Mini-stangata, ma 22 mila risparmiano l'imposta sui cani

Mini-stangata, ma 22 mila risparmiano l'imposta sui cani Mini-stangata, ma 22 mila risparmiano l'imposta sui cani Brutta sorpresa per il vicesindaco e assessore alla Cultura Marziano Marzano: il governo ha varato un decreto che obbliga i Comuni a coprire con entrate proprie almeno il 25 per cento del costo di ogni servizio a domanda individuale. Sono: case di riposo, asili nido, mense, impianti sportivi, trasporti funebri, mercati, mattatoio, bagni pubblici, colonie estive. Ma anche, e qui c'entra Marzano, biblioteche, musei, teatri, mostre. Sono servizi costosi e poco remunerativi: per mantenerli in vita Torino spende 22 miliardi e incassa un miliardo e mezzo, con un «rientro» pari al 7 per cento. Come fare? Marzano non lo sa: «Se le cose stanno come mi si dice, rischiano di chiudere i musei di tutta Italia e le attività culturali subirebbero un drastico ridimensionamento». Più volte il vicesindaco si è scontrato con l'assessore alle Finanze, Sebastiano Prowisiero. In questa occasione, invece, trova in lui un alleato: «Marzano ha già fatto molto per tagliare le spese». Ma il decreto non lascia scampo (sempre che sia convertito in legge). Entro il 29 febbraio i Comuni dovranno limare, tagliare, precisare entrate e uscite dei vari servizi, badando bene che le prime raggiungano almeno il 25 per cento delle seconde. Già oggi il concetto di rientro finanziario è praticato dagli enti locali: ma la legge impone di recuperare il 36 per cento sul totale delle spese. Insomma, è possibile coprire interamente i costi di una prestazione e fornirne un'altra a titolo completamente gratuito. Oltre a biblioteche, mostre, musei e teatri, sono attualmente inferiori al 25 per cento anche i bagni pubblici (17%) e le colonie estive (13%): ma le voci di spesa sono assai meno importanti (9 miliardi in totale). Il servizio più remunerativo è il trasporto funebre (70%) seguito dalle case di riposo (60%). L'assessore Prowisiero ha un'altra incognita, l'annunciata revisione delle rette per le mense (oggi si arriva al 55% per materne e scuole dell'obbligo, mentre il servizio degli asili nido è coperto al 32 per cento): «La decisione del governo pone un punto fermo: sotto una certa soglia non si può andare. I nostri calcoli dovranno partire da questa considerazione». Il decreto prende in esame anche l'attività impositiva dei Comuni. Scompare l'imposta sui cani (22 mila contribuenti a Torino, con un mancato introito di 2 miliardi) ma si consente di aumentare fino al 25 per cento l'Iciap, l'imposta sulle attività professionali (negozi, uffici, studi). Prowisiero è intenzionato a non toccare i parametri dell'anno scorso, ma potrebbe trovarsi nei guai con il bilancio. Per ogni evenienza, il responsabile del settore, Gian Luigi Fracchioli, gli ha preparato tre ipotesi: un rincaro del 10 per cento porterebbe in cassa 4 miliardi freschi, che salirebbero a oltre 6 se l'aumento fosse del 15% e supererebbe i 10 con l'aliquota massima prevista dal decreto. [g. pav.)

Persone citate: Gian Luigi Fracchioli, Marzano, Marziano Marzano, Sebastiano Prowisiero

Luoghi citati: Italia, Torino