Latte la qualità contro i «tagli»

Latte, la qualità contro i «tagli» Scelta obbligata per mantenere i redditi Latte, la qualità contro i «tagli» ROMA. La preoccupante dipendenza dalle importazioni impone la difesa dello spazio produttivo nazionale contro il proposito del commissario Cee Mac Sharry di ridurre sistematicamente le quote produttive di latte, e il livello dei redditi dei produttori agricoli va sostenuto con il concorso del valore aggiunto che può fornire la qualità dei prodotti zootecnici. Questa, in sintesi, la strategia che il ministro Goria ritiene di poter portare avanti, sollecitando i produttori a valutarne gli aspetti positivi e a capire il ruolo che possono svolgere per raggiungere l'obiettivo. In altri termini è vero che sulla nostra produzione pende la spada di Damocle di una ulteriore riduzione delle quote e dei prezzi, ma è altrettanto vero che il comparto più in difficoltà, quello del latte, dopo l'annuncio di alcuni interventi e la presa di coscienza che la quantità non può andare a scapito della qualità, dà segni di ripresa con significativi passi avanti per le quotazioni dei formaggi e del latte. In questa ottica si tratta perciò di valorizzare le possibilità offerte ai nostri produttori di latte dalla legge 169/89, dai decreti di applicazione 184-185 del 9/5/91, riassunti dalla recentissima circolare del dicembre '91. La 169, nota come legge per la produzione del latte alimentare pastorizzato fresco e fresco di alta qualità, risponde all'interesse, confermato dalle ricerche di mercato, dei consumatori. Per produrre latte destinato a fare latte fresco e latte fresco di alta qualità occorre, però, che l'allevatore soddisfi alcuni requisiti di cui è bene sottolineare i più importanti. Le stalle, interessate alle produzioni di latte di qualità, debbono essere igienicamente ineccepibili e riservate esclusivamente alle vacche in produzione. I locali di mungitura e conservazione del latte costruiti in materiale lavabile e con acqua corrente a disposizione. Ogni vacca deve essere identificabile e preparata alla mungitura da un operatore sano e dotato di abiti puliti. Il latte deve provenire da vacche indenni da Tbc e brucellosi (ufficialmente indenni per il latte di alta qualità) e non trat¬ tate con sostanze pericolose alla slute umana, da allevamenti controllati dai servizi delle Unità sanitarie locali di competenza e autorizzati a produrre latte destinato alla alimentazione. I controlli delle Usi riguardano le stalle (ogni anno, ogni quattro mesi per il latte di alta qualità), i centri di raccolta (ogni sei mesi), il latte (ogni quattro mesi). Le analisi dei campioni di latte vengono eseguite dagli Istituti zooprofilattici o dai laboratori riconosciuti delle associazioni allevatori. II censimento delle aziende produttrici, previsto dalla normativa, può essere fatto avvalendosi dei registri delle Unità Sanitarie o ricorrendo ai dati rilevati dalle associazioni allevatori e associazioni produttori. Per latte fresco pastorizzato, ai sensi della legge 169/89, si deve intendere un latte che all'analisi presenti una percentuale del 14 per cento di sieroproteine assieme ad una fosfatasi negativa e perossidasi positiva. Le sieroproteine solubili non possono essere inferiori al 15,50 per cento per il latte destinato a produrre pastorizzato di alta qualità. Il latte pastorizzato fresco deve presentare un tasso di materia grassa del 3 per cento (3,50 per cento per l'alta qualità), di proteine del 2,8 per cento (3,2 per cento alta qualità), carica microbica 100 mila germi, cellule somatiche 400 mila unità (300 mila per l'alta qualità). Il latte fresco di alta qualità viene immesso in commercio solamente se «intero». Il valore aggiunto per la qualità del latte non è un dato gratuito, ma si consegue soltanto se c'è disponibilità a creare le condizioni per una produzione eleggibile ad impieghi qualitativi. Una opportunità che non va sottovalutata e che può essere facilitata se i produttori di latte troveranno sul loro cammino, almeno, la disponibilità degli utilizzatori a riconoscere economicamente questo impegno e quello delle istituzioni sanitarie, dalle quali dipende l'attuale stato sanitario degli allevamenti, per operare in spirito di fattiva collaborazio ne. Fortunato Tirelli

Persone citate: Goria, Mac Sharry, Tirelli

Luoghi citati: Roma