Gli uomini ripreferiscono le bionde

Gli uomini ripreferiscono le bionde Dal cinema alla moda torna prepotente in America e in Europa il richiamo del fascino dorato Gli uomini ripreferiscono le bionde Un film con Margherita Buy SONO tornate le bionde. Il mito della bellezza aggressiva e un po' stupida riacchiappa il nostro immaginario dallo schermo, nel lucido delle riviste, sui palchi scatenati della musica rock. Il revival si annuncia dagli Usa, ma già va imponendosi dovunque. John Fremer, parrucchiere newyorkese delle star, dice che tra le sue clienti sono in vertiginoso aumento le tinture bionde. Il «Nouvel Observateur» dedica un numero alla bellezza femminile e, tra le dieci facce da scegliere in un gioco complice sulla graduatoria del sexappeal e della capacità di provocazione erotica, scopre che 7 di quei 10 volti hanno capelli biondi. Pare che a Hollywood riappaia prepotentemente anche il vecchio cliché dell'ocaggine platinata; circolano già storielle che «Variety» assicura ormai di diffusione comune, affiancate a quelle infinite che avevano per protagonisti i polacchi e che ricordano le nostre sui carabinieri. «Come far brillare gli occhi di una bionda? Basta accenderle una torcia elettrica nell'orecchio». Non c'è da stupirsi di questo recupero di nostalgie rassicuranti e un poco reazionarie: siamo (soprattutto in Usa) in epoca di depressione economica, una congiuntura che favorisce il rinascere di vecchi pregiudizi e vecchi miti. Ma forse il fascino speciale delle bionde non è mai del tutto tramontato, e le cronache degli ultimi tempi - da quelle mondane a quelle più inquietanti della cronaca nera - vedono al centro dell'attenzione un disperato numero di facce femminili contornate di un'aureola inequivocabilmente dorata. Quando Marlene ha compiuto novant'anni, lo scorso dicembre, i giornali di tutto il mondo sono tornati a riempirsi delle sue foto e della sua storia; e per pochi giorni ha riposato negli archivi di quotidiani e tv la trentenne più citata e fotografata, la più discussa diva dei nostri tempi, Madonna. Entrambe bionde, per così dire, acquisite, magnetizzano i massmedia di ieri e di oggi, certe di riuscire a catturare l'attenzione con la loro immagine; simboli di due modi tanto diversi di essere vamp, Marlene e Madonna sono in realtà legate da un filo sottile che attraversa la storia dei riti della seduzione e i meccanismi che accendono l'immaginario maschile di questo secolo. Una legge non scritta che il cinema alla sua nascita si affrettò a codificare, era che le brune incarnavano personaggi malvagi, o comunque critici, le bionde quelli fragili e indifesi; come con i cappelloni dei cowboys, bianco per l'eroe, nero per il bandito. Ma la mitologia wasp resse poco, Jean Harlow era una bomba di sesso. Marlene, la borghese, si fece bionda con discrezione, per gradi. Madonna, la popolana, si è trasformata provocatoriamente, e ormai sfacciatmente, in una caricatura della bionda americana più amata, Marilyn, il mito che non tramonta mai. Quello della cantante e attrice è stato un segno deliberato al glamour di Hollywood: avrà fallito il bersaglio della qualità, ma ha centrato in pieno quello della popolarità. I segnali del ritorno biondo non si fermano al trionfo mascherato di Madonna. La top mo¬ del più fotografata è Claudia Schiffer, considerata l'erede di Brigitte Bardot; e il volto nero e bello di Donna Summer è tornato sulle riviste dopo anni senza storia incorniciato da lunghi capelli biondo platino. Il ritorno delle parrucche consente a chiunque di realizzare un sogno infantile. Dagli Anni 30 in poi Hollywood, celebrando le tinture appena perfezionate, ha fatto emergere un battaglione di sirene il cui personaggio sullo schermo poteva essere intuito dalla sfumatura del biondo. Si potrebbe compilare un ordine ascendente di disponibilità sessuale: ci furono le regine di ghiaccio, Greta Garbo e la quasi santa Grace Kelly, creature caste e giallognole il cui principale motivo di attrazione risiedeva proprio nel loro isolamento; le ragazze al mie- le come Doris Day e Ginger Rogers, disposte a sciogliersi le trecce soltanto di fronte all'anello; le bambole, i cui capelli inconfondibilmente tinti richiamavano alla mente un'innocenza troppo facilmente corruttibile, come Carrol Baker e la mitica Marilyn. E non vanno dimenticate le maggiorate ossigenate che cedevano a un semplice schioccar di dita, e di cui s'intravedevano subito le radici di angiporto: Mae West, Jean Harlow e poi Jane Mansfield, la Dellera americana degli Anni 50. Né la Dietrich né Madonna, però, appartengono a queste categorie. Loro rappresentano invece le donne di potere, com'era Margaret Thatcher, bionda anche lei, pronte a cambiare la sfumatura per l'occasione più opportuna. Non sarà un caso che Madonna, per recitare a Broadway in «Speed The Plow» di Mamet, e poi per fare messe d'applausi l'anno scorso a Cannes, sia tornata al colore naturale scuro: un controllo dell'immagine sessuale intrecciato al suo ruolo nello showbusiness. Come disse la Dietrich nel '64: «Non ho bisogno di sprecare la mia energia spiegando perché voglio far questo e non quello. Non debbo chiedere per favore a nessuno: decido, con tutti i rischi che questo comporta». Se biondo è il colore dei sogni, biondo è anche il colore della trasgressione. In Italia, Paese in cui le pornostar hanno assunto un ruolo istituzionale, è nata la fortuna della platinata ungherese Cicciolina Staller, ora soppiantata (anche per raggiunti limiti di età) da Moana Pozzi. Ma anche il più canonico mondo dello spettacolo italiano sembra già seguire la tendenza che si è affacciata negli States: le previsioni di successo del '92 sono concordi nel puntare sulla stella emergente Margherita Buy, bionda naturalmente, moglie di Sergio Rubini, con il quale girerà il film «Bionda». Grazie al cielo però, si può sempre andare controcorrente: Ornella Muti ha iniziato il 92 sfoggiando un caschetto scuro che le sta benissimo. Marinella Venegoni Anche Donna Summer ha ceduto alla tendenza e il suo volto nero e bello è circondato da capelli platino HH Tre bionde dall'indiscusso sex appeal. Nella foto a sinistra: Margherita Buy. A destra: Moana Pozzi e, sotto, Madonna rgherita Buy mmer ndenza o e bello apelli platino HH Tre bionde dall'indiscusso sex appeal. Nella foto a sinistra: Margherita Buy. A destra: Moana Pozzi e, sotto, Madonna vano nque gili e lloni eroe, toloHaresso. fece gra si è ente, a cacana o che della n se Holaglio to in à. ondo map model più fotografata è Claudia Schiffer, considerata l'erede di Brigitte Bardot; e il volto nero e bello di Donna Summer è tornato sulle riviste dopo anni senza storia incorniciato da lunghi capelli biondo platino. Il ritorno delle parrucche consente a chiunque di realizzare un sogno infantile. Dagli Anni 30 in poi Hollywood, celebrando le tinture appena perfezionate, ha fatto emergere un battaglione di sirene il cui personaggio sullo schermo poteva essere intuito dalla sfumatura del biondo. Si potrebbe compilare un ordine ascendente di disponibilità sessuale: ci furono le regine di ghiaccio, Greta Garbo e la quasi santa Grace Kelly, creature caste e giallognole il cui principale motivo di attrazione risiedeva proprio nel loro isolamto le ragazze al miea tica Maiyn i cui capelli inconfoalla mente un'inno La mitica Marilyn Monroe fu tra le bambole i cui capelli inconfondibilmente tinti richiamavano alla mente un'innocenza troppo facilmente corruttibile