IL diario di Litkianov sui drammatici giorni di agosto

La fine dell'Urss in un bloc-notes DOCUMENTO OLI APPUNTI DEL GOLPISTA Alla vigilia del processo un documento finora segreto rilancia i misteri del putsch La fine dell'Urss in un bloc-notes // diario di Litkianov sui drammatici giorni di agosto ■ MOSCA i I L viceprocuratore generale ■ di Russia, Evghenij Lisov, ha concluso proprio ieri l'altro l'indagine preliminare sul colpo di Stato di agosto e ha consegnato i materiali agli avvocati difensori. L'intervista alla figlia di uno degl'imputati, Elena Lukianova, ci è stata concessa qualche giorno fa. La pubblichiamo insieme a un documento clamoroso - alcune pagine del diario personale di Anatoli Lukianov, il presidente del Soviet supremo, che fu sequestrato al momento dell'arresto - pervenutoci in copia attraverso canali ovviamente riservati. Da Elena Lukianova e da altre fonti, sappiamo che effettivamente Anatoli Lukianov teneva un diario meticoloso di tutti gl'incontri e le telefonate, giorno dopo giorno, da anni. Secondo altre testimonianze, tra cui quella del de- putato Obolenskij, che presiedeva la commissione parlamentare d'indagine del Soviet supremo dell'Urss sulle circostanze idei putsch, Lukianov aveva l'abitudine di eseguire personalmente accurati verbali delle riunioni del Politburo del pcus, finché ne fece parte. Prove convergenti di una quasi maniacale passione per la catalogazione degli eventi, che vanno oltre la comprensibile esigenza di un uomo politico sovietico di avere sempre a portata di mano le prove della sua attività, i contatti avuti, il tenore delle conversazioni essenziali. Più difficile è decifrare «quando» queste paginette, fogli di bloc-notes tolti da un classificatore, sono state scritte. Non c'è dubbio infatti che possono essere usate dalla difesa come «prova a discarico». Ma soltanto se fosse possibile provare che Lukianov le scrisse proprio nei giorni cruciali che sono indicati in cima alle pagine: 18, 19, 20, 21 agosto. Ser risultassero scritte «dopo», potrebbero trasformarsi semplicemente in un modesto tentativo «a posteriori», di presentarsi come un avversario dei golpisti, difensore della legalità e amico di Gorbaciov. E' possibile che Lukianov mettesse in ordine la sua giornata alla sera, raccogliendo nel diario appunti scritti da altre agende di lavoro. La prima pagina (5-18 agosto) è però visibilmente un riassunto di diversi giorni (di ferie), scritto in seguito. Solo la domenica 18 - quando Lukianov torna in fretta a Mosca, convocato da Janaev e compagnia - il diario dei contatti diventa fitto e dettagliato. Ma questa pagina è stata scritta dopo il 18, come minimo la mattina successiva. Altrimenti non si spiega l'ultima riga: «Ho passato la notte in ufficio, senza dormire». Altrettanto si può dire per il foglio del lunedì 19. Solo chi ha già passato una notte insonne può scrivere: «Ho dormito un'ora e mezzo». E, data l'intensità delle telefonate del giorno successivo, viene da chiedersi quando Lukianov abbia trovato il tempo di raccogliere i suoi appunti e trascriverli sul diario. In molti casi la telefonata indica solo il nome e se era in uscita o in arrivo. Ma colpiscono alcune delle sommarie notazioni che Lukianov aggiunge, spesso tra parentesi, a quelle più importanti. Ad esempio alle 21,10 del 18 si svolge la prima, drammatica riunione dei congiurati nello studio di Pavlov, il premier golpista. E Lukianov annota: «Scontro duro. E' un'avventura bella e buona. Illegale. Me ne vado». E alle 23.50 è Lukianov a telefonare a Boldin, capo del gabinetto di Gorbaciov, per dirgli: «Il decreto contraddice la legge sullo stato d'emergenza. Occorre una sessione» (del Soviet supremo, ndr). Emerge una risolutezza e un'ostilità ai putschisti di cui in quelle ore non si era avuto sentore. Altre telefonate importanti, fatte o ricevute da Nazarbaev, presidente del Kazakhstan, e da Kravchuk, presidente dell'Ucraina, non permettono di chiarire il contenuto delle conversazioni. Che significa la notazione «appoggio»? (Nazarbaev, 8,40 del 19 e 8,40 del 21). E che cosa si sono detti con Kravchuk alle 10,15 del 21 agosto («posizione dell'Ucraina»)? Ma in alcuni punti il documento sembra trasformarsi in un atto di autoaccusa. Lukianov scrive di aver steso il famoso memorandum (quello in cui criticava duramente il patto di Novo Ogariovo) il 15 agosto. Fa parte della sua linea difensiva: non c'entrava col golpe, fu scritto prima. Alle 21,10 incontra i golpisti e non può non capire che cosa sta succedendo. Infatti scrive di essersene andato sbattendo la porta. Alle 23,15 torna in ufficio e «corregge» il memorandum. Poi - scrive - «spedito a Janaev». Lukianov sa che Janaev è il capo della Giunta. Perché corregge e poi consegna il documento, in piena notte, al vice-presidente che assume i pieni poteri? E. la mattina successiva, alle 6,00, sente alla radio i proclami della Giunta. E scrive sul diario: «Chissà perché (c'è) anche la (mia) dichiarazione». Qui il sospetto di qualche «rielaborazione» successiva diventa consistente. Lukianov è stato un protagonista degli eventi degli ultimi anni. Tutti lo considerano una «vecchia volpe». E qui, invece, egli dà prova di un eccesso di ingenuità che appare tutt' altro che credibile. Ma se il diario è autentico (nonostante qualche «correzione» introdotta a golpe sconfitto) - e gl'inquirenti non dovrebbero faticare a provarlo, visto che possono interrogare quasi tutti gl'interlocutori delle telefonate - sarà difficile accusare Lukianov di qualcosa di più della responsabilità morale (per altro evidente) di non aver contrastato apertamente la Giunta. Giuliette Chiesa Il presidente del Soviet aveva una mania per i verbali C'è un'ingenuità che contrasta con la sua fama di vecchia volpe Aspro scontro nello studio di Pavlov «E' un'avventura, me ne sono andato. Ho passato la notte nel mio ufficio con angoscia e senza prendere sonno» Il vicepresidente del Soviet supremo Gennady Janaev E' stato una delle menti del putsch e rischia la pena capitale Lukianov discute con Gorbaciov durante una seduta del Soviet pochi giorni prima del golpe. A lato una delle pagine del suo diario finora segreto Nella foto piccola l'ex premier Pavlov Dimostranti fronteggiano i tanks a Mosca

Luoghi citati: Mosca, Novo Ogariovo, Russia, Ucraina, Urss