«Uno choc elettrico quella mazzata» di Enrico Martinet

«Uno choc elettrico quella mazzata» Aosta, secondo i medici che hanno eseguito l'autopsia la botta ha fatto impazzire il cuore del giocatore «Uno choc elettrico quella mazzata» // colpo una delle cause della morte dell'hockeista AOSTA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Choc elettrico provocato dalla mazzata». Miran Schrott, 19 anni, giocatore di hockey del Gardena e della nazionale under 20 potrebbe essere morto così, come se avesse infilato le dita in una presa elettrica. A fare l'ipotesi è Pierangelo Conca, il medico che ha compiuto l'autopsia con Giuseppe Rampello, entrambi incaricati dal giudice Tiziano Masini. «Nessun segno sul torace, nessuno neppure sugli organi interni. Un corpo, in apparenza, integro», spiega il responsabile di medicina legale dell'ospedale di Aosta. E aggiunge: «Il colpo è verosimile che sia stato come minimo una concausa della morte, tuttavia sono necessari esami molto approfonditi». Il giocatore di Ortisei era stato colpito alle 21,30 di martedì da un avversario, Jimmy Boni, nel secondo tempo della partita del campionato di serie B tra il Courmayeur/Aosta e il Garde- na. Boni, capitano della squadra valdostana, aveva reagito a un pugno di Schrott impugnando la mazza a due mani e sferrando un colpo all'altezza del cuore. Miran si era accasciato comprimendosi il fianco sinistro e non era più riuscito ad alzarsi. Seconda la teoria dello choc elettrico la mazzata avrebbe provocato uno scompenso che ha fatto impazzire il cuore. «L'aritmia, poi la fibrillazione, quindi l'arresto. Il massaggio cardiaco non poteva salvarlo. Avrebbe dovuto esserci un defibrillatore per recuperare il battito normale, ma la strada da fare avrebbe dovuto essere di pochi minuti», spiega ancora Conca. Fra i primi a intervenire accanto a Miran Schrott era stato il medico del Courmayeur/Aosta Sauro Rocchio che ha poi parlato di «arresti cardiaci che si sono susseguiti». Episodio che potrebbe avvalorare l'ipotesi dello choc elettrico. Il giocatore è stato poi trasportato all'ospedale di Chamonix, ma i medici non sono più riusciti a rianimarlo. Il dottor Conca esclude che la morte possa essere stata causata da emorragia cerebrale. «E' accaduto qualcosa al cuore - dice il medico -. Forse il giocatore soffriva di un male cardiaco mai diagnosticato e sfuggito agli elettrocardiogrammi. E' possibile». Il «caso» di Miran Schrott è considerato dai medici «eccezionale». E' ancora Conca a spiegare: «Un colpo del genere ha minime possibilità di ucci- dere, eppure è accaduto e può accadere anche in un organismo perfettamente sano come di solito è quello degli atleti». Rimangono dubbi anche sulla crisi epilettica. L'autopsia non ha rivelato nulla, ma poco poteva fare per accertarla. Uno degli indizi più visibili sono i segni di un morso sulla lingua, dimostrazione di crisi che provoca l'improvvisa chiusura della bocca, ma i medici non li hanno per il momento trovati. Il sostituto procuratore Tiziano Masini che conduce l'in- chiesta ritiene importante sa pere se Miran Schrott soffrisse o meno di epilessia. Lunedì convocherà il medico della squadra del Gardena, dove gio cava Miran, e il medico di famiglia. Le persone sotto indagine ri mangono due, Jimmy Boni e il suo allenatore Charles Lamblin. L'ipotesi di reato è omicidio colposo. Per il tecnico si tratta di concorso. Avrebbe «istigato il giocatore a colpire duro». Dice Masini: «Sarebbe già accaduto nel passato secon do fonti confidenziali in mio possesso». Ma i dirigenti del Courmayeur/Aosta parlano del tecnico come di «un uomo tran quillo che non ha mai insegnato ai ragazzi a essere violenti». Enrico Martinet Accanto, i primi, inutili soccorsi sul campo a Miran Schrott durante la partita. Nella foto piccola il giocatore che lo ha colpito

Luoghi citati: Aosta, Courmayeur, Ortisei