Una «centrale rischi» contro i topi d'auto

Una «centrale rischi» contro i topi d'auto Gli assicuratori vanno al contrattacco Una «centrale rischi» contro i topi d'auto L'Ania ha realizzato una banca dati Brinatti: bloccare il boom dei furti TORINO. Le assicurazioni come le banche: per ridurre il rischio delle frodi e delle truffe, che pesano sensibilmente sul già disastrato conto economico del ramo auto, le compagnie d'assicurazione italiane si sono dotate di una centrale rischi, assai simile a quella allestita ormai molti anni fa dal sistema bancario. La gestisce l'Ania, l'associazione nazionale di categoria, e la riforniscono di dati tutte le imprese assicuratrici aderenti, cioè in pratica il 98% di quelle che operano in Italia. L'iniziativa, già in atto dal '90 per il monitoraggio degli incidenti d'auto e la prevenzione dei falsi sinistri, è stata estesa poche settimana fa alle denunce dei furti d'auto, un fenomeno che, stando alle statistiche Istat, ha conosciuto un vero e proprio «boom». Servirà, sostanzialmente, ad individuare e quando possibile segnalare all'autorità giudiziaria - i casi sospetti di quegli automobilisti eccessivamente sfortunati, troppo spesso vittime di furti, che in realtà smistano le proprie auto ai numerosi «clan» del riciclaggio delle auto rubate che operano in Italia. «Nel 1990 sono state rubate in Italia circa 305 mila automobili - spiega Giorgio Brinatti, direttore generale della Sai e presidente della sezione auto dell'Ania - di cui soltanto 130 mila sono state ritrovate. Le altre sono evidentemente andate ad alimentare un mercato del riciclaggio dal fatturato presumibile di circa 3000 miliardi all'anno. A questo dato va aggiunto quello delle denunce dei furti dentro auto in sosta: 422 mila nelì'89, e il 10% in più nel '90. Una situazione che ha del drammatico». Ma il fenomeno più diffuso e preoccupante è quello del rici- II ministro Guid Bodrato claggio delle vetture intere, mediante la manipolazione dei numeri di telaio e delle targhe. «Anche questo è un fenomeno nuovo e dilagante - conferma Brinatti -. Non a caso non soltanto noi assicuratori ma anche l'Isvap sta studiando antidoti più efficaci. Per esempio la costituzione, nelle Prefetture, di osservatori sul fenomeno che coordinino il lavoro di forze dell'ordine, magistratura e compagnie». Al Palazzo di giustizia torinese già esiste un «pool» di magistrati specializzati coordinato dal sostituto procuratore Vitari. «Quando arriva una denuncia per truffa legata ad un sinistro automobilistico spiega il procuratore della Repubblica presso la Pretura Vladimiro Zagrebelski- la affidiamo ad un gruppo di polizia giudiziaria specializzato. Abbiamo fatto alcune riunioni con gli assicuratori, abbiamo capito la gravità del fenomeno». «Anche la Fiat auto si sta dando da fare - continua Brinatti -. L'obiettivo è seguire le sorti dei veicoli rubati anche attraverso un monitoraggio stringente dell'attività dei demolitori per scongiurare la possibilità, purtroppo molto ricorrente, che il numero di telaio venga cancellato e riprodotto su un veicolo rubato per poi reimmetterlo sul mercato come usato "pulito"». Sempre sul fronte delle polizze auto va segnalato il decreto con cui, ieri, il ministro dell'Industria Bodrato ha fissato nella misura dell'1% del totale dei premi Re auto incassati la somma che le compagnie attive nel ramo dovranno versare al fondo di garanzia delle vittime della strada gestito dall'Ina per risarcire le vittime di incidenti i cui responsabili fuggano e non vengano mai identificati dalle forze dell'ordine. [s. lue] II ministro Guido Bodrato

Persone citate: Bodrato, Brinatti, Giorgio Brinatti, Guid Bodrato, Guido Bodrato, Vitari, Vladimiro Zagrebelski

Luoghi citati: Italia, Torino