«Cossiga è ornai fuori gioco»

«Cossiga è ormai fuori gioco» Intervista con il leader socialdemocratico: i tempi del dopo-elezioni saranno troppo stretti «Cossiga è ormai fuori gioco» Caviglia: non nominerà il capo del governo MILANO. Cossiga è fuori gioco. «Non sarà lui a designare il prossimo presidente del Consiglio». Antonio Cariglia, segretario psdi, non fa misteri, non gioca sulle parole, si sbilancia: «L'ho detto al Presidente. Abbiamo fatto due conti insieme sulle date e alla fine anche lui si è convinto. Tutto qui». Cariglia è in gran forma. Ha appena finito un'ora di esternazioni dentro al «Mezzogiorno italiano» di Fu nari. E per cominciare, attacca cosi: «Sono arcistufo. Andiamo verso una campagna elettorale che sarà piena di cose non dette, di problemi elusi, di secondi fini». Andiamo con ordine. Cominciamo dal Cossiga fuori gioco. Benissimo. Due giorni fa sono salito dal Presidente. Si parlava della crisi, delle prossime elezioni. Tutte confermate le date? Certo: crisi alla fine di questo mese. Elezioni il 5 di aprile. Dunque? Dunque io sottopongo l'agenda a Cossiga e ragiono così: urne chiuse nelle prima settimana di aprile. Le due Camere in funzione a maggio. Diciamo nelle prime settimane di maggio, giusto? Giusto. Bene. Cossiga scade il 3 luglio. Un mese prima inzia la stretta finale per il suo successore. Sicuro che Cossiga non vorrà ricandidarsi? Sicurissimo. Perché? E chi lo voterebbe? Lei no? No. Non mi piacciono le monarchie. Quattordici anni alla presidenza, ma scherziamo? Siamo rimasti a giugno. Perfetto. La domanda è: perché mai un Presidente che sta per chiudersi dietro la porta del Quirinale, dovrèbbe' designare il leader di una coalizione che dovrebbe - dico dovrebbe - durare molto a lungo nel tempo?. Molto meglio, aspettare qualche settimana e lasciare che sia il nuovo inquilino del Colle a aprire le consultazioni. In questo modo però salterebbe la «quasi designazione» di Bettino Crasi. Designazione a cosa? A sostituire Andreotti alla guida del prossimo governo. Non mi risultano né accordi, né quasi-designazioni. Ma Cossiga lo ha detto. No. E' stato un equivoco. Possibile? Cossiga me lo ha personalmente smentito. Non ha mai detto che affiderà, o affiderebbe, il prossimo incarico a Craxi. Il segretario psi, l'altro ieri, ha detto: qui qualcuno bara. Aveva ragione? Secondo me c'è solo stato un equivoco. Craxi fa bene a dubitare. Lo fa sempre, del resto. E' una delle sue migliori qualità. Questo riapre tutti i giochi sul prossimo governo. I giochi non si sono mai chiusi. Vede, qui veniamo al punto: questa campagna elettorale sarà avvelenata da quelle due benedette poltrone. Il Quirinale e Palazzo Chigi? Ovvio. Lei come le vede? Come tutti: vedo Andreotti in corsa per la prima e Craxi per la seconda. Certo, ma come andrà a finire la corsa? Non faccio previsioni. Dico e ridico: avrei preferito una campagna elettorale concentrata sui problemi del Paese e non su battaglie interpartitiche. Anche lei, come Occhetto, teme le esternazioni elettorali di Cossiga? No. Non le temo. Però penso che farebbe bene a non intervenire. Lei cosa ha capito di questa turbolenta Contesa tra il Presidente e il partito trasversale che lo vuole mette¬ re in stato di accusa? So quello che ha capito Cossiga: lo considerano il principale ostacolo a un accordo, diciamo, catto-comunista. Per questo lo attaccano. Lei ci crede? Non lo so. Cossiga ha anche parecchi rancori verso il suo ex partito e questo complica moltissimo la faccenda. Qualcuno dice che Cossiga teme la messa in stato d'accusa. In questi ultimi giorni ha cercato in tutti i modi di disattivarne gli ingranaggi. Cosa ne pensa? Nilde lotti è stata molto chiara. Ha detto che anche in caso di crisi a lei spetta la convocazione della Camera e ha tutte le intenzioni di farlo. Il dibattito in Parlamento dovrebbe esserci. Che effetto le fanno le esternazioni del Presidente? Un cattivo effetto. Cossiga si è messo alla testa della protesta. E' uno sbaglio. Qui bisogna costruire, anzi ricostruire. Ha una formula, lei? Certo che ce l'ho. Dire prima delle elezioni tre cose. Uno: quale maggioranza si vuole. Due: con quale programma. Tre: con quali uomini. PeccatoPeccato cosa? Che nesuno mi abbia dato retta. De e psi vanno avanti in ordine sparso e fanno il gioco delle leghe. Che rastrelleranno una valanga di voti. Probabile E il pds? Perderà. Si tratta di capire quanto. Dica lei. Non abbastanza da uscire dai giochi. Se ne rallegra? Sì. Prima o poi si dovranno decidere a diventare anche loro socialdemocràtici. PinoCorrìa»

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