da certe «ingerenze» ufficiali francesi negli affari interni dell'Algeria, il ministro Brahimi ha richiamato in patria «per consultazioni» il proprio ambasciatore a Parigi, Smail Hamdani. I due passi, pur differenti nella forma (con Teheran si è quasi al limite della rottura dei rapporti diplomatici, da Parigi si vuole soltanto un chiarimento) hanno una medesima origine: gli algerini rifiutano l'islamizzazione, sobillata e «si dice, ma non ci sono prove» finanziata dai mullah iraniani e nello stesso tempo non gradiscono le «dichiarazioni allarmistiche e paternalistiche di certi uomini politici stranieri» venute da Parigi dopo la non proprio democratica sospensione della consultazione elettorale che probabilmente avrebbe portato il fis al potere. Ha disturbato in particolare una dichiarazione del prebidente Mitterrand, al quale era sfuggito un «bisogna che i dirigenti algerini al più presto riprendano il filo della vita democratica». La reazione a quel «bisogna che» di tutti i giornali algerini, che appoggiano unanimemente il golpe bianco di sabato 11 gennaio con il quale è stata evitata la dittatura degli integralisti e si sono schierati dietro all'Alto Consiglio di Stato, è stata vivace, più nei confronti della Francia che dell'Iran, il cui atteggiamento ostile era scontato. In violenti articoli i quotidiani di qui insorgono contro la stampa francese che ha diffuso allarmismo in tutto il mondo nei confronti del pericolo fondamentalista mentre nello stesso tempo il loro governo tesseva contatti con il fis algerino per il tramite di Teheran. Il quotidiano El Watan rivela a tale proposito che emissari francesi avrebbero avuto «incontri di coordinazione» con gli integralisti del fis dopo il primo turno di elezioni e che «una riunione segreta è stata tenuta a Teheran tra rappresentanti del fis ed emissari francesi» durante la quale il fis stesso «avrebbe dato garanzie ai suoi interlocutori sulla salvezza degli interessi francesi all'indomani della pre¬ sa del potere» e che «l'Iran si sarebbe offerto come garante». Il fis, che ieri ha denunciato l'arresto di «molte decine» di suoi dirigenti (arresto non confermato dalle autorità) anche ieri si è mantenuto calmo e si prepara alla clandestinità. Ci sono stati ieri notte due attentati ad Algeri, non rivendicati da alcuno, ma la gendarmeria non è certa della matrice politica di essi. A un posto di blocco stradale a Sidi Moussa, a Sud della capitale, raffiche di arma automatica sono state sparate da sconosciuti contro una camionetta, un soldato che dormiva è stato ucciso, due gendarmi sono rimasti feriti. «Potrebbe essersi trattato di trebandistes, contrabbandieri» ha detto la gendarmeria, contro il cui comando è stata lanciata una bomba rudimentale, che non ha causato né vittime né danni. Tito Sansa

Persone citate: Brahimi, Lakhdar Brahimi, Mitterrand, Sidi Moussa, Smail Hamdani