Beffò Londra e Churchill si complimentò

Beffò Londra e Churchill si complimentò E' morto a Genova l'ammiraglio Luigi Durand de La Penne, l'uomo che affondò la Valiant Beffò Londra e Churchill si complimentò Minò la corazzata britannica a bordo di un «maiale» Dopo il '43 si schierò al fianco degli Alleati TOCCO' a Luigi Durand de La Penne, alla fine della seconda guerra mondiale, la straordinaria avventura di vedersi appuntare sul petto la medaglia d'oro dal comandante inglese che egli aveva beffato affondandogli la nave ammiraglia: era stato, infatti, il tenente di vascello de La Penne che nel blitz notturno del 19 dicembre 1941, nella baia di Alessandria d'Egitto, aveva fatto saltare in aria la corazzata britannica «Valiant» da 27.500 tonnellate, armata di 8 cannoni da 381 e con oltre 1100 uomini di equipaggio. De La Penne, nato a Genova l'I 1 febbraio del 1914, a 19 anni si era arruolato volontario in Marina e, dopo l'Accademia di Livorno da cui era uscito guardia marina, era stato accolto fra gli incursori di Bocche del Serchio che, con i «maiali», l'arma delle flotte povere, andavano all'attacco delle navi da guerra nemiche e che con le audaci imprese di Suda, Malta e Gibilterra avrebbero tra l'altro riscosso un'ammirata citazione di Churchill. Agli uomini come de La Penne il coraggio non faceva difetto: altrimenti come avrebbero accettato di cavalcare in mare quei «maiali», altrimenti detti «barchini», veri e propri siluri lunghi 7 metri, diametro di 50 centimetri, carichi di esplosivo e che, spinti da un motore elettrico, potevano immergersi fino a 30 metri di profondità? Già nel primo anno di guerra, de La Penne si era distinto nel salvataggio di nove marinai del sommergibile «Iride», mandato a picco dagli inglesi a Bomba sulle coste dell'Africa, ma l'impresa quasi incredibile della «Valiant» gli diede la fama. Ce la narrò lui stesso anni fa, già in pensione col grado di ammiraglio, nella sua bella casa di Genova in faccia al mare rievocando quella notte illune del 19 dicembre '41, quando il sommergibile «Scirè», comandato dal tenente di fregata Junio Valerio Borghese, futuro capo della X Mas, trasportò davanti alla base di Alessandria d'Egitto tre «maiali» che dovevano attaccare e affondare le corazzate «Valiant» dell'ammiraglio Charles Morgan e «Queen Elisabeth» dell'ammiraglio Andrew Cunninghan, due grossi mostri di ferro, protetti da reti antisiluro e da lanci continui di bombe di profondità. «Ero sul primo barchino col capo-palombaro Emilio Bianchi - raccontò de La Penne - e portavamo con noi 300 chili di tritolo. Costeggiammo la diga e poi riuscimmo a entrare nel porto sulla scia di due mercantili francesi. Era una notte freddissima. Evitando le luci dei riflettori che spazzavano le acque della baia, arrivammo accanto alla Valiant. Il mio orologio segnava le 3. Ma il gelo mi paralizzò quasi le mani, non riuscii a fermare in tempo il motore e il barchino, senza governo, si inabissò a 17 metri di profondità. Solo a forza di braccia lo riportammo a galla spingendolo sotto la chiglia della corazzata. Bianchi regolò la spoletta per le 6: di lì a due ore il siluro sarebbe esploso». Ma quando de La Penne e Bianchi riemersero in superficie, un riflettore della Valiant li inquadrò, gli inglesi spararono raffiche di mitragliatrice e i due incursori vennero catturati su una boa dove si erano rifugiati. Condotti prima a bordo della Valiant, poi in una baracca al faro di Ras-el-Tin, de La Penne e Bianchi rifiutarono di rispondere alle domande allarmate degli ufficiali inglesi. Allora li riportarono sulla corazzata e, dopo averli riforniti di sigarette e rhum,, li chiusero in una cala, proprio sopra il punto dove avevano collocato l'esplosivo. Erano ormai le 4,30. «Il tem¬ po - narrerà de La Penne - trascorreva inesorabile, mentre attorno a noi regnava uno strano silenzio». Dieci minuti prima delle 6, de La Penne chiese di parlare con l'ammiraglio Morgan, lo avvertì che stavano per scoppiare 300 chili di tritolo, ma, ancora una volta, rifiutò di dire dove aveva piazzata la tremenda carica. Morgan diede all'equipaggio l'ordine di «abbandono nave» e alle 6,06, l'esplosione squassò la corazzata lasciando però illeso de La Penne. Quattro minuti dopo saltò in aria la Queen Elisabeth e 19 minuti più tardi il cacciatorpediniere Jervis che erano stati minati dagli equipaggi degli altri «maiali» di Marino e Marceglia. Gli incursori furono tutti catturati e chiusi nelle carceri del Cairo, in celle strettissime che avevano soltanto una piccola inferriata all'altezza delle ginocchia. Dirà de La Penne che la sera della vigilia del Natale 1941, avvilito per la solitudine, si mise a fischiettare un motivetto che lui e i suoi compagni chiamavano «L'inno del Serchio», per ricordare l'epoca dei primi addestramenti con i barchini. Da distante gli rispose quasi subito lo stesso motivo, era Marino a fischiare. Poi sentì canticchiare un terzo, doveva essere Marceglia: seppero così di esserci tutti. All'inizio dell'anno li spedirono in un campo di prigionia in India, ma dopo l'8 settembre '43, de La Penne rimpatriò e combatté a fianco degli alleati. Nel marzo del 1945, Umberto di Savoia si recò a Taranto per consegnare le ricompense al valore a quelli dell'impresa contro la Valiant. Erano presenti le massime autorità delle marine inglese e americana. Quando de La Penne uscì dai ranghi, il principe ereditario si rivolse all'ammiraglio Morgan: «Questo tocca a lei», gli disse. E l'inglese appuntò la medaglia d'oro al valor militare sul petto dell'uomo che gli aveva distrutto la nave. Giuseppe Mayda Fu catturato ma non rivelò nessun particolare | dell'operazione | GENOVA. E' morto ieri nella sua abitazione di Genova l'ammiraglio di squadra nella riserva Luigi Durand de La Penne. Nato nel capoluogo ligure I' 11 febbraio del 1914, medaglia d'oro al valor militare, fu eletto come deputato nella seconda legislatura nelle file della de, passò successivamente al pli. Fu riconfermato al Parlamento per altre cinque volte. L'ammiraglio Luigi Durand de La Penne, l'eroe che affondò la corazzata britannica Valiant L'ammiraglio Manfredi appunta una medaglia sul petto di Durand de La Penne per la sua operazione nel golfo di Bomba. In alto, un «maiale»