Trapattoni: Baggio dà la carica ai giovani di Angelo Caroli

Trapattoni: Baggio dà la carica ai giovani Secondo il tecnico i continui progressi del fantasista saranno di stimolo al futuro della Juventus Trapattoni: Baggio dà la carica ai giovani «Sarebbe un grave errore pensare d'aver già battuto il Verona» TORINO. Ieri, all'ora di pranzo, filmati a non finire. C'erano spot pubblicitari da realizzare con Trapattoni protagonista. Le telecamere lo hanno preso di mira, come se avesse 20 anni ed eseguisse esercizi di destrezza con il pallone sotto lo sguardo paterno di Nereo Rocco. Poco distante, Baggio si esibiva con ben altra perizia. L'età e il bagaglio tecnico hanno il loro peso. Alle 14 circa, il tecnico è uscito fuori del mirino televisivo e si è messo a disposizione dei giornalisti. Ha parlato secondo la tradizione del venerdì, usando però la marmitta catalitica, cioè molto pulito, un modo per non dare spunto a polemiche nei giorni in cui vien facile cercare accostamenti con il Milan. Domenica scorsa, infatti, il Verona ha messo in grossa difficoltà la squadra di Capello. E domani c'è in programma lo scontro diretto tra i complessi più spettacolari del campionato. Zcman cerca punti ovunque... «Non credo che il Milan si farà sorprendere in casa - il tono del Trap trasuda scetticismo - e per noi non sarà facile, poiché il Ve- rena ha dato filo da torcere ai campioni d'inverno. Sarà importante arrivare al confronto diretto con lo stesso distacco, noi abbiamo rispettato la media inglese e i tre punti di vantaggio sono merito di una squadra che non dà colpi a vuoto. Perciò, visto che in trasferta non siamo in grado di portare al di sopra dello 0 la media inglese, sarà importante non perdere punti in casa. Non dovremo ricadere negli errori commessi con il Parma, aspetteremo il gol con pazienza, anche i tifosi devono capire il problema». Ogni partita nasconde insidie più o meno evidenti. Forse le preoccupazioni di Trapattoni derivano non soltanto dalla bravura del Verona ma anche «dalla eccessiva convinzione da parte nostra di aver già battuto l'avversario. In Italia non c'è più nulla di facile, i trabocchetti sono disseminati ovunque, figuratevi se sottovaluto il Verona che con Raducioiu e Pellegrini fa bene il contropiede e che aspetta solo che noi gli concediamo spazi per infilarci!». Fascetti ha tessuto l'elogio del tecnico juventino. Inoltre nel clan bianconero si mette in conto anche l'eventualità di un calo milanista. Trapattoni frena subito: «Siamo noi che dobbiamo migliorare, in quanto ad autorità in casa siamo cresciuti, ci manca semmai in trasferta, abbiamo inserito tanti particolari che ci mancavano nel bagaglio che ci portiamo appresso durante un cammino lungo e difficile. Ora dobbiamo vedere che cosa il Milan ha più di noi e tentare di metterci al suo livello». Il punto di svantaggio che tempo addietro denunciavate nei confronti dei rossoneri è salito a 2 e, infine, a 3. Può condizionarvi psicologicamente? L'allenatore juventino non accetta questa ipotesi. E forse l'aveva già espressa ai giocatori quando, per mezz'ora circa, si è intrattenuto con loro in mezzo al campo durante una pausa dell'allenamento: «Sarebbe un errore madornale considerare vinta la partita con il Verona, ma altrettanto autolesionistico sarebbe credere che il Milan ha preso il cappello e ha salutato la compagnia definitivamente. I miei ragazzi devono capire che nel calcio niente è scontato, gli imprevisti sono dietro l'angolo, e che il ritorno potrebbe avere una certa fisionomia, magari diversa dall'andata. Io non guardo al Milan e ai record che ha battuto o che sta per battere, forse qualcuno già pensa alla mia Inter dei 58 punti. Io so soltanto che il Milan è in uno stato ottimale e di più non può fare. Lasciamo stare la mia Juve d'altri tempi, che magari perdeva una partita o uno scudetto ma si esprimeva su un rendimento costante. Questa è una Juve che si sta formando». Baggio segna e migliora: può essere uno stimolo mentale per la squadra? «E' euforico per i gol che ora realizza, ma anche per il gioco che esprime. Sul piano psicologico è importante per tutti i bianconeri, soprattutto per i giovani. Ma non parliamo di evoluzione, per carità, oggi Roberto gioca come giocava prima dell'infortunio». Angelo Caroli

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