In Libia 4 mercenari atomici di Paolo Patrono

In Libia 4 mercenari atomici tripoli Il Sunday Express: Gheddafì ha ingaggiato scienziati russi In Libia 4 mercenari atomici // Colonnello garantisce uno stipendio di 150 milioni, auto e casa gratis «£' venti volte più di quanto guadagnavo prima, non è una scelta politica» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La caccia agli scienziati nucleari ex sovietici è già scattata e Gheddafi si è assicurato l'aiuto di almeno quattro ricercatori di alto livello. Questo è quanto sostiene il «Sunday Express» che fornisce anche l'identità di uno di questi «mercenari atomici». Lo scienziato si chiama Igor Chernieyev, ha 46 anni e il nuovo datore di lavoro gli dà uno stipendio di 60 mila sterline all'anno (quasi 150 milioni di lire), auto e casa gratis. «Guadagno almeno venti volte di più rispetto a prima - ha dichiarato Chernieyev -, viviamo in eccellenti condizioni e siamo trattati con rispetto. Io e mia moglie siamo felici: non abbiamo preso una decisione politica, ma abbiamo solo cercato di migliorare le nostre condizioni di vita». Igor Chernieyev ha rivelato che per Gheddafi lavorano anche altri tre scienziati russi. Tutti operano da settembre nella centrale nucleare nascosta nel deserto di Awbari. Nell'im¬ pianto lavorerebbero anche scienziati fuorusciti dalla Rdt dopo la caduta del Muro. Se queste rivelazioni si riveleranno fondate, si avrebbe la conferma definitiva della volontà del dittatore libico di dotarsi di armamento nucleare per fronteggiare le asserite minacce provenienti da Washington, Londra e Parigi: capitali che guidano le iniziative diplomatiche per imputare la Libia di terrorismo aereo. Gheddafi sostiene invece che la campagna occidentale contro la Libia si inserisce in un «complotto generale» esteso anche a Israele per asservire il mondo islamico. Secondo la sua tesi, sconfitto ormai il comunismo e smembrato l'impero sovietico, l'epicentro del confronto internazionale si è spostato sull'asse Nord-Sud. La Libia non è però la sola. Desta sempre più diffuse preoccupazioni l'attivismo dell'Iran. Teheran gareggia con Turchia e Pakistan per stabilire legami privilegiati con le sei Repubbliche musulmane dell'Asia ex sovietica. E specialmente con il Kazakhstan che dispone di centrali nucleari e di due basi di lancio di missili strategici. L'Iran attua una politica di riarmo accelerato rifornendosi sul mercato ex sovietico dopo una fruttuosa visita a Mosca del presidente Rafsanjani. L'Iran avrebbe già ricevuto a prezzi di saldo aerei e carri armati. Ma le sue mire si rivolgono soprattutto al settore nucleare. E i suoi emissari stanno facendo ponti d'oro agli scienziati dello smembrato impero sovietico perché si trasferiscano in Iran. Naturalmente quello preso più di mira è il personale d'origine musulmana che operava in Kazakhstan attorno alle basi dove sono dislocati, secondo l'Istituto internazionale di studi strategici di Londra, 104 missili SS-18 oltre a dozzine dei più piccoli «Frog» e «Scud», che più facilmente potrebbero cadere nelle mani dei nuovi «mercenari atomici». Fra Tripoli e Teheran si è ingaggiata la volata per chi arriverà per primo alla «Bomba di Allah». Paolo Patrono

Persone citate: Gheddafi, Igor Chernieyev, Rafsanjani