Federconsorzi, il crack dal giudice
Federconsorzi, il crack dal giudice Roma, sono stati citati da un gruppo di costruttori di macchine agricole Federconsorzi, il crack dal giudice Convocati 32 amministratori ROMA. Il crack della Federconsorzi finisce davanti al giudice. La magistratura romana ha convocato per il 23 marzo prossimo trentadue persone coinvolte nel più grande fallimento degli ultimi cinquant'anni. Tra essi, i nomi di alcuni personaggi eccellenti, come l'ex senatore Ferdinando Truzzi, già presidente della Federconsorzi, e l'intero vertice «dimissionato» dalla Federazione all'atto del commissariamento: il presidente Luigi Scotti, il vicepresidente Giuseppe Gioia, consigliere d'amministrazione della Banca d'Italia, e il direttore generale Silvio Pellizzoni. A citarli in tribunale è stato un consorzio di creditori che associa dodici aziende produttrici di macchine agricole con circa 200 miliardi di crediti verso la Federconsorzi: una goccia nel mare, a confronto con gli 8500 miliardi di debiti complessivamente a carico della Federazione e con gli oltre 17 mila creditori che ne attendono la restituzione; ma anche una goccia di veleno che contribuirà a rendere ancor più problematica una soluzione «indolore» dello scandalo. Nella denuncia di responsabilità che ha indotto il tribunale di Roma a convocare i trentadue ex dirigenti Federconsorzi, le aziende creditrici avanzano contro di loro una serie di pesantissime accuse, dalle quali ora dovranno difendersi. Il documento, di 23 cartelle, parla di ricorso abusivo al credito, occultamento di dati di bilancio e varie gravi irregolarità contabili. Gli autori della denuncia temono di vedersi restituire appena il 35-40 per cento dei loro crediti e chiedono che la magistratura accerti le responsabilità degli amministratori della Federconsorzi obbligandoli a restituire interamente gli importi dovuti, anche al di là di quanto verrà stabilito dal concordato preventivo che nel frattempo potrebbe essere approvato. E' questa infatti l'altra cru¬ ciale scadenza che si avvicina nel «giallo» a puntate della Federconsorzi: l'assemblea plenaria dei creditori convocata a Roma dal tribunale per il 29 gennaio prossimo. All'assemblea spetta il compito di approvare o respingere la proposta di concordato preventivo; per il responso occorre la maggioranza assoluta dei voti sia in termini numerici (quindi almeno 8501 singoli creditori) sia economici (quindi almeno 4250 miliardi). Il rimborso proposto, secondo le prime stime, coprirebbe circa il 40% dei debiti. Se i creditori respingeranno questa soluzione, si andrà automaticamente alla liquidazione coatta della Federconsorzi ed all'accertamento delle eventuali responsabilità individuali e collettive degli amministratori. Le aziende creditrici che hanno citato i vertici Federconsorzi sono sin d'ora decise a dire no al concordato; ed è appunto per dare un chiaro segnale in tal senso che hanno messo mano alle carte bollate. Alle loro spalle c'è l'Unacoma, l'Associazione dei produttori di macchine agricole, aderente alla Confindustrìa, che ha promosso la costituzione di un consorzio tra i creditori della Federazione con lo scopo di difendere al meglio i loro interessi. A invelenire ulteriormente gli animi sono state, oltretutto, le iniziative prese dai commissari straordinari per vendere alcuni cespiti della Federconsorzi: l'unica cessione finora riuscita è stata quella della Polenghi Lombardo, l'azienda casearia milanese, ma ha fruttato appena 55 miliardi contro gli oltre 100 periziati da tre diverse società di valutazione. L'istanza romana si muove, per ora, sul piano civilistico: ma la portata delle irregolarità denunciate è tale che, se venisse accertata dalla magistratura con le indagini che cominceranno a marzo, indurrebbe certamente i giudici stessi ad un'estensione della procedura al livello penale. Sergio Luciano Devono difendersi dall'accusa d'aver nascosto dati di bilancio e di irregolarità contabili. Buco di oltre ottomila miliardi Giuseppe Gioia (in alto), vicepresidente della Federconsorzi e, di fianco, Luigi Scotti, presidente del colosso agricolo
Persone citate: Giuseppe Gioia, Luigi Scotti, Polenghi Lombardo, Sergio Luciano, Silvio Pellizzoni
Luoghi citati: Roma
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