Bresciani un gol per amico di Marco Ansaldo

Dakar, dietro a Sacchi sbarcano i mercanti Coppa d'Africa, sono arrivati i nostri Dakar, dietro a Sacchi sbarcano i mercanti Rocca, avanguardia del et in Senegal «Non ci sono campioni per l'Italia» DAKAR 1 DAL NOSTRO INVIATO Quell'anima candida di Francesco Rocca si è stupito l'altra sera quando è andato all'aeroporto per accogliere Sacchi. Spedito da Matarrese a osservare l'avvio della Coppa d'Africa, che oggi gioca i primi quarti di finale con Nigeria-Zaire e Camerun-Senegal (domani Costa d'AvorioZambia e Ghana-Congo), Rocca aspettava al massimo un paio di persone, oltre al et: pertanto aveva requisito l'auto e l'autista di Hissa Hayatou, presidente del calcio africano, pensando che potesse bastare. Con più previdenza avrebbe noleggiato un pullman. Nel calore umido si è riversata su Dakar la chiassosa pattuglia dei mercanti italiani, il nostro più insignificante contributo allo sviluppo del Terzo Mondo. L'altra faccia della cooperazione: ma, come dalla divisione di un pollo non si può aspirare sempre al petto o alla coscia, così dall'Italia non arrivano sempre agronomi e ingegneri. Ogni tanto c'è pure un Caliendo. L'ex principe dei procuratori, prosciugato anche nel fisico dalle cure della Guardia di Finanza, non ha rinunciato a ricostruire una parte del suo impero. E ha messo le mani sulla gestione di Lamptey, la giovane stella del Ghana e dell'Anderlecht, seguito dalla Juventus. Non c'è solo Caliendo. Dakar di questi giorni è come Casablanca durante la guerra: non è sicuro che ci si facciano degli affari, però si ritrovano trafficanti tedeschi e spioni francesi, procuratori spagnoli e mercanti arabi. La primissima impressione è che ci si agiti molto ma con pochi punti di riferimento per il mercato italiano. E i nostri club, nonostante tutto, restano diffidenti sulla possibilità di trovare in Africa il grande giocatore. Lo dimostra il fatto che è stata solo Gargo, ghaniano già del Toro la provincia a spedire a Dakar i propri emissari: l'Atalanta, il Parma, l'Udinese, il Cesena. Le grandi società snobbano o manderanno qualcuno più avanti. Nessuno sa cosa vedere. «Qui ci sono talenti allo stato naturale, splendidi e grezzi - sostiene Rocca -, ma non mi sembra di vedere gente già pronta per il nostro campionato. Neppure Pelé, che è il più bravo e ha già i suoi anni. Cosa pensavano di trovare?». Eppure qualcosa potrebbe muoversi. Proprio Pelé, la stella del Ghana, è candidato a lasciare Marsiglia per il Genoa o il Parma. E il centravanti venticinquenne della Costa d'Avorio, Traorè, sarebbe stato opzionato dall'Inter che lo girerebbe all'Udinese, in caso di promozione, a parziale contro»1 partita per Del<±Ém l'Anno. 'HMfeW Insomma di voci ne girano. Se ne interessa poco Sacchi, arrivato in compagnia del fido Carmignani e di una montagna di bloc-notes. Per il et, come per Maifredi, pure lui a Dakar, è un viaggio di studio. «Uno dei tanti - ha spiegato Sacchi, annunciando una gestione "on the road" del proprio incarico -. Il mese prossimo andrò alla Coppa America. E intensificherò le visite ai nostri club, dopo il Parma, la Lazio e una terza società che ho spiato in segreto. Qui per me non è importante vedere il giocatore ma il tipo di gioco e posso imparare qualcosa anche dagli africani». Sacchi, in compenso, dovrà rassegnarsi alle foto, agli autografi e alle interviste. L'idea che il et azzurro si sia mosso per la Coppa d'Africa ha destato sensazione, un po' come la presenza insolita dei giornalisti italiani, tra i quali risulta l'inviato di Ale Catanzaro, organo del club calabrese. L'Africa ci regala anche questo mistero: che potrà mai raccontare dal Senegal ai tifosi di Procopio e Ciarlantini? Marco Ansaldo Il et Sacchi a Dakar: «Posso imparare qualcosa anche dagli africani» 1 »1 <±Ém 'HMfeW Gargo ghaniano già