Incriminato l'allenatore

Incriminato l'allenatore Incriminato l'allenatore Accusato di istigazione alla violenza AOSTA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il corpo di Miran Schrott è arrivato ieri pomeriggio all'obitorio dell'ospedale di Aosta da Chamonix. Il referto dei medici francesi è di poche righe: «Morte naturale, arresto cardiaco». Soltanto l'autopsia di questo pomeriggio potrà stabilire se la causa della morte dell'hockeista del Gardena di 19 anni sia stata la mazzata del capitano del Courmayeur/Aosta Jimmy Boni. «Un colpo inferto con violenza notevole. Ho rivisto la registrazione televisiva. Ho notato la lite tra i due giocatori, tipica dell'hockey, poi la mazzata che mi è sembrata intenzionale. Ma rivedrò ancora il filmato», dice Tiziano Masini, sostituto procuratore presso la pretura di Aosta che ha allargato l'indagine. Dopo l'avviso di garanzia per omicidio colposo a Boni, il giudice ieri mattina ha firmato il secondo, per concorso in omicidio colposo. L'ipotesi d'accusa è per l'allenatore francese della squadra del Courmayeur/Aosta, Ollivier Charles Lamblin, 32 anni. Ma il tecnico non lo sa ancora, è a Morzine, in Savoia, dove abita. L'ipotesi - spiega - il magistrato è che Lamblin «abbia istigato sul piano psichico il giocatore». Quando Miran Schrott era immobile sul ghiaccio di Courmayeur, Jimmy Boni è andato verso la panchina. «Mi ha detto che si è trattato di uno scontro normale, come ne accadono tanti», dice l'allenatore. Lamblin spiega: «Se fosse stato duro, insomma più violento del solito, dopo ci sarebbe stata baruffa». Il tecnico non ha visto quanto accadeva vicino alla porta del Gardena. «Seguivo la partita e il disco era da un'altra parte. So che l'arbitro non era distante, ma non ha rilevato l'azione irregolare». Il giudice Masini guarderà ancora più volte il filmato, ma fin d'ora ipotizza la possibilità di un reato più grave per Jimmy Boni. Non l'omicidio colposo, ma quello preterintenzionale. Non ha mosso ancora alcuna accusa perché l'indagine è appena all'inizio. «La differenza - spiega - è che nell'omicidio preterintenzionale le percosse sono inferte volontariamente anche se chi colpisce non ha alcuna intenzio¬ ne di uccidere». Ipotesi che sono però subordinate a un accertamento che lo stesso magistrato definisce «importante». «Dobbiamo verificare - dice - fino a che punto l'azione è stata legittima secondo i canoni dell'hockey. Se sia cioè stata una fase di gioco codificata dalla pratica sportiva. Se così fosse non si potrebbe più parlare di reato, così come avviene nella boxe quando muore un pugile. Farò fare alcune perizie». L'attrezzatura di Miran Schrott è sotto sequestro. Il presidente della federazione del ghiaccio, Luciano Rimoldi, dice: «Per tutti coloro che conoscono questo sport al 98 per cento la morte di Schrott è stata una fatalità». E annuncia di aver affidato a una commissione d'indagine della federazione il compito «di dare ogni contributo a quella giudiziaria. Ma preferirei parlare di commissione medica perché saranno i nostri medici a doverci spiegare come possa avere avuto conseguenze così un incidente di gioco che mi è parso normale». Enrico Marti net

Luoghi citati: Aosta, Chamonix, Courmayeur, Savoia