Si allunga la lista dei vini a rischio di Giuliano Marchesini

Si allunga la lista dei vini a rischio Lo scandalo del Veneto non sarebbe isolato, la magistratura indaga su altri prodotti Si allunga la lista dei vini a rischio Mercato nella bufera, in crisi pure gli «insospettabili» Piemonte e Lombardia hanno disposto misure cautelative PADOVA DAL NOSTRO INVIATO Nel supermercato gli scaffali del reparto vini non mostrano larghi vuoti. In calo le vendite, dopo lo scandalo del vino al veleno scoperto nelle tre cantine del Veneto. Subiscono il contraccolpo anche i prodotti insospettabili, per effetto di questa psicosi. Ma la vicenda delle adulterazioni ha anche insegnato qualcosa: chi compra, adesso, gira e rigira la bottiglia, il bottiglione, controlla e legge tutto sulle etichette. Resta, comunque, l'allarme per i vini di queste aziende venete i cui titolari sono finiti in carcere. Ed è una serie di interventi cautelativi. Le Regioni Piemonte e Lombardia hanno disposto il sequestro, il campionamento e le analisi del vino delle ditte Poli, Rampon e Chiarello che si trova ancora in commercio, il blocco delle vendite di prodotti usciti da queste cantine scatta oggi anche in tutto il Veneto. Ma molti non si sentono ancora tranquilli, i sospetti s'allargano. I Codacons, comitati dei consumatori, affermano che i Nas sono in possesso di un elenco di altri vini adulterati e chiedono che venga resa di pubblico dominio questa lista. Al comando dei nuclei antisofisticazione dei carabinieri rispondono che la richiesta è stata passata al ministero della Sanità. «Noi - precisa un ufficiale - conosciamo le ditte che solitamente controlliamo, e poi segnaliamo alla magistratura. A quel punto, non possiamo divulgare niente, dato che si tratta di elementi che riguardano indagini di polizia giudiziaria». Indagini che per Giuseppe Sordato, Ennio Rampon, Giovanni e Silvano Poli e Gianni Chiarello sono ancora lontane dalla conclusione. C'è da stabilire quale sia stato il giro di sofisticazioni da una cantina all'altra: quello che interessa maggiormente gli inquirenti, in questo momento, è il vino sfuso, quello servito alla spina, quello nei bottiglioni. Forse il giudice s'aspetta che, nel corso dell'inchiesta, salti fuori anche un «pentito» disposto a fare abbondanti rivelazioni sull'affare del vino al veleno, che potrebbe essere più esteso di quanto finora si è accertato. Il ministro della Sanità, De Lorenzo, ha detto che «per combattere il. problema delle sofisticazioni alimentari occorre anche maggiore attenzione da parte della magistratura». Il sostituto procuratore Antonino Cappelleri, pm in questa indagine, osserva: «Se ci sono in giro centomila bottiglie sospette, io do¬ vrei accertare che sono tutte avvelenate. Per mandare avanti il procedimento penale, ovviamente, basta la prova che il contenuto di una delle bottiglie è avvelenato. Ma ' il resto è una questione di controlli sanitari». Cappelleri fa presente che le norme italiane sulla produzione del vino sono rigorose, tanto che non è nemmeno consentito lo zuccheraggio. E insiste: «Il problema non è di leggi e di applicazione, ma di controlli». S'aggiungono, dice il magistrato, anche concrete difficoltà tecniche, per i rilevamenti delle adulterazioni. «Per riscontrare la presenza di un determinato composto chimico ci vogliono strumenti sofisticati». Quindi, dovrebbe essere anche questione di attrezzature. In ogni modo, per i titolari delle tre cantine del Veneto gli accertamenti dovrebbero essere stati sufficienti. Preceduti, a quanto pare, da intercettazioni telefoniche. I campioni su cui lavorare sono stati prelevati in alcuni esercizi pubblici, poi sottoposti ad analisi nel laboratorio dell'Usi 30 di Rovigo. In conclusione, sono state trovate punte di tre milligrammi di «metil-isotiocianato» per litro. Sostanza, rilevano gli inquirenti, la cui natura tossica non può essere sconosciuta, così come non possono esserlo i suoi effetti, a chi la usa nella lavorazione dei vini. Giuliano Marchesini Una delle aziende finite nella rete dei Nas per il vino adulterato con sostanze tossiche

Persone citate: Antonino Cappelleri, Cappelleri, Chiarello, De Lorenzo, Ennio Rampon, Gianni Chiarello, Rampon, Silvano Poli

Luoghi citati: Lombardia, Padova, Piemonte, Rovigo, Veneto