L'occhio artificiale costruito dai giapponesi

L'occhio artificiale costruito dai giapponesi Imita in forme rudimentali la retina, servirà ai robot L'occhio artificiale costruito dai giapponesi NEW YORK. La scienza ha compiuto un altro passo avanti. Gli scienziati della Fuji, la società fotografica giapponese, hanno annunciato di essere riusciti a mettere a punto un occhio artificiale che imita in forma rudimentale alcune funzioni della retina ricorrendo all'impiego di una proteina sensibile alla luce, prelevata da un batterio. Secondo quanto riferisce l'ultimo numero della rivista scientifica internazionale «Us. Journal Science», quando si sono illuminate lettere dell'alfabeto davanti all'occhio artificiale, questo ha generato una serie di segnali elettrici in modo analogo a quelli con cui la retina converte immagini luminose in segnali elettrici. Tali segnali sono stati amplificati e trasmessi a un pannello di diodi a emissione luminosa (Led), che si sono quindi illuminati mostrando im¬ magini delle stesse lettere. Essendo costruito con materiale biologico, l'occhio risulta di dimensioni molto più compatte di quanto non sia possibile con congegni analoghi formati con pezzi microelettronici e perciò potrebbe aprire la strada per fornire di occhi artificiali i robot. La proteina non reagisce quando l'intensità della luce si mantiene costante, perciò non recepisce immagini immobili, perché emette cariche elettriche solo quando la luce cambia di intensità, quindi si limita a «vedere» immagini in movimento. Ma gli scienziati giapponesi fanno rilevare nell'articolo sulla rivista americana che la loro scoperta è importante anche per capire come gli esseri animali elaborano le immagini e per arrivare in futuro a costruire sensori di immagini intelligenti. [Agi]

Persone citate: Fuji

Luoghi citati: New York