Ustica tutte le bugie dei generali di Ruggero Conteduca
Ustica, tutte le bugie dei generali Il Grl trasmette stralci della requisitoria, subito sequestrato il nastro Ustica, tutte le bugie dei generali L'accusa dei giudici: un complotto ROMA. Un complotto dell'allora vertice dell'Aeronautica per nascondere alla magistratura preziose informazioni sull'incidente di Ustica: questo, in sostanza, quanto emerge dalla requisitoria (21 pagine) dei pubblici ministeri per chiedere ed ottenere dal giudice Rosario Priore gli avvisi di reato contro tredici fra generali e alti ufficiali dell'Arma azzurra. Brani del documento sono stati letti, ieri, nel corso di uno «speciale» su Ustica del Grl. E dopo poche ore in via del Babuino sono piombati gli agenti dell'Ucigos inviati in tutta fretta dal procuratore aggiunto di Roma, Michele Coirò, che sovrintende alle indagini sull'abbattimento del Dc9 dell'Itavia. Il documento diffuso dai microfoni del Grl, infatti, è coperto dal segreto istruttorio e l'alto magistrato vuol sapere ora come sia finito nelle mani del cronista. E anche se dalla Croazia, dove ieri mattina era ancora in visita di Stato, il Presidente della Repubblica ha fatto sapere che «un avviso di garanzia non si può trasformare in una presunzione di colpevolezza», le accuse mosse dai pm ai generali sono gravissime e, a quanto è dato di capire, abbastanza consistenti, visto che il giudice Priore pare non abbia avuto esitazione a sottoscriverle. Le posizioni più gravi, stando ad alcuni brani della requisitoria, sono quelle di qattro generali - Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Corrado Melillo e Zeno Tascio - che nel giugno del 1980 quando precipitò il Dc9 Itavia con 81 persone a bordo, erano ai vertici dell'Aeronautica e che avrebbero agito di comune accordo. «Da un complesso di ele¬ menti risulta - scrivono i giudici - che l'occultamento delle informazioni concernenti da un lato la presenza di un intenso traffico militare statunitense, e, dall'altro, le valutazioni immediatamente effettuate sia negli ambienti tecnici dell'Aeronautica militare italiana, sia dagli specialisti stranieri circa le possibilità del disastro, fu oggetto di una decisione centrale e ad alto livello». Che tradotta secondo il codice penale e secondo i diversi comportamenti portano a gravi accuse quali l'attentato contro organi costituzionali con l'aggravante dell'alto tradimento, il favoreggiamento, la falsa testimonianza. Dell'allora capo di stato maggiore dell'Aeronautica, Lamberto Bartolucci, e del suo vice, Franco Ferri, i giudici scri¬ vono che «dopo aver omesso di riferire alle autorità informazioni concernenti la possibile presenza di traffico militare americano, la ricerca di mezzi aeronavali statunitensi, l'ipotesi di una esplosione coinvolgente il velivolo e i risultati dell'analisi dei tracciati radar di FiumicinoCiampino, abusando del proprio ufficio, fornivano alle autorità politiche informazioni errate. Escludendo, tra l'altro, il possibile coinvolgimento di altri aerei e affermando che non era stato possibile esaminare i dati radar perché in possesso esclusivo della magistratura». E tutto ciò «anche tramite la predisposizione di informative scritte». Analogamente contro il generale Corrado Melillo, capo del Terzo reparto dello stato maggiore nel 1980, le accuse sono di aver cercato di «favorire quanti avevano omesso di riferire alle autorità politiche e giudiziarie che nella notte fra il 27 e il 28 giugno 1980 era stata avviata la ricerca di forze aeronavali statunitensi che si presumevano coinvolte nel disastro e che a tale scopo sin dalla sera stessa erano state interessate le autorità americane». Il generale Zeno Tascio, ai tempi di Ustica, era capo del Sios-aeronautica, il servizio informazioni dell'Arma azzurra. Di lui i giudici scrivono che «dopo aver omesso di riferire» le stesse informazioni al governo e alla magistratura «abusando del proprio ufficio e al fine di impedire che potessero emergere, a qualsiasi titolo, eventuali responsabilità commissive o omissive dell'Aeronautica, forniva al magistrato un'informativa nella quale non si faceva cenno alla ricerca di mezzi aeronavali statunitensi». E mentre si precisano le accuse ai generali - compreso l'ex capo di stato maggiore Franco Pisano indiziato di aver coperto con la sua discussa e successiva relazione le bugie dei suoi predecessori - il Cocer Aeronautica, che aveva dato la sua solidarietà ai familiari delle vittime lasciando capire di aver abbandonato i suoi generali, ci ripensa e fa marcia indietro. Il colonnello Marcello Chiaretti, presidente del Cocer azzurro, rettifica infatti il significato dato al documento dell'altro ieri e parla apertamente di «chiara manipolazione di una delibera interna». Ruggero Conteduca Il generale Franco Pisano (nella foto grande). Sopra l'ex capo di stato maggiore Bartolucci e di fianco il generale Tascio
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