Il chirurgo truffava gli italiani di Fabio Galvano
Il chirurgo truffava gli italiani Luminare chiedeva parcelle extra da versare su conti in Lussemburgo Il chirurgo truffava gli italiani Belgio, si dimette il «padre» dei trapianti di reni BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le improvvise dimissioni di un luminare belga nel campo dei trapianti renali fanno parlare di illeciti amministrativi a danno di centinaia di pazienti italiani. L'accusa è lanciata, nel numero che sarà stamane in edicola, dal settimanale «Le Vif - L'Express». Il professor Guy Alexandre, considerato uno dei «padri» delle tecniche di trapianto, ha lasciato il 1° gennaio scorso l'ospedale Saint-Lue. Egli avrebbe sistematicamente reclutato pazienti con visite periodiche a Milano (faceva base all'hotel Michelangelo) e soprattutto a Catania (presso il centro di dialisi del dottor Pietro Figura). Ai candidati di quei «viaggi della speranza» avrebbe fatto pagare - a nome proprio e non dell'ospedale, su un conto in Lussemburgo forse per sfuggire al fisco belga - ingenti «caparre» (95 mila franchi belgi, circa tre milioni e mezzo di lire) che secondo gli autori dell'inchiesta non avevano motivo d'essere. Peggiore, nell'accusa del settimanale, è il fatto che da un paio d'anni, da quando il professor Alexandre ha interrotto quella singolare procedura, il Saint-Lue emetta per i clienti italiani fatture dello stesso calibro (méntre un altro ospedale, l'Erasme, coprirebbe le stesse voci a un quarto del prezzo). Recentemente, inoltre, per intervento del consolato italiano sono state rimborsate ad alcuni pazienti venuti dall'Italia somme dell'ordine di 144 mila franchi (circa 5 milioni di lire) percepite dal Saint-Lue a titolo di «supplemento» per gli esami di biologia clinica. Si tratta, in ogni caso, di voci e cifre al di fuori del tariffario rimborsabile dalle Usi. Perché gli italiani? Perché rappresentano, nel campo del trapianto renale, i due terzi dei pazienti: un business considerevole, se si considera - come precisa Michel Balthasart, uno degli autori dell'inchiesta - che un trapianto del genere costa mediamente 35-40 milioni di lire. Il professor Alexandre si è creato, sull'arco di oltre vent'anni, indiscussi meriti con il nostro Paese: riconosciuto fra i pionieri del trapianto renale, era il punto d'arrivo per centinaia di persone disperate. Non è quindi casuale che l'Italia lo abbia decorato con le medaglie di cavaliere e poi di commendatore. Egli sostiene che il denaro avuto in Lussemburgo serviva a far funzionare il suo dipartimento ed equipaggiarlo di materiale informatico. Lo sdegno del settimanale belga nasce proprio da questo: che siano stati pazienti fra le regioni più povere d'Italia, disposti a enormi sacrifici per avere un rene di ricambio e continuare a vivere, a pagare i computer di un reparto appartenente a un ospedale universitario fra i più moderni d'Europa. «Non ritengo di avere agito male», si difende il chirurgo: «Ammetto tuttavia di avere architettato un sistema criticabile e di non potere dimostrare che non mi è servito per arricchirmi». Fabio Galvano
Persone citate: Michel Balthasart
Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Catania, Europa, Italia, Lussemburgo, Milano
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