Nissan investe, il governo inglese esulta di Paolo Patrono

Nissan investe, il governo inglese esulta L'Inghilterra è sempre più una testa di ponte per la penetrazione dell'«auto gialla» in Europa Nissan investe, il governo inglese esulta // colosso giapponese potenzia lo stabilimento di Sunderland LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Esulta il ministro dell'Industria inglese Peter Lilley per «la meravigliosa notizia» che la Nissan ha appena annunciato: 200 milioni di sterline di nuovi investimenti per potenziare il suo stabilimento di Sunderland capace di produrre quasi 300 mila auto all'anno, destinate a invadere l'Europa. Ma si devono preoccupare nel contempo gli industriali dell'auto, inglesi ed europei: perché proprio nel giorno in cui a Londra le statistiche ufficiali indicano un ulteriore calo del 5% circa della produzione, scesa nel '91 a 1.240.000 vetture, il nuovo potenziale di export delle «auto gialle» montate in Gran Bretagna supererà, per i prossimi cinque anni, «quota 700.000». Il ministro Lilley si rallegra, all'inizio di una campagna elettorale dall'esito incerto, per la creazione di 600 nuovi posti di lavoro nella fabbrica di Sunderland. Questo incremento tonifica i livelli occupazionali della Nissan (limitati in realtà a poco più di 4000 persone) e potenzia la presenza globale delle case giapponesi, già attive in Gran Bretagna con gli stabilimenti della Toyota e della Honda, la quale detiene anche il 20% della Rover. Ma questa buona notizia risulta del tutto marginale se raffrontata al continuo aumento della disoccupazione globale in Gran Bretagna, che secondo gli stessi dati governativi colpisce ormai 2.546.000 persone, il livello più alto da oltre quattro anni. E nello stesso settore automobilistico, proprio ieri la Ford ha annunciato il «taglio» di 500 posti di lavoro a Southampton, seguendo di poco analoghe riduzioni del personale alla Rover e alla Rolls-Royce, colpita dalla recessione tanto da sacrificare il suo mitico modello «Phantom VI». Le previsioni sono tali, secondo gli specialisti britannici, che solo fra quattro anni l'Inghilterra potrà tornare ai livelli record di vendita di 2,3 milioni di vetture registrati nel 1989. Nell'attesa di questa lontana ripresa, gli ambienti governativi britannici mettono in evidenza il fatto che dopo questo nuovo potenziamento, la Nissan ha realizzato qui in Gran Bretagna il maggior investimento da parte di una singola società giapponese in tutta Europa: 850 milioni di sterline, per un impianto che ha 4600 dipendenti, cui vanno aggiunti due stabilimenti sussidiari (uno a Cranfieldn, l'altro alla periferia di Londra), in cui sono stati investiti altri 121 milioni di sterline e danno lavoro a altre 1000 persione. In realtà, questo exploit non è isolato e non fa che confermare una marcata tendenza che vede la Gran Bretagna eletta a Paese preferito dai giapponesi che dai settori produttivi dell'auto dell'elettronica investono ormai anche in campo immobiliare e nel bancario, facendo dell'Inghilterra la testa di ponte di Tokyo verso l'Europa comunitaria. Ritornando al settore automobilistico, la Nissan è riuscita ad ottenere nell'impianto inglese di Sunderland una produttività record di 75 vetture annue a testa per lavoratore contro le 39 costruite dalla stessa società in Giappone, le 24 della Vauxhall, le 14 della Rover e della Peu geot, le 8 della Ford. Grazie a questo exploit, la Nissan ritiene di poter aumentare la sua quota sul mercato europeo, salendo dal 3,3 al 5% (pari a 700.000 vet ture) dal 1995. Fonti governati ve pronosticano che entro la fine del decennio il totale delle «auto gialle» in Europa sfiorerà i 2 milioni, il doppio delle previsioni Cee. Paolo Patrono

Persone citate: Lilley, Peter Lilley, Phantom Vi, Rolls, Sunderland